tag:blogger.com,1999:blog-90886387053080078482024-02-19T03:33:00.560+01:00Le notizie dal Mefblog assolutamente non ufficiale con spigolature, notizie e norme della nostra P.A.autorehttp://www.blogger.com/profile/03287004444223234446noreply@blogger.comBlogger915125tag:blogger.com,1999:blog-9088638705308007848.post-79594258279621904262018-08-07T13:16:00.001+02:002018-08-07T13:16:14.927+02:00Pubblico impiego, si chiude il caos buoni pasto <div style="text-align: justify;">
Articolo di Gianni Trovati su<a href="http://quotidianoentilocali.ilsole24ore.com/art/personale/2018-08-02/pubblico-impiego-si-chiude-caos-buoni-pasto--nuovi-acquisti-lunedi-prossimo-155030.php?uuid=AEtH6DWF&utm_source=dlvr.it&utm_medium=twitter"> Il Sole 24 Ore</a> pubblicato il 3 agosto scorso<br />
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Gli uffici pubblici che sono inciampati nel caos buoni pasto per le inadempienze del Gruppo Qui! potranno ricominciare ad acquistare i ticket da lunedì prossimo, 6 agosto. A stretto giro la Consip ha riattivato la macchina, dopo la revoca della concessione a Qui!, con un interpello che ha portato al subentro da parte della francese Sodexo sia nel Lazio (lotto 3) sia nel Nord Ovest (Valle d'Aosta, Piemonte, Lombardia e Liguria: lotto 1). La soluzione ponte, elaborata insieme a Mef e Funzione pubblica, dovrebbe funzionare fino ai primi di dicembre.
Mef e Palazzo Chigi senza ticket
Il passaggio successivo, prima di Natale, sarà il via libera alla nuova convenzione in base all'edizione numero 8 del bando che in tutta Italia vale circa un miliardo di euro. «Un ottimo risultato», commenta la ministra della Pa Giulia Bongiorno, preoccupata per un problema che ha di fatto tolto reddito a oltre 100mila dipendenti pubblici in cinque regioni. A Roma, la questione si era infilata anche nei ministeri, fino a interessare i dipendenti delle strutture del governo su su fino al ministero dell’Economia e a Palazzo Chigi.
Il buco nei conti
Si chiude così nel giro di tre settimane una vicenda che a metà luglio, con la revoca ufficiale della convenzione al Gruppo Qui!, aveva fatto esplodere un bubbone che covava da mesi. La società ligure che nel 2016 aveva vinto il bando numero 7, nonostante gli ottimi conti presentati alla fine dell'anno scorso (fatturato consolidato a 560 milioni ed Ebitda in crescita del 19%), nei mesi scorsi ha iniziato a ritardare i pagamenti a ristoranti, bar e supermercati, che a loro volta hanno ovviamente cominciato a rifiutare i buoni. Di qui la revoca decisa da Consip, mentre sui conti del gruppo indaga la Procura di Genova.
Per i dipendenti pubblici il problema è serio.
Il colpo ai dipendenti
I buoni pasto sono un diritto stabilito dai contratti nazionali per chi non ha la mensa, e per un tempo pieno valgono 140-150 euro al mese: per un dipendente di fascia bassa o con poca anzianità significa più del 10% del reddito mensile effettivo, ma vista la piramide schiacciata degli stipendi nella Pa la situazione non cambia troppo quando si sale qualche gradino nella scala gerarchica.
Gli arretrati
La riattivazione degli acquisti risolve il problema per il futuro, mentre per il recupero degli arretrati il compito tocca alle singole amministrazioni. Le strade, per limitare al minimo gli effetti sui bilanci pubblici, sono due: chi non ha ancora pagato a Qui! tutte le fatture per la fornitura dei buoni che poi si sono rivelati inutilizzabili può fermare i bonifici lamentando l'inadempienza, e sulla base della stessa motivazione è possibile chiedere la restituzione dei soldi già versati per un servizio che non c'è stato. A conti fatti, sarà possibile misurare il danno effettivo prodotto dalla vicenda, su cui Mef e Funzione pubblica continuano a tenere accesi i fari. Nel frattempo, sul mercato elettronico è attiva la categoria «buoni pasto», all'interno del bando «servizi», in cui dopo l'abilitazione dei fornitori sarà possibile effettuare acquisti autonomi sotto la soglia comunitaria, che si ferma a 144mila euro per i ministeri e le altre Pa centrali e arriva a 221mila euro per gli enti locali.</div>
autorehttp://www.blogger.com/profile/03287004444223234446noreply@blogger.com3tag:blogger.com,1999:blog-9088638705308007848.post-70425443553580322502018-07-18T10:23:00.002+02:002018-07-18T10:23:13.702+02:00Franco, l'uomo dei "bollini" alle leggi finito nel mirino dei gialloverdi <div style="text-align: justify;">
Articolo di Roberto Petrini pubblicato su <a href="http://www.repubblica.it/">Repubblica </a></div>
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«Se vuoi salvare la pelle, protocolla», soleva ripetere il mitico e potentissimo Ragioniere Generale degli anni della Prima Repubblica, <strong>Andrea Monorchio</strong>. </div>
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Oggi anche i centri nodali delle burocrazie dello Stato comunicano per mail o per whats app, osi scambiano fugaci telefonate, così la strada diventa permeabile ad ogni sospetto, come quello azzardato in una nota ufficiale da due ministri della Repubblica della presenza di una "manina" nell'iter del cosiddetto "decreto dignità". </div>
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<a name='more'></a>Sebbene Di Maio abbia detto di non avercela con l'attuale Ragioniere, <strong>Daniele Franco</strong>, 65, anni, proveniente da Bankitalia e nominato dal ministro del Tesoro Saccomanni (sempre Bankitalia), è difficile credergli. <br />
