mercoledì 22 ottobre 2008

lettera al Presidente per la scuola

Ricevo e pubblico

In questi giorni sono moltissime le e-mail inviate al Presidente della Repubblica per chiedergli di non firmare la legge di conversione del decreto Gelmini.
Ora il Presidente della Repubblica non può, per disposto costituzionale, rifiutarsi di firmare una legge approvata dal Parlamento.
Egli, però, prima di firmarla, può inviare un messaggio motivato alle Camere con il quale chiede una nuova deliberazione.
Per chiedergli di seguire questa strada, costituzionalmente corretta, ho predisposto il testo di una lettera che chi volesse può inviargli
Importanti sono due cose:
Che la richiesta sia fattibile (e quella allegata lo è)
Che le richieste che gli pervengono siano tantissime
Il meccanismo per scrivere al Presidente della Repubblica è semplicissimo:
> Andare su Internet
> Indirizzare a;
www.quirinale.it
> Appare il portale su cui c'è l'indicazione : La posta
> Cliccare su La Posta ed appare una finestra sulla quale vanno scritti i propri dati personali ed il testo della lettera (Lo spazio a disposizione contiene esattamente il testo allegato - che va scritto tutto di seguito senza andare a capo - e la firma di chi scrive: non di più)
L'invito a chi concorda è duplice:
inviare la lettera
trasmetterla a tutte le persone di cui si ha l'indirizzo invitandole a> fare altrettanto.
L'unica possibilità per essere ascoltati è di essere tanti, tantissimi
Cordiali saluti a tutti

Ecco il testo della lettera:

Signor Presidente,
la Camera dei Deputati ha approvato la legge di conversione del decreto 137/08 con un voto di fiducia. E' facilmente prevedibile che altrettanto avverrà al Senato. Non Le chiedo di non firmare quella legge, ma di compiere un atto che la Carta Costituzionale Le consente. Lei avrà trenta giorni di tempo, dopo il voto del Senato, per promulgarla (comma1, art. 73 della Costituzione). Le chiedo di inviare al Parlamento, in quel lasso di tempo, un messaggio motivato (comma 1, art.74 della Costituzione) per chiedere una nuova deliberazione. E quale più forte motivazione di quella di una legge di riforma della scuola approvata senza la necessaria discussione ed i doverosi confronti (!) con un voto di fiducia usato proprio per impedire discussione e confronti. Confido in un Suo intervento.
Nome e cognome

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