giovedì 31 ottobre 2013

Chiusura delle RTS e UCB

Ricevo dalla USB e pubblico
 
Il 28 ottobre 2013 si è tenuto l’incontro tra l’Amministrazione e le OO.SS. concernente la riorganizzazione degli uffici centrali e periferici del MEF con particolare riguardo all’articolazione delle Ragionerie territoriali dello Stato (RTS) e degli Uffici Centrali di Bilancio (UCB).
La suddetta riunione, presieduta dal Ragioniere Generale dello Stato dr. Daniele Franco, si è caratterizzata per il nulla assoluto dei contenuti.
In un’atmosfera ovattata e quasi narcotica il “nuovo” Ragioniere Generale dello Stato ha dichiarato candidamente che la Ragioneria Generale dello Stato, al momento, non ha alcun progetto organizzativo per gli uffici centrali e periferici ed è in attesa di acquisire, entro il 30 novembre 2013, gli elementi conoscitivi elaborati dai 2 gruppi di lavoro istituiti con la determina prot. 74746 del 19 settembre 2013.
La USB MEF ha rotto il torpore innaturale dell’incontro denunciando il ruolo del MEF nello smantellamento dello stato sociale e nella costruzione di un nuovo modello di assetto organizzativo di Ministero, alleggerito dai servizi vivi erogati alla cittadinanza e limitato nelle funzioni di controllo e ridistribuzione della spesa.
La nostra Organizzazione Sindacale ha sinteticamente ripercorso le tappe di destrutturazione del MEF fino ad arrivare a quest’ultimo atto, determinato dalla spending review e recepito dal DPCM 27 febbraio 2013 n. 67, che determinerà l’ulteriore ridimensionamento delle strutture periferiche del MEF, dei servizi complessivi erogati all’utenza ed inciderà profondamente sul futuro dei lavoratori di questi uffici.
Non c’è altro da aggiungere al resoconto di questa inutile riunione mentre è utile riportare, di seguito, alcune considerazioni riguardanti i nuovi assetti di potere nel MEF con le recenti nomine che si aggiungono a quelle preesistenti .
Il dott. Daniele Franco ha lasciato il ruolo di direttore centrale della Banca d'Italia nell'area Ricerca economica e relazioni internazionali per assumere l’incarico di Ragioniere Generale dello Stato, completare l’opera di conquista del MEF da parte di Bankitalia e blindare politicamente i vertici amministrativi del nostro Dicastero.
(...)
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martedì 29 ottobre 2013

Legge di stabilità: un déjà-vu per il pubblico impiego

Articolo di Luigi Oliveri pubblicato su Lavoce.info
 
Nella Legge di stabilità le norme sul pubblico impiego valgono circa 1,5 miliardi. Misure ormai abusate, come blocco del turn over e della contrattazione, permettono di contenere la spesa. Mancano però gli interventi per una maggiore efficienza del lavoro. Liquidazioni e tetto alle retribuzioni.
 
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lunedì 28 ottobre 2013

Nuovi loghi per il MEF


 

Sono stati pubblicati i nuovi loghi del Ministero distinti per dipartimento.
Il nuovo logo dovrà essere presente in tutti gli strumenti di comunicazione e divulgazione di informazioni istituzionali, sia interne che esterne ai dipartimenti, in sostituzione di quelli attualmente adottato, a decorrere dal 1 novembre 2013.
 

mercoledì 23 ottobre 2013

Reclutamento e formazione della P.A.: più poteri alle scuole in cui insegnano ex politici

Sostiene Letta che l'italiano medio avrà in busta paga ben più di 14 euro al mese grazie alla nuova Finanziaria, e che per il momento non era possibile fare di meglio tagliando - per esempio i costi della macchina pubblica.
La manovra conferma il blocco degli aumenti e del turnover nella Pa, ma lascia intatti gli organici per ogni comparto e grado: il premier potrà dunque contare sull'esercito che ha trovato entrando a Palazzo Chigi.
La Presidenza del Consiglio vanta 280 dirigenti con stipendi dagli 80mila a oltre 200mila euro l'anno, 12 solerti uffici e 21 dipartimenti impegnati a trasformare l'Italia in un paese finalmente efficiente. Purtroppo, il gruppone costa.
Il bilancio di previsione del Consiglio parla di 2,4 miliardi di euro spesi nel 2012, che diventano 3,2 per il 2013.
E a formare i colletti bianchi è preposto un ente che sta sotto la vigilanza della Presidenza del Consiglio: è la Scuola Nazionale dell'Amministrazione (Sna), istituzione "di alta formazione e ricerca", corsi continui su materie di ogni genere (aperte ora le iscrizioni per "Self Confidence: il pensiero e l'azione nella differenza").

giovedì 17 ottobre 2013

Il Senato ripristina il valore a fini pensionistici della donazione di sangue

È stato approvato ieri pomeriggio dal Senato l’emendamento che estende la definizione di “prestazione effettiva di lavoro” anche alle assenze per la donazione di sangue ed emocomponenti. Tali permessi, infatti, con la riforma Fornero del 2011 erano stati esclusi dal computo complessivo delle giornate lavorative dei dipendenti intenzionati a usufruire della pensione anticipata.
 