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I teoremi che girano in casa grillina non sono tanto sofisticati, come quello che enuncia la sottosegretaria <strong>Laura Castelli</strong> per lanciare una fatwa contro il ministro dell'Economia <strong>Giovanni Tria</strong>: vuole farsi scrivere la legge di Bilancio dalla Banca d'Italia e dunque se ne deve andare. Del resto non fu la stessa Castelli che evocò, facendo scoppiare polemiche, "sinergie" con l'Istat dopo aver convocato il presidente dell'istituto Giorgio Alleva? </div>
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La partita della Ragioneria non sarà però facile. Daniele Franco è un uomo tutto d'un pezzo, pochi amici, poche parole, bellunese, studi in Gran Bretagna. Ciò nonostante i grillini potrebbero tentare il colpo, favoriti anche dalla <strong>gaffe del ministro del Tesoro</strong> che, sconfessando i calcoli dell'Inps sulla distruzione di 8.000 posti di lavoro, ha "dimenticato" che in questo modo metteva in dubbio anche l'operato della Ragioneria generale dello Stato che è chiamata a "bollinare", cioè a convalidare (una volta si apponeva un bollino di stagno) la relazione tecnica. </div>
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Ma al dí là dell'episodio della "manina" che sta facendo surriscaldare i palazzi del potere, la guerra alla Ragioneria sta nel Dna della maggioranza gialloverde. Andare alla legge di Bilancio autunnale con un Ragioniere con la schiena dritta significherebbe segnare la Waterloo del "contratto di governo": flat tax, riforma Fornero e reddito di cittadinanza. Figuriamoci quando le tabelle della Rgs arriveranno alle tre di notte alle porte della Commissione Bilancio dove già si sta pianificando l'agguato alla prima legge di Bilancio, firmata Tria. E' evidente infatti che il ministro farà una Finanziaria assai prudente, come ha fatto capire ancora una volta ieri, e che la partita si giocherà tutta in Parlamento. </div>
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Tuttavia, non sarà facile far fuori Daniele Franco che, secondo quanto racconta Renato Brunetta, in un suo libro, scrisse materialmente la celebre lettera di Draghi all'Italia dell'agosto del 2011. Forse è una leggenda ma certamente l'attuale Ragioniere è sereno: a Via Nazionale lo aspettano a braccia aperte per un posto in Direttorio quando, a breve, scadranno gli attuali "vice" di Ignazio Visco. Inoltre c'è un aspetto tecnico: il mandato quinquennale del Ragioniere è scaduto nel maggio scorso, allora il governo ad interim Gentiloni-Padoan lo rinnovò per un anno. </div>
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Oggi anche quel mini rinnovo è sottoposto allo spoils system che prevede per le alte cariche dello Stato la decadenza o la conferma da parte del nuovo governo entro 90 giorni. Così entro il<strong> 3 settembre</strong> Conte e Tria dovranno decidere se confermarlo o meno, ma si tratterebbe in ogni caso di un rinvio al maggio dell'anno successivo. Nel frattempo i candidati non mancano: ad esempio nel mondo a Cinque Stelle si mette in evidenza <strong>Marcello Minenna</strong>, già assessore flash alla giunta Raggi mentre i leghisti porterebbero il segretario generale della Regione Lombardia, <strong>Antonello Turturiello</strong>. Ma i nomi più forti sono quelli interni: dal quotatissimo <strong>Giuseppe Lucibello</strong>, attualmente direttore generale dell'Inail, a <strong>Biagio Mazzotta</strong>, capo del servizio Bilancio. Outsider: <strong>Alessandra Dal Verme</strong>, apprezzata dirigente dell'ispettorato affari economici, con legami di parentela con la famiglia dell'ex premier Gentiloni. </div>
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autorehttp://www.blogger.com/profile/03287004444223234446noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-9088638705308007848.post-23754402095421818292018-07-17T09:12:00.000+02:002018-07-17T09:17:16.020+02:00istituzioni politici e funzionari, gli steccati da rispettarearticolo di Montesquieu pubblicato su <a href="http://www.ilsole24ore.com/">Il Sole 24 Ore</a><br />
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C'è un problema di rispetto di competenze tra la politica e le altre funzioni pubbliche, nel nostro paese. </div>
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Da un lato alti burocrati, magistrati della varie giurisdizioni, giornalisti, persino vescovi, su certi temi. </div>
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Dall'altro, la politica: la quale, peraltro, la più massiccia invasione di campo la compie fin dall'inizio, attraverso il suo <strong>esorbitante potere di nomina</strong>, con il quale copre con un <strong>tappeto di amici fedeli l'enorme spazio di dirigenza pubblica dello Stato, delle regioni, dei comuni</strong>. Non esclusi organismi per definizione indipendenti, quali le autorità, per l'appunto indipendenti. Anche lì, spesso, amici fedeli. </div>
