venerdì 31 ottobre 2008

Bell'accordo!

Il Governo e le Organizzazioni Sindacali, premesso che:

1. i contratti collettivi di lavoro dei comparti del pubblico impiego sono scaduti da circa dieci mesi e appare pertanto necessario rinnovarli in tempi brevi; (ma va!!)

2. le risorse stanziate nelle legge finanziaria per il 2008 sono sufficienti a erogare la sola indennità di vacanza contrattuale; (allora perché trattate?)

3. il Governo ha stanziato nel disegno di legge finanziaria 2009 (atto Camera 1713), art. 2 comma 27, risorse finanziarie, aggiuntive rispetto a quelle di cui al punto 2, per i rinnovi contrattuali del biennio economico 2008-2009; (promessa? ci possiamo fidare o magari ritrattano come è solito fare il premier)

4. tali risorse, in aggiunta a quelle già stanziate nella finanziaria vigente a titolo di indennità di vacanza contrattuale, consentono un incremento medio a regime pari al 3,2% per il personale di cui all’art. 2 del decreto legislativo 165/2001; (uhm...a regime)

5. l’art. 61, comma 17, del Decreto legge 112/2208 convertito nella legge 133/2008, dispone le modalità di recupero delle risorse derivanti dai tagli ai fondi unici di amministrazione di cui all’art. 67, comma 5 del D.L.112/2008; tali risorse saranno restituite ai fondi unici di amministrazione non oltre il 30 giugno 2009, ai sensi del predetto comma 17 dell’art. 61;(un'altra promessa!)

6. il comma 32, dell’art. 2 del disegno di legge finanziaria per il 2009, prevede che il trattamento economico accessorio dei dipendenti delle Pubbliche Amministrazioni è corrisposto in base alla qualità, produttività e capacità innovativa della prestazione lavorativa (anche prima doveva essere legato alla produttività! Un'altra favola)

7. il comma 34 dell’art. 2 del disegno di legge finanziaria 2009 prevede che ulteriori risorse finanziarie, derivanti dai risparmi aggiuntivi rispetto a quelli già considerati ai fini del miglioramento dei saldi di finanza pubblica, realizzati per effetto di processi amministrativi di razionalizzazione e riduzione dei costi di funzionamento dell’amministrazione, possono essere destinate al finanziamento della contrattazione integrativa (dividendo dell’efficienza); (bello se fosse vero, ma mi sembra che c'era anche prima)

all’esito di un proficuo confronto, hanno concordato quanto segue:

1. occorre procedere al più presto alla chiusura di tutti i contratti collettivi relativi al biennio economico 2008-2009; (olé! c'era bisogno di un proficuo confronto)

2. il Governo si impegna a recuperare oltre alle risorse di cui in premessa, relative al taglio dei fondi unici di amministrazione, anche le risorse derivanti dalla disapplicazione di leggi per l’anno 2009 di cui all’art. 67, comma 2 del D.L.112/2008; tali risorse saranno erogate integralmente secondo le modalità e le decorrenze previste dalle suddette leggi speciali; ( si impegna...uhm...)

3. le risorse recuperate per i trattamenti accessori dovranno essere destinate all’incentivazione della produttività dei dipendenti, mediante l’individuazione nei CCNL di criteri rigorosamente selettivi, con particolare riferimento all’introduzione di meccanismi premiali dei profili qualitativi e quantitativi della prestazione lavorativa; (rimandano a criteri rigorosamente selettivi, ah ah ah )

4. in relazione alla trattativa in corso presso l’ARAN sul comparto Ministeri e in considerazione degli impegni del Governo di cui sopra, ci sono tutte le condizioni per giungere ad una rapida conclusione delle trattative;

5. per il comparto dei Ministeri, le risorse finanziarie stanziate permettono di adeguare complessivamente a regime le retribuzioni dei dipendenti per 70 euro mensili per tredici mensilità; (di nuovo a regime.... magari a rate.....partendo con aumenti da 1 euro)

6. l’ARAN potrà ripartire tale somma nel seguente modo (pure! da 70 passiamo a 60):
- 60 euro mensili per lo stipendio,
- 10 euro mensili per la parte accessoria.

..omissis...

Inoltre, il Governo e le Organizzazioni Sindacali, considerato che:

• il Protocollo del 1993 sulla politica dei redditi e sugli assetti contrattuali ha permesso di conseguire i risultati che si era prefisso, e in particolar modo il mantenimento del potere d’acquisto delle retribuzioni, il contenimento dell’inflazione e lo sviluppo dell’occupazione; (adesso esagerano! ma sono impazziti? Da Brunetta posso capirlo ma i sindacati?)

• il quadro economico e istituzionale è mutato, poiché l’economia ha segnato un lungo periodo di bassa crescita sul quale si è ora innestata la crisi finanziaria internazionale; (forse ci vogliono dare la colpa a noi anche di questo)

• nel settore privato si sta definendo un accordo su linee guida di rinnovamento del modello contrattuale; (complimenti)

• il rinnovamento deve coinvolgere anche il pubblico impiego, dove si sono manifestati problemi di applicabilità del Protocollo del 1993 e di difficoltà a rinnovare tempestivamente i contratti di lavoro; (certo quando si incontrano due geni..)