Dopo l’approvazione alla Camera, l’emendamento ristabilirà quanto già indicato dalla legge n. 219/05, che all’articolo 8 comma 1 prevede il riconoscimento della retribuzione e dei contributi per la giornata in cui si effettua la donazione. La stessa legge individua i donatori di sangue come operatori sanitari che concorrono al raggiungimento di un obiettivo fondamentale per il nostro Paese: l’autosufficienza di sangue, emocomponenti e medicinali plasmaderivati.
 

mercoledì 16 ottobre 2013

decreto n. 110391 del 20 settembre 2013 nullità inquadramento graduatoria del MEF

E' stato emanato il decreto n. 110391 del 20 settembre 2013 con il quale il Capo del Dipartimento del Personale del MEF  prende atto della dichiarazione di nullità del decreto n. 87905 dell'8 novembre 2010 e, per invalidità derivata, di tutti i provvedimenti di inquadramento e degli atti agli stessi conseguenti nella ex qualifica Cl dei controinteressati ex B3, limitatamente alla sola graduatoria della Regione Lazio profilo professionale Amministrativo-Tributario.


Vi riporto parte del decreto senza indicare i nominativi dei colleghi interessati

Giro di vite sul pubblico impiego

Contratti fermi, blocchi del turn over, tagli agli straordinari e – una volta andati in pensione – raddoppio dei tempi previsti per incassare la liquidazione: gli statali mettono sul piatto della legge di Stabilità un miliardo e mezzo.
Per i dipendenti pubblici è un ennesimo tributo che va ad aggiungersi a quanto già versato negli anni scorsi: in certi casi la “stretta” è stata rinnovata, in altri amplificata; comunque sia la categoria considera gli interventi appena varati «inaccettabili» e il sindacato ha già annunciato di essere pronto alla mobilitazione.
 
Il rospo più difficile da mandare giù è quello relativo al blocco dei contratti, che – per quanto riguarda la parte retributiva – resteranno fermi per tutto il 2014 sia a livello nazionale che a livello di integrativo.
I dipendenti del settore pubblico hanno siglato l’ultima trattativa nel 2009 e da allora i loro stipendi sono al palo: negli ultimi tre anni, lo stop ha provocato in media una perdita secca di 600 euro a testa, cifra “potenziata” dal crollo del potere d’acquisto subìto dalle famiglie negli anni della crisi.
Ora arrivano altri dodici mesi di immobilità, non solo: dal 2015 al 2017, quando le trattative potranno essere riaperte, la cifra massima d’indennità di vacanza contrattuale prevista sarà pari «a quella in godimento al 31 dicembre 2013».
Anche i compensi riconosciuti per il mancato rinnovo dei contratti resteranno quindi congelati.
 
Un altro colpo inferto alle buste paga arriva dalla stretta sulle ore di straordinario: la legge di Stabilità prevede che le spese per il loro compenso debba essere ridotta del 10 per cento rispetto a quella sostenuta nel 2013; per Polizia, forze armate e Vigili del fuoco il taglio sarà invece del 5 per cento.
 
Per chi va in pensione poi, saranno raddoppiati i tempi di attesa per avere diritto alla liquidazione: per i compensi che superano i 50 mila euro ora il Tfr viene versato al dipendente dopo sei mesi, dal 2014 si dovrà aspettare un anno. Oltre al blocco dei contratti (che potranno essere rivisti solo nella parte normativa), il governo ha riconfermato e diluito nel tempo anche il blocco del turn over già in vigore. Nel 2014 il settore pubblico potrà assumere solo il 20 per cento dei dipendenti che manderà in pensione, nel 2015 la quota passerà al 40 per cento, nel 2016 al 60, nel 2017 all’80 per cento. Il blocco non è applicato a Polizia, forze armate, Vigili del fuoco, ma le altre amministrazioni pubbliche potranno lasciarsi alle spalle il parziale fermo alle assunzioni solo nel 2018.
 
Il Consiglio dei ministri ha invece bocciato la norma, prevista nella bozza in entrata, che prevedeva il versamento di un contributo di 5-10 euro per poter partecipare ad un concorso pubblico, mentre dovrebbe essere estesa alle società controllate, partecipate e ai cda il tetto massimo alle retribuzioni fissato a 300 mila euro.
 