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<a name='more'></a>Nella breve vita del nuovo governo, spuntano vari focolai di accusa o di sospetto verso uffici pubblici: dal presidente dell'Inps da tempo oggetto prediletto di queste vertenze preso in un fuoco incrociato tra i due vicepresidenti del Consiglio. Difeso e ricercato dall'uno in tema di vitalizi e pensioni da stritolare, sua specialità; inviso all'altro per le sue posizioni in tema di migranti, altra specialità; forse oggi in disgrazia presso il primo, per via di una spy story intorno alla relazione ministeriale del decreto legge, l'unico, sfornato dall'esecutivo. <br />
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Caso difficile da dirimere dall'esterno, per l'innegabile protagonismo del soggetto -attratto dall'elaborazione di politiche di governo più che dal ruolo - di amministratore; e per l'insofferenza della politica agli intoppi sul proprio cammino, come rivela la voglia di rimozione. </div>
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Ancora: il ministro Salvini ordina mandati di cattura per conto terzi, quasi fosse in un deserto di altre competenze, tanto da costringere il capo dello Stato a rimettere le cose a posto per il tramite istituzionale, il capo del governo. </div>
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<strong>L'accordo commerciale con il Canada (Ceta)</strong> offre il solito destro, guarda caso, per una minaccia di rimozione di pubblici funzionari in questo caso solerti e puntuali. E altro ancora. </div>
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Per equità, va ricordata l'inchiesta sul sistema bancario di un anno fa voluta dal segretario del Pd, con il fine di affossare proprio il vertice di un'autorità indipendente quale la Banca d'Italia. In generale, colpisce il frequente riferirsi del pluriministro Di Maio a conventicole operanti dentro gli uffici ministeriali per frenare l'azione del governo: compito non proibitivo, questo, per il momento, per la fattiva collaborazione dello stesso esecutivo. </div>
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La <strong>dirigenza pubblica deve collaborare lealmente con il governo, ricevendo l'indicazione di obiettivi chiari e documentabili</strong>; e <strong>disporre dell'autonomia garantita dalla separazione chirurgica tra organismi politici e burocratici .</strong> </div>
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È, questa separazione, il perno (sulla carta) dell'unica riforma della pubblica amministrazione che la politica ha saputo dare a questo paese, quella di fine secolo scorso del governo Prodi. Il culto dell'inesperienza, dell'incompetenza e della politica come attività marginale e temporanea in voga non da oggiporta con sé il <strong>rischio funesto di uno squilibrio a favore della burocrazia rispetto a governanti improvvisati.</strong> </div>
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Compito dei governi è quello di rimuovere questo rischio, facendo rapidamente le proprie scelte rispetto ai delicatissimi ingranaggi dello Stato, e abbandonando la tendenza a coprire i propri limiti, si spera momentanei, con generiche imputazioni di slealtà amministrativa. La legge lo consente. Possibilmente, non sostituendo dirigenti considerati di parte avversaria con altri fedeli alla propria causa. <strong>Lo Stato ha bisogno di terzietà e di rispetto reciproco, un infinito bisogno</strong>. </div>
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autorehttp://www.blogger.com/profile/03287004444223234446noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-9088638705308007848.post-73081933137649009792018-07-17T05:00:00.000+02:002018-07-17T05:00:09.156+02:00Rapporto sulle Pubbliche Amministrazioni in ItaliaL'Associazione "Amici di Marco Biagi", in collaborazione con FPA, ha elaborato, in occasione di un nuovo Governo e una nuova Legislatura, un "Rapporto sulle Pubbliche Amministrazioni in Italia" che inviamo alla community di FPA. <br />
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<a href="http://customer18657.musvc1.net/e/t?q=5%3dNeAWT%26I%3dB%26F%3dOdEb%26B%3dXBSUd9%26M%3d5QyH_ExXr_P8_wspw_78_ExXr_OCuJBCnDB.CtJHJu3.6Q_wspw_78JM-hGAQjFG_OVum_YkMCIt31P_wspw_78Og6Z_ExXr_OCEY_ExXr_OCW3CMtJGL-xM9Ij-rH9gD60m7-XJrAAFxLE85ABKn-AA-py39Ff.H1C_wspw_88HQr_KBRw52_OVum_ZiF2TxD2Qy7E_OVum_YAMGJ_r71FzE_ExXr_PAYwq1FeltRwkpY1_ExXr_OczL0_0fEC8n9A_OVum_ZioXpQwm%26A%3drMFSh3x8fS.ABy%26AF%3ddAYU">Clicca qui per scaricare il rapporto.</a> autorehttp://www.blogger.com/profile/03287004444223234446noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-9088638705308007848.post-15882558752512399042018-07-16T08:57:00.004+02:002018-07-16T08:57:59.234+02:00Consip, società non paga, stop buoni pasto Qui!<div style="text-align: justify;">
Stop ai ticket restaurant della società Qui!, diffusissimi tra i dipendenti pubblici. </div>
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La Consip ha deciso la risoluzione della convenzione in Piemonte, Liguria, Valle d'Aosta, Lombardia e nel Lazio, "per reiterato, grave e rilevante inadempimento delle obbligazioni contrattuali". </div>
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Numerose imprese della ristorazione convenzionati con Qui!Group, sottolinea Consip, hanno infatti segnalato il mancato pagamento da parte della società - confermato anche dalle relative verifiche ispettive - delle fatture relative ai buoni pasto della p.a..
