domenica 26 ottobre 2008

Rdb su incontro del 23 ottobre

Ricevo dalla Rdb/Cub e pubblico

Il 23 ottobre 2008, il Ministro per la pubblica amministrazione e l'innovazione, Renato Brunetta, ha proposto alle organizzazioni sindacali il protocollo d'intesa concernente i rinnovi dei contratti collettivi e la riforma del modello contrattuale del settore pubblico.
La RdB/CUB ha respinto, al mittente, il Protocollo di Intesa, sia per quanto attiene il rinnovo biennale dei contratti collettivi del pubblico impiego, sia per la parte concernente il tentativo di introdurre, nel settore pubblico, la stessa modifica del modello contrattuale del settore privato che ha ottenuto, fino ad oggi, il consenso di CISL, UIL e dei PADRONI di Confindustria.
Risulta evidente, quindi, che con questa intesa, viene confermata la volontà del Governo, dei PADRONI di Confindustria e dei sindacati collaborazionisti, di far pagare ai lavoratori la crisi economica attuale.
La parte riguardante il rinnovo biennale non dice nulla di nuovo.
Il documento, infatti, conferma gli irrisori stanziamenti previsti in Finanziaria, con la sola vacanza contrattuale di 8/10 euro lordi medi mensili per il 2008, fino a raggiungere l’iperbolica cifra, media lorda, di 60 euro in busta paga a fine 2009, ed ulteriori 10 euro destinati alla lotteria del salario accessorio.
Sui bienni 2006/2007, relativi ai comparti scaduti ormai da 34 mesi, non c’è null’altro che un generico impegno a chiuderli al più presto.Riteniamo, comunque, che le mobilitazioni messe in campo dalle RdB/CUB e la straordinaria partecipazione allo sciopero generale del 17 ottobre scorso, hanno contribuito ad aprire una serie di contraddizioni nell’impianto ideologico del Ministro Brunetta.
Infatti, nel documento illustrato alle organizzazioni sindacali, c’è una prima, anche se parziale, marcia indietro riguardo la decurtazione del salario accessorio contenuta nella legge 133.
Tuttavia, l’impegno del Ministro a recuperare i fondi necessari per reintegrare quanto sottratto che dovrà, comunque, essere distribuito ai lavoratori sulla base di criteri meritocratici, appare ancora troppo generico e necessita di concrete garanzie.

Ecco, in dettaglio, i contenuti dell'intesa che ha trovato il consenso di CISL, UIL e UGL (in allegato il testo del protocollo):