 Leggi l'articolo completo di Luisa Grion su La Repubblica

martedì 15 ottobre 2013

Ministri, magistrati e boiardi Vip insegnano nella Scuola per formare i funzionari dell’Interno

L’elenco è impressionante. Un’infinita serie di nomi condensata all’interno di un corposo documento di 379 pagine. Si tratta dell’albo docenti della Scuola superiore dell’amministrazione dell’Interno, in pratica l’ente che cura la formazione dei prefetti e del personale civile del ministero oggi guidato da Angelino Alfano.
Ebbene, dalla lista spuntano fuori circa 2.500 “professori” impegnati nell’insegnamento della bellezza di 184 materie.
All’interno di questo massiccio corpo docenti, naturalmente, non potevano mancare nomi eccellenti di ministri, deputati ed ex manager pubblici. Tutti nella condizione di cumulare il gettone di insegnamento ai loro già lauti stipendi. C’è per esempio il ministro delle riforme Gaetano Quagliariello, che figura come professore nel settore delle “materie giuridiche”.
 
Leggi l'intero articolo di Stefano Sansonetti pubblicato su Lanotizia

giovedì 10 ottobre 2013

Modifiche alla disciplina delle pensioni di inabilità.

Ricevo dal Dipartimento Politiche PRevidenziali del FLP e pubblico

L’INPS con Messaggio n. 2634 dell’11 febbraio 2013 aveva sospeso di fatto l’operatività della legge 24 dicembre 2012, n. 228 , dando indicazioni di tenere in apposita evidenza le domande di pensione di inabilità presentate dalla data del 1° gennaio 2013, in quanto il comma 240 dell’art.1 di detta legge, modificava l’art. 2 della legge n. 222 del 12.6.1984, nell’ipotesi in cui il richiedente aveva i contributi accreditati in due o più forme assicurative.
In data 3.10.2013 con circolare n. 140, l’INPS ha sciolto la riserva, fornendo le istruzioni per l’applicazione della normativa in materia di pensioni di inabilità di cui all’articolo 2 della legge 12 giugno 1984, n. 222 e chiarendo, nell’ipotesi in cui il richiedente abbia contribuzione accreditata in due o più forme assicurative, dal 1° gennaio 2013, l’art.1 comma 240 prevede per i soggetti iscritti a due o più forme di assicurazione obbligatoria per invalidità, vecchiaia e superstiti dei lavoratori dipendenti, autonomi, e degli iscritti alla gestione separata di cui all'articolo 2, comma 26, della legge 8 agosto 1995, n. 335, e alle forme sostitutive ed esclusive della medesima, che il trattamento di inabilità di cui all'articolo 2 della legge 12 giugno 1984, n. 222, è liquidato, tenendo conto di tutta la contribuzione disponibile (cioè non utilizzata per la liquidazione di un trattamento pensionistico) nelle gestioni interessate, ancorché tali soggetti abbiano maturato i requisiti contributivi per la pensione di inabilità in una di dette gestioni.
 
 
NdA: La circolare è scaricabile dal sito dell'INPS

mercoledì 9 ottobre 2013

Corretta applicazione art. 54 CCNL 2002/2005 – Comparto Scuola.

Nota n. 16098/C2 dell'Ufficio Regionale Scolastico dell'Emilia Romagna

Pervengono numerosi quesiti da parte di Dirigenti scolastici, i quali, anche a nome di altri colleghi della provincia di riferimento, pongono due ordini di questioni in merito alla corretta applicazione dell’art. 54 CCNL 2002/2005 – Comparto Scuola.
 
Una prima questione afferisce alla legittimità della riduzione dell’orario di lavoro “ovunque vi siano rientri pomeridiani settimanali”.
Una seconda inerisce alla facoltà del Collegio dei Revisori di entrare nel merito di tale riduzione, ai fini dell’esercizio del controllo di regolarità amministrativa.
 
La questione giuridica inerente al primo quesito è riassumibile nei termini che seguono:
 
Posto che, com’è noto, l’orario di lavoro del personale ATA è disciplinato dagli artt. 50, 52 e 54 del vigente contratto, il dato letterale di tali disposizioni consente di circoscrivere l’istituto in esame alle condizioni di seguito indicate:
 

lunedì 7 ottobre 2013

Nuova funzione test firma digitale per la certificazione del rispetto del patto di stabilità interno