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(...)
A partire da gennaio 2018 sono state trasmesse a Consip dalle amministrazioni utilizzatrici molte segnalazioni di disservizi per la mancata spendibilità dei buoni emessi da Qui!Group. </div>
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(...)
Per questo e nonostante una apposita diffida alla società, Consip "si è vista costretta a procedere con la risoluzione della convenzione 'Buoni Pasto ed. 7' - relativamente al lotto 1 (Piemonte, Liguria, Valle d'Aosta, Lombardia) e lotto 3 (Lazio), stipulati con Qui!Group S.p.A. - per reiterato, grave e rilevante inadempimento delle obbligazioni contrattuali". Per far fronte alle esigenze delle pubbliche amministrazioni interessate, </div>
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Consip ha predisposto un piano di azione straordinario per rendere disponibili quanto prima gli strumenti per acquisire una nuova fornitura di buoni pasto.</div>
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autorehttp://www.blogger.com/profile/03287004444223234446noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-9088638705308007848.post-36388357465188145682018-07-13T08:30:00.000+02:002018-07-13T08:30:07.565+02:00Dirigenti statali, si cambia: rigore e gi udizi dei cittadiniL'intervista di Andrea Bassi al ministro Bongiorno pubblicato <a href="https://ilmessaggero.it/"> Il Messaggero</a> <br />
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<strong>Ministro Giulia Bongiorno quale sarà il suo primo provvedimento da titolare della Funzione pubblica?</strong> <br />
«Voglio affrontare il tema della dirigenza pubblica. Anticipo la risposta alla sua prossima domanda: sì, sarà molto complicato, complicatissimo». <br />
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<strong>Il precedente governo ci si è schiantato. Qualcuno è arrivato a sostenere che il tentativo fallito di riforma dell'alta burocrazia sia stato tra i motivi della sconfitta del referendum costituzionale.</strong> <br />
«Me lo hanno detto. Chi tocca i fili della dirigenza muore. Ma io voglio toccarli lo stesso. Il mio impegno politico e quello come ministro hanno senso se incido sulla pubblica amministrazione altrimenti potevo tranquillamente continuare a fare l'avvocato». <br />
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<strong></strong><a name='more'></a><strong>Perché proprio la dirigenza, che tra l'altro ha il tavolo aperto per il rinnovo del contratto?</strong> <br />
«Perché credo che la Pubblica amministrazione vada cambiata dalla testa, da lì partono gli impulsi. La contrattazione in corso riguarda il pregresso valuterò il da farsi, ma non voglio entrare a gamba tesa su qualcosa che si aspettava da anni. Questo non toglie che ci saranno delle nuove norme, un intervento "chirurgico", sui dirigenti». <br />
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<strong>Chirurgico?</strong> <br />
«Sì, voglio andare in profondità. Diremo basta alle solite formule di stile usate inutilmente per le valutazioni. Ho visionato i risultati: come è possibile che tutti ricevano cento, vale a dire il massimo dei voti in un sistema che però non restituisce questo tipo di percezione?». <br />
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<strong>I dirigenti devono cominciare a preoccuparsi?</strong> <br />
«I dirigenti di valore devono essere felici, perché introdurremo responsabilizzazione, merito e premialità, si devono preoccupare soltanto coloro che remano contro gli interessi della Pa. Ma si tratta di una minoranza». <br />
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<strong>Per evitare i premi a pioggia un suo predecessore, Renato Brunetta, aveva imposto l'obbligo per legge che solo un certo numero di dipendenti pubblici potessero avere il massimo dei voti. Il governo Renzi ha riportato il tema alla contrattazione con i sindacati. La legge tornerà a prevalere sul contratto?</strong><br />
«Sicuramente non ho apprezzato per nulla né la tempistica e neppure il merito di alcune scelte fatte dagli ultimi due governi. Detto questo, ho intenzione di vedere i sindacati entro luglio per avviare con loro un confronto. Sui contenuti del provvedimento le posso dire poco, perché è ancora in fase di elaborazione. Ma avrà degli elementi di forte novità». <br />
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<strong>Che tipo di novità?</strong> <br />
«Una riguarderà "chi valuta chi". Se ci valutiamo sempre tra di noi non vedo quale senso abbiano i giudizi». <br />
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<strong>L'ultima riforma della Pa prevede anche il voto dei cittadini.</strong> <br />
«Io voglio introdurre un triplice organismo di valutazione. E ci sarà anche il giudizio dei cittadini». <br />
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<strong>Perché proprio tre?</strong> <br />