Punto 1 – “i contratti collettivi di lavoro del pubblico impiego sono scaduti da circa 10 mesi ed appare, pertanto, necessario rinnovarli in tempi brevi”.
E’ la premessa politica che consente al Ministro di dire "prendere o lasciare", i contratti sono scaduti ed il governo, con piglio decisionista, si mette dalla parte dei lavoratori (!) per erogare il rinnovo del contratto.
Vedremo più avanti di quanto si sta parlando!
Punto 2 – le risorse stanziate nella finanziaria 2008 (Governo Prodi) consentono solo il pagamento dell’indennità di vacanza contrattuale.
Si tratta del meccanismo previsto dagli accordi di luglio del ’93 “a tutela dei lavoratori” in caso di mancanza di rinnovo di contratti (30% dell’inflazione programmata, se il contratto è scaduto da tre mesi, o il 50% dell’inflazione programmata se il contratto è scaduto da sei mesi).
Tradotto economicamente, i soldi stanziati nella finanziaria 2008 consentono il solo pagamento dell’indennità di vacanza contrattuale pari a 8/10 euro lorde per 13 mensilità.
Il Ministro Brunetta ha previsto il pagamento di questa indennità, a prescindere dall’accordo con il sindacato, attraverso l’erogazione di un centinaio di euro entro la fine dell’anno. Punti 3/4 - l’art. 27 della Finanziaria 2009 stanzia, per il rinnovo del biennio 2008/2009, un aumento pari al 3,2% (inflazione programmata).
Tale aumento, tradotto economicamente per il contratto dei Ministeri, è pari a 70 euro, di cui 60 andranno ad incrementare il tabellare, mentre 10 confluiranno nei fondi per il salario accessorio.
I 70 euro assorbiranno, chiaramente, gli 8/10 euro della vacanza contrattuale erogata per l’anno 2008.
Il documento parla del comparto dei ministeri perché è quello per cui è stata già avviata la contrattazione per il contratto. Per gli altri comparti, le cifre saranno leggermente diverse, in più o in meno, perché l’aumento del 3,2% viene calcolato sulla massa salariale dei lavoratori dello specifico contratto. Questo spiega, anche, la differenza dell’importo della vacanza contrattuale.
Punto 5 - con l’art. 61 comma 17 della legge 133, sostiene il Governo, sono state recuperate le risorse derivanti dai tagli ai fondi unici di amministrazione prodotti dall’art. 67 comma 5 (i tagli del 10% sugli importi già bloccati al 2004).
L’art. 61 prevede misure di riduzione di spesa pubblica che riguardano organi collegiali, studi e consulenze, relazioni pubbliche, convegni, mostre, sponsorizzazioni; il comma 17 cita che le somme provenienti da queste riduzioni di spesa confluiscono in apposito fondo, già finanziato con 200 milioni di Euro.
I 200 milioni di Euro già stanziati, sono destinati alla sicurezza pubblica, mentre, le somme eccedenti saranno destinate al finanziamento della contrattazione collettiva.
Alcune considerazioni: il meccanismo è già previsto dalla legge 133; le somme da destinare alla produttività sono incerte, perché legate ai risparmi delle amministrazioni pubbliche, che non è possibile quantificare (ecco perché tutto è rinviato a giugno 2009); il fondo è gestito dal Ministero della Funzione Pubblica.
Siamo davanti ad un furto di somme già percepite dai lavoratori: chi avrà il coraggio di rivendicare il recupero, incerto nelle quantità e nelle modalità di distribuzione, attraverso un meccanismo già previsto dalla Legge ?
Punto 6 – il documento ricorda che il trattamento economico accessorio dei dipendenti è corrisposto in base alla qualità, alla produttività ed alla capacità innovativa della prestazione lavorativa, come richiamato dall’art. 2 comma 32 della prossima Finanziaria.
Si ricorda ancora, quindi, che intenzione del Governo, ma anche sulla scorta di quanto previsto dal memorandum, è quella di premiare solo una percentuale di personale.
Punto 7 - sempre sulla base della Finanziaria 2009, ulteriori risorse derivanti da risparmi per effetto di processi di razionalizzazione e riduzione dei costi di funzionamento della P.A, potranno essere destinate al finanziamento della contrattazione integrativa.
Tralasciando, per un momento, il ragionamento relativo all’incertezza delle quantità da destinare al salario accessorio, ci chiediamo: una volta raschiato il fondo del barile con le sponsorizzazioni, i convegni, le consulenze, da dove potranno venire ulteriori risorse, se non dai tagli degli organici, dal licenziamento dei precari, dalla soppressione di sedi e pezzi della Pubblica amministrazione ?
Punto 2 parte seconda - per quanto riguarda il trattamento accessorio legato a disposizioni speciali previste per Stato, Parastato, Agenzie Fiscali, e disapplicate dal comma 2 art. 67 della Legge 133, il Governo si impegna a recuperare quanto rubato!
Un impegno generico, assolutamente indefinito nelle percentuali di recupero e nei tempi, che dimostra, tuttavia, come la mobilitazione che la RdB/CUB ha sostenuto sin dall’uscita del decreto, poi convertito in legge, ha prodotto crepe nel sistema facendolo scricchiolare.
Tuttavia, l’impegno, per la sua genericità, non può essere considerato né risolutivo, né soddisfacente né, tanto meno, accettato come merce di scambio rispetto alla miseria degli aumenti contrattuali.
Punto 3 parte seconda – i contratti dovranno prevedere criteri rigorosamente selettivi per l’erogazione delle somme recuperate per i trattamenti accessori, attraverso l’introduzione di meccanismi che premino qualità e quantità. Non solo non si è certi che ci restituiscano il maltolto, che ce lo restituiscano tutto e quando, ma, inoltre, questi soldi, rubati a tutti, non andranno a tutti!

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