Dal sito ufficiale della RGS
 
A partire dal 2014 l’invio del modello relativo alla certificazione del rispetto del patto di stabilità interno sarà gestito digitalmente e, pertanto, l’uso della firma digitale, avente valenza legale, sarà indispensabile per ciascun ente locale.
E’ opportuno, quindi, che ciascun ente locale verifichi la sussistenza dei requisiti tecnici necessari e la compatibilità, con quanto disposto dal CAD (Codice dell’amministrazione digitale) in materia di firma digitale, di tutte le smart card che verranno utilizzate per sottoscrivere la certificazione del rispetto del patto di stabilità interno.
La verifica è necessaria per poter risolvere in anticipo eventuali difficoltà operative di trasmissione della certificazione e per poter rispettare, quindi, i termini e le modalità previsti per la stessa, evitando di incorrere nell’applicazione delle relative sanzioni.
A tal fine, è stato predisposto un test di verifica, che potrà essere eseguito da tutti gli enti soggetti al patto di stabilità interno, reso disponibile sul sistema web appositamente previsto per il Patto di stabilità interno nel sito http://pattostabilitainterno.tesoro.it. Accedendo a tale link, il test potrà essere eseguito cliccando, nel menù “Funzionalità – gestione modello”, sulla voce “Test firma digitale” e procedendo seguendo le indicazioni che saranno fornite dal sistema.
Eventuali richieste di chiarimento potranno essere inviate all’indirizzo di posta elettronica: assistenza.cp@tesoro.it.
Nel ribadire l’importanza dell’esecuzione del richiamato test di verifica, al fine di individuare e risolvere tempestivamente qualsiasi problematica e consentire l’invio delle certificazioni nei tempi stabiliti, si invitano gli utenti ad effettuare il citato test il prima possibile (in ogni caso non oltre il 29 novembre 2013).
 

giovedì 3 ottobre 2013

Cottarelli è l'uomo di Letta e Saccomanni per tagliare la spesa pubblica italiana

Avrà 800 miliardi di euro tra i quali aggirarsi, per provare a farli scendere. A tanto ammonta la spesa pubblica italiana, cioè il costo di funzionamento della macchina centrale, che Carlo Cottarelli dovrà cercare di limare.
Il suo nome è stato fatto direttamente dal premier Enrico Letta, nel corso del discorso al Senato con il quale ha chiesto di confermargli la fiducia e di proseguire con il governo, per il ruolo di "commissario alla spending review". Ma il suo nome già circolava, per esempio, durante l'ultimo forum Ambrosetti di Cernobbio; allora si disse che era stato indicato dal ministro dell'Economia, Fabrizio Saccomanni, che lo avrebbe corteggiato a lungo.
In effetti Cottarelli è dal 2008 direttore del Dipartimento Affari Fiscali del Fondo Monetario Internazionale. Un incarico di massimo prestigio, per lasciare il quale la contropartita deve essere giocoforza l'affidamento di un ruolo incisivo e "vero". Quello che vorrebbe creare l'esecutivo, tanto che Saccomanni ha più volte parlato del commissario come di una figura permanente, con uno staff al suo servizio che lo segua nel lavoro con l'accetta. Laureato in Economia presso l'Università di Siena e la London School of Economics di Londra, Cottarelli è poi entrato nel dipartimento Ricerca di Bankitalia dove ha lavorato dal 1981 al 1987, nella divisione settore monetario e finaziario. Successivamente dopo aver lavorato un anno come capo del dipartimento Ricerca di Eni, Cottarelli è approdato al Fmi nel 1988, lavorando nel dipartimento Europeo, nel dipartimento Mercati Finanziari e Monetari, dipartimento Revisione per poi approdare nel dipartimento in cui si trova attualmente.
Nei dipartimenti Europeo e Revisione ha ricoperto la carica di vice direttore. Il suo ruolo sarà comunque fondamentale: la spesa pubblica quest'anno supererà il 50% del Pil ed è vista - secondo l'aggiornamento del Def - in crescita fino a 854 miliardi al 2017.
 
Leggi l'articolo completo su Repubblica.it

martedì 1 ottobre 2013

Trattenuta TFR per gli assunti dopo il 2000

Ricevo da FLP e pubblico

Con il decreto 78/2010 il Governo decideva il passaggio di tutti i dipendenti pubblici dal regime di TFS a quello del TFR, mantenendo però artificiosamente in piedi la trattenuta del 2,5% che grava su tutti i dipendenti proprio a titolo di accantonamento per la buonuscita.
Lo scorso anno però, a seguito della sentenza della Corte Costituzionale che dichiarava l’illegittimità del prelievo aggiuntivo del 2,5%, per i dipendenti in regime di TFR, il Governo intervenne frettolosamente varando un decreto legge che riportava tutti coloro che erano stati assunti dopo il 2000 in regime di TFS (calcolo della buonuscita più favorevole).
Anche se non era certo la soluzione che ci piaceva di più – avremmo preferito riappropriarci di quei soldi - dovemmo prendere atto della norma con la quale si manteneva un prelievo iniquo ma si ripristinava perlomeno un sistema di calcolo più favorevole.