«Per rendere il giudizio più oggettivo possibile». <br />
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<strong>Senta, lei ha detto che ai dipendenti pubblici andrebbero prese le impronte digitali per controllare la presenza al lavoro. I sindacati sono subito insorti. Il loro timore è che si torni indietro nel tempo, a quando tutti gli statali erano considerati "fannulloni". Qual è l'atteggiamento di questo governo, che comunque ha due anime, verso gli statali?</strong> <br />
«Chiariamo una volta per tutte: ho il dovere di valorizzare al massimo tutti quelli che ogni mattina si svegliano e vengono a lavorare onestamente, in maniera diligente a volte mettendoci il cuore. Vanno tutelati anche dall'immagine dei fannulloni da lei evocata. Per farlo devo inserire un meccanismo di prevenzione di reati. Ma se si fanno delle norme per prevenire la corruzione o contro il lavoro in nero, i sindacati si possono arrabbiare? Ecco, io voglio prevenire un reato. Noi come governo non abbiamo due anime, combattiamo coesi e con vigore l'illegalità. E poi tra qualche anno le rilevazioni biometriche le useremo tutti e tutti i giorni nella nostra vita quotidiana». <br />
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<strong>Il suo collega Luigi Di Maio ha scritto un decreto contro il precariato. Le norme per ridurre la durata dei contratti a termine saranno estese alla Pa?</strong> <br />
«Pubblico e privato sono due mondi diversi. Valuterò gli impatti prima di decidere». <br />
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<strong>Sulla stabilizzazione dei precari della Pa pare che la Corte dei Conti abbia sollevato dubbi sull'ultima circolare attuativa del precedente governo, quella sulle risorse per i trattamenti accessori. Si rischia il blocco delle procedure?</strong> <br />
«I magistrati contabili hanno detto che su un tema così delicato serve un intervento normativo». <br />
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<strong>Lo farete</strong>? <br />
«Certo, altrimenti si creerebbe un problema per gli altri dipendenti pubblici». <br />
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<strong>Dopo nove anni di blocco gli statali quest'anno hanno avuto il rinnovo del contratto di lavoro. Che però è già in scadenza. Il prossimo anno andrebbe rinnovato di nuovo, ma le risorse in bilancio non sono state appostate dal precedente governo. Che cosa farete?</strong> <br />
«È presto per dare una risposta, ma le posso assicurare che c'è massima attenzione su questo tema. Abbiamo iniziato a discutere nel governo, io spingerò tantissimo perché si proceda». <br />
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<strong>La digitalizzazione della Pubblica amministrazione, nonostante gli annunci, è ancora a macchia di leopardo, tra eccellenze e flop. Che intende fare?</strong> <br />
«Innanzitutto un'operazione verità». <br />
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<strong>Un'operazione verità?</strong> <br />
«Sì, perché la digitalizzazione è stata sempre presentata come una trasformazione immediata e a portata di mano. Sono state create aspettative enormi e poi i risultati sono stati scarsi. Addirittura il codice del digitale aveva norme surreali che obbligavano a fare cose impossibili. Negli ultimi tempi si è dato inizio ad un lavoro serio ma siamo ancora all'alba. Senza dubbio la digitalizzazione è la vera rivoluzione della Pa, ma è un processo che richiede tempo: in Gran Bretagna ci hanno messo dieci anni. Io voglio dire con onestà ai cittadini: "vi hanno ingannati sui tempi". Ma con la stessa onestà spiegherò che la digitalizzazione si farà e non dovrà riguardare solo i geni dell'informatica o i giovani. La grande riforma Bongiorno sarà combattere per una digitalizzazione che includa tutti». <br />
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autorehttp://www.blogger.com/profile/03287004444223234446noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-9088638705308007848.post-13869117041535757962018-07-12T13:08:00.000+02:002018-07-12T13:08:00.653+02:00La vergogna dei conferimenti degli incarichiRicevo dalla UILPA e pubblico evidenziando la vergogna della gestione degli incarichi alla RGS. <br />
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Dopo pochi giorni dalla nota della scrivente O.S. sul tema dell’ “Ufficio incarichi” e da quella relativa alle “particolarità” che hanno caratterizzato la conferma del Direttore dell’ufficio di gabinetto del Ministero dell’Economia e delle Finanze con d.P.C.M. del 28 febbraio 2018 – nota inviata anche alla Procura della Repubblica, alla Procura della Corte dei Conti e all’ANAC – ci vediamo costretti a scrivere nuovamente sul delicato tema del conferimento degli incarichi nei Collegi di revisione di enti e di società partecipate dal Ministero dell’Economia e delle Finanze.