• pur nel pieno rispetto delle differenze e delle specificità, il settore pubblico può svolgere una funzione di riferimento nella revisione del sistema contrattuale, anche per il settore privato. (ecco: ci vogliono fregare...)

concordano nell’aprire un negoziato che abbia come obiettivi:

- l’adattamento al settore pubblico, a decorrere dal 2010, delle linee guida di rinnovamento del modello contrattuale, con le relative previsioni normative e di spesa, nella legge finanziaria del prossimo anno.

- lo snellimento delle procedure e la riduzione dei tempi dei procedimenti negoziali, al fine di tutelare maggiormente le aspettative dei dipendenti alla scadenza del contratto collettivo di lavoro e di garantire, al contempo, maggiore prevedibilità e trasparenza nei flussi finanziari a carico dei bilanci pubblici, anche al fine di consentire comparazioni attendibili con l’andamento del costo del lavoro nei settori privati.
Non c'è che dire, complimenti! Questo si che saper fare la contrattazione: ma andate a lavorare!

2 commenti:

Anonimo ha detto...

Per quanto riguarda i contenuti economici della proposta, questi sono veramente esigui e fortemente penalizzanti; quello che appare come un arretramento delle posizioni del governo è solo un passo di danza concordato con chi sottoscrive.
Le risorse economiche sono incerte, il recupero delle risorse delle leggi speciali per alimentare il salario integrativo è proposto con un non meglio identificato risparmio delle amministrazioni, mentre il famoso 10% è recuperato in via teorica e ridistribuito con criteri meritocratici.
In una condizione del genere, in cui come non mai, il contratto è strumento di realizzazione di riforme penalizzanti, fermarsi solo al rinnovo contrattuale, separando l'analisi e la strategia di lotta contro la riforma della p.a. è, sicuramente, perdente.
Il ruolo delle RdB/CUB diventa sempre più centrale in una crescente e ritrovata opposizione sociale nel paese che, seppure con contraddizioni inevitabili, si pone sul terreno del conflitto di lunga durata, contro un modello sociale non condiviso.

Anonimo ha detto...

Nel pomeriggio di ieri, 30 ottobre, la UIL Pubblica Amministrazione ha firmato il protocollo d’intesa con il governo sui contratti collettivi di lavoro nel settore pubblico. Si tratta di una scelta di responsabilità importante, che la nostra organizzazione ha ritenuto di dover compiere nell’interesse dei lavoratori, in un momento cruciale della vita economica e sociale del Paese, per sbloccare la situazione di stallo in cui era piombata la vertenza sul rinnovo dei nostri contratti di lavoro.
Come certamente vi è già noto, i punti più importanti dell’intesa sono i seguenti:

- rapida chiusura di tutti i contratti collettivi relativi al biennio economico 2008-2009;
- recupero con decorrenza 1.1.2009 di tutte le risorse tagliate dai fondi unici per effetto del decreto 112, comprese le risorse delle c.d. leggi speciali disapplicate nel 2009;
- comparto Ministeri: incremento stipendiale pari a 70 euro con decorrenza 1.1.2009;
- rapida chiusura dei contratti collettivi relativi al biennio 2006-2007 ancora da stipulare;
- nuovo modello contrattuale, unico con il settore privato, che dovrà prevedere il superamento dell’attuale meccanismo legato all’inflazione programmata.

E’ essenziale, al riguardo, ricordare che per i lavoratori delle amministrazioni centrali (Ministeri, Enti Pubblici, Agenzie Fiscali) il taglio delle risorse destinate ai fondi unici, deciso dall’art. 67 del DL 112, avrebbe comportato a partire dall’1.1.2009 una decurtazione secca in busta paga di un importo variabile da 50 a 250 euro mensili pro-capite. Una decurtazione che, nella stragrande maggioranza dei casi, non sarebbe mai stata compensata dagli incrementi sul salario tabellare.

Questo abbattimento dei livelli retributivi dei lavoratori di Ministeri, Enti e Agenzie Fiscali è stato scongiurato !

Ma a parte i contenuti di merito – pure importantissimi -, riteniamo che questa intesa serva anche a spezzare un circuito pericoloso che si era innescato negli ultimi mesi, a partire dal decreto-legge 112 e proseguito, nei mesi successivi, sino alla presentazione della bozza di disegno di legge finanziaria per l’anno 2009. Era indispensabile, a nostro avviso, interrompere il meccanismo che stava portando verso una deriva decisionista in materia di lavoro pubblico, persino per quanto riguarda i trattamenti economici.
Il culmine di tale deriva, come si ricorderà, era stato raggiunto con la previsione, contenuta nel ddl finanziaria 2009, di erogare gli incrementi economici (compresa l’una tantum per il 2008) a prescindere dall’accordo con le organizzazioni sindacali: una previsione che, se attuata, avrebbe di fatto significato l’azzeramento del ruolo negoziale del sindacato.
Con il protocollo d’intesa sottoscritto a Palazzo Chigi, si chiude l’epoca delle decisioni unilaterali da parte dell’autorità politica in materia di contrattazione e di lavoro pubblico. Al contrario, si traccia un percorso importante per il futuro, basato sul metodo del confronto, che ovviamente dovrà riguardare non solo gli aspetti meramente economici dei rinnovi contrattuali, ma anche i contenuti normativi delle riforme che si vogliono porre in atto nel settore pubblico. A cominciare proprio dai decreti di attuazione della legge-delega sull’efficienza e sulla qualità del lavoro pubblico, rispetto ai quali il governo – come noi chiedevamo- si è impegnato ad aprire subito un tavolo permanente di confronto col sindacato.