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Sembrerebbe , infatti, che con decreto firmato a fine maggio dal Ministro Padoan, al Direttore dell’ufficio di gabinetto del MEF è stato conferito l’incarico di membro del Collegio dei revisori dei conti dell’Autorità garante concorrenza e mercato, in “sostituzione” della dirigente di RGS già nominata su quel posto, senza però che l’incarico della stessa fosse scaduto.
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per leggere l'articolo completo clicca <a href="https://mef.uilpa.it/2012-04-17-14-04-59/1162-conferimento-incarichi.html">qui</a></div>
autorehttp://www.blogger.com/profile/03287004444223234446noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-9088638705308007848.post-2098862735429847812018-07-11T09:20:00.004+02:002018-07-11T09:20:57.190+02:00indagine conoscitiva sulla spesa pubblica al Senato<div style="text-align: justify;">
Proseguono i lavori in commissione Bilancio al Senato per deliberare un'indagine conoscitiva sulla spesa pubblica. Secondo il presidente, Daniele Pesco (M5s), i focus dell'indagine dovranno essere: </div>
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- i nuovi meccanismi di definizione degli obiettivi di spesa previsti dalla legge di contabilità e finanza pubblica; </div>
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- la definizione delle priorità di spesa e il grado di raggiungimento dei risultati conseguiti dalla amministrazioni nel perseguimento delle priorità delineate; </div>
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- le linee di intervento individuate e perseguite per migliorare l'efficienza, la produttività e l'economicità delle strutture amministrative e l'enucleazione dei casi di maggior successo registrati; </div>
<div style="text-align: justify;">
- gli adeguamenti normativi e amministrativi ritenuti opportuni, con particolare riguardo alla versione dei processi organizzavi e alla soppressione o all'accorpamento di enti o strutture. </div>
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Fornita anche una prima lista di possibili audizioni: Governo, Corte dei conti, Banca d'Italia, Upb, Istat, dirigenti responsabili di strutture amministrative e di società a partecipazione pubblica, come Mef (con particolare riguardo alla Ragioneria dello Stato, altri ministeri e Consip).
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autorehttp://www.blogger.com/profile/03287004444223234446noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-9088638705308007848.post-65707834932379471222018-07-10T08:37:00.000+02:002018-07-10T08:37:15.062+02:00Giovanni Tria promuove Andrea Rivera come dg del TesoroFranco Bechis su <a href="http://www.liberoquotidiano.it/news/politica/13358241/giovanni-tria-andrea-rivera-dg-tesoro-banca-etruria-franco-bechis.html">Libero Quotidiano</a> <br />
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Per il governo di Giuseppe Conte sembra oramai cosa fatta: ad ore verrà ufficializzata la nomina di <strong>Alessandro Rivera</strong> alla direzione generale del ministero dell’Economia e delle Finanze guidato da Giovanni Tria. </div>
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Un dirigente relativamente giovane (classe 1970) che era già stato in pole position per quel ruolo nel 2015, quando premier era ancora Matteo Renzi. Sulla carta una nomina spendibile per quello che ama chiamarsi “governo del cambiamento”: Rivera non è mai stato particolarmente alla ribalta, e anche se il fratello è un dirigente pubblico di peso (alla Regione Abruzzo), non ha il curriculum macchiato da appartenenze politiche. </div>
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<a name='more'></a>Eppure è la nomina più sorprendente che ci sia per grillini e leghisti, perché per quanto nell’ombra, proprio Rivera ha lasciato ben visibili le sue impronte su due vicende (non solo quelle) che sono finite nel mirino degli allora oppositori dell’esecutivo: il decreto di risoluzione di Banca Etruria e delle altre tre coinvolte, e il decreto sulle banche venete. <br />
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Tutto ciò che è stato fortemente contestato aveva alle spalle la regia del suo ufficio: allora come oggi Rivera guidava la direzione Sistema bancario e finanziario del ministero del Tesoro. E se la nomina dovesse essere proprio questa, i primi ad essere più che delusi sono i comitati dei risparmiatori truffati pur ricevuti in pompa magna all’inizio dal premier Conte e ora impotenti ad assistere alla più clamorosa beffa che mai potessero immaginarsi.</div>
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Loro infatti conoscono ormai a memoria un messaggio di posta elettronica del 2015 con cui il consulente della direzione concorrenza della commissione europea, il tedesco Bernhard Windisch, scriveva proprio a Rivera, a suoi colleghi (Elena Comparato) e ad dirigenti della Banca d’Italia per ringraziarli delle preziose informazioni che aveva appena ricevuto al telefono. Informazioni grazie a cui tutti gli obbligazionisti subordinati di Etruria, Banca Marche, Cari Ferrara e Cari Chieti avrebbero perso in una notte tutti i loro risparmi, che fino a quel momento invece erano salvi. </div>
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In quella mail infatti ci si riferiva alla risoluzione che stava per essere decisa per le 4 banche italiane, e l’informazione preziosa fornita da Bankitalia e Tesoro alla commissione europea lì citata era quella sulla cessione appena avvenuta da Banca Etruria di 302 milioni di euro di crediti in sofferenza (Npl- non performing loans). </div>
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È a quella operazione che avrebbe fatto riferimento proprio quattro giorni dopo il commissario alla Concorrenza Margrethe Vestager, nella lettera ufficiale inviata al governo italiano. Ci si riferiva alla cessione dei crediti in sofferenza che il commissario di Banca d’Italia che gestiva Etruria aveva effettuato il 17 novembre 2015, avendo come controparte il Fonspa, una sorta di salottino della nuova finanza italiana, in cui sedevano l’ex presidente dell’Enel Piero Gnudi, l’ex membro del comitato esecutivo della Bce, Lorenzo Bini Smaghi, l’ex manager di Citigroup Panfilo Tarantelli, la famiglia De Agostini, Alessandro Benetton, l’ex manager Fiat Umberto Quadrino e il presidente dello Ior, Jean Baptiste de Franssu. </div>
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Quei crediti - forse per fare un favore a quei personaggi famosi - erano stati ceduti a un prezzo bassissimo: il 14,7% del loro valore. Nessun altra transazione era mai avvenuta a così poco.
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Ma Rivera e gli altri devono avere pensato di fare i primi della classe segnalandola alla commissione europea. E hanno combinato il disastro. La Vestager, che nella bozza di autorizzazione al decreto di risoluzione italiano stava ragionando su una svalutazione di Banca Etruria e delle altre tre oscillante fra il 20 e il 25% dopo avere esaminato casi analoghi che avevano riguardato Irlanda, Spagna e Slovenia, fermò tutto in base a quella informazione. Saputa la notizia, la commissaria pensò «allora in Italia il prezzo di mercato degli Npl ora è 14,5%...». La cosa non era vera: nessuna altra operazione sarebbe avvenuta a un prezzo così basso, ma grazie ai nostri valorosi campioni di harakiri del Tesoro e della Banca di Italia quello venne ritenuto il prezzo di mercato. </div>
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E la Vestager abbassò la percentuale di svalutazione al 17,5%.
Non ci fosse stata quella sorta di gara a fare il primo della classe da parte di Rivera & c avremmo avuto salvi buona parte dei risparmi di quegli obbligazionisti. Che invece sono stati polverizzati grazie a quella mossa.
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autorehttp://www.blogger.com/profile/03287004444223234446noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-9088638705308007848.post-30169994603316552002018-07-09T14:11:00.001+02:002018-07-09T14:12:08.079+02:00Quel magistrato non entra a via XX settembre<div style="text-align: justify;">
<a href="http://www.dagospia.com/rubrica-3/politica/quella-toga-non-entra-via-venti-settembre-tria-mostra-muscoli-stoppa-178193.htm">Francesco De Dominicis per "Libero Quotidiano"</a></div>
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Il divario tra il premier, Giuseppe Conte, e il ministro dell'Economia, Giovanni Tria, cresce giorno dopo giorno. La comune provenienza accademica non sembra avere alcuna incidenza nello spread che si sta ampliando plasticamente, da quando si è insediato il governo, tra l' inquilino di Palazzo Chigi e il numero uno di via Venti Settembre. </div>
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Questione di esperienza e non solo. Con Conte politicamente impalpabile, spinto nell'angolo dai suoi vice (il pentastellato Luigi Di Maio e il leghista Matteo Salvini), Tria sta facendo venir fuori un carattere da cavallo di razza.
Non è un caso che il ministro sia apprezzato dal capo della Bce: a Mario Draghi piace il suo equilibrio e soprattutto la sua visione europeista che vuole l' Italia saldamente nell'area euro. </div>
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<a name='more'></a>Sulla poltrona che fu di Quintino Sella, lo ha voluto il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella. E, se necessario, il titolare dell'Economia mostra i muscoli. È andata così, nei giorni scorsi, a Bruxelles, quando ha costretto i colleghi dell'Unione europea a rinviare a dicembre la discussione sulle misure finanziarie più delicate: Germania e Francia hanno accettato il diktat del nostro Paese.
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Lo stesso temperamento sta emergendo in queste ore, mentre il ministro (come ha scritto ieri Franco Bechis) si accinge a nominare il nuovo direttore generale del Tesoro, l'alto dirigente Alessandro Rivera. Su questo dossier Tria si sta imponendo sui mal di pancia registrati fra gli esponenti della maggioranza. Così come ha rimandato a data da destinarsi la riforma fiscale con la flat tax.
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Ma c'è un' altra nomina, sulla quale è stato posto il veto, che ha cristallizzato la capacità del professore di Tor Vergata di far capire chi comanda da quelle parti. La nomina, secondo quanto raccontato nei corridoi del ministero, l'aveva proposta il sottosegretario dei Cinque Stelle Alessio Villarosa. Il quale, forse affascinato dalle tesi complottiste (un po' come tutta la base radicale del Movimento), voleva al suo fianco, in qualità di consigliere, il magistrato <strong>Michele Ruggiero</strong>. Ma «non possiamo metterci contro pure le agenzie di rating» avrebbe detto il ministro motivando il suo «no».
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Ruggiero è un personaggio assai scomodo, agli occhi degli osservatori internazionali, per stare seduto a via Venti Settembre: è il pubblico ministero di Trani che ha condotto la maxi indagine contro le agenzie di rating. Il piemme pugliese era convinto che manager e analisti di Standard & Poor' s il 13 gennaio 2012 avessero declassato, sulla base di dati falsi del maggio 2011, il voto sul debito pubblico dell'Italia di due gradini (da A a BBB+).
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Decisione - va detto - assai discutibile, che contribuì a mettere in ginocchio il nostro Paese con Berlusconi costretto alle dimissioni e il contestuale, brusco insediamento del governo tecnico di Mario Monti. In ogni caso, la faccenda si è risolta con una assoluzione (arrivata il 30 marzo 2017), sia per i quattro analisi accusati di aver diffuso informazioni non vere sia per il presidente mondiale di S&P, Deven Sharma.
La sentenza, tuttavia, ha lasciato l' amaro in bocca a Ruggiero e non ha spazzato via tutti i dubbi sul comportamento dei signori del debito. </div>
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<br />autorehttp://www.blogger.com/profile/03287004444223234446noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-9088638705308007848.post-68238095446104242462018-06-14T11:38:00.000+02:002018-06-14T11:38:00.180+02:00Per il Consiglio di Stato è possibile derogare ai contratti Consip<div style="-webkit-text-stroke-width: 0px; background-color: white; box-sizing: border-box; color: #333333; font-family: Georgia, "Times New Roman", Times, serif; font-size: 16px; font-style: normal; font-variant-caps: normal; font-variant-ligatures: normal; font-weight: 400; letter-spacing: normal; line-height: 1.5; margin: 0px 0px 1.5rem; orphans: 2; text-align: justify; text-decoration-color: initial; text-decoration-style: initial; text-indent: 0px; text-transform: none; white-space: normal; widows: 2; word-spacing: 0px;">
articolo di Sergio Patti pubblicato su <a href="http://www.lanotiziagiornale.it/acquisti-degli-uffici-pubblici-la-consip-non-e-il-vangelo-per-il-consiglio-di-stato-e-possibile-derogare-ma-solo-a-patto-che-si-riesca-a-risparmiare/">La Notizia Giornale</a>.</div>
<div style="-webkit-text-stroke-width: 0px; background-color: white; box-sizing: border-box; color: #333333; font-family: Georgia, "Times New Roman", Times, serif; font-size: 16px; font-style: normal; font-variant-caps: normal; font-variant-ligatures: normal; font-weight: 400; letter-spacing: normal; line-height: 1.5; margin: 0px 0px 1.5rem; orphans: 2; text-align: justify; text-decoration-color: initial; text-decoration-style: initial; text-indent: 0px; text-transform: none; white-space: normal; widows: 2; word-spacing: 0px;">
A che serve una Centrale unica per gli acquisti della pubblica amministrazione se poi le condizioni che riesce a strappare sono inadeguate e non convenienti, tanto da costringere gli uffici dello Stato a farsi le gare per conto proprio? La domanda resta senza risposta dopo che il Consiglio di Stato ha intimato un grande stop alla struttura elefantiaca nata per abbassare i costi delle forniture di beni e servizi a spese dei cittadini. Con la <strong>sentenza n. 1937/18</strong> il massimo organo della giustizia amministrativa ha dato infatti ragione al ministero dei Beni culturali all’epoca guidato da<span> </span>Dario Franceschini.</div>
<div style="-webkit-text-stroke-width: 0px; background-color: white; box-sizing: border-box; color: #333333; font-family: Georgia, "Times New Roman", Times, serif; font-size: 16px; font-style: normal; font-variant-caps: normal; font-variant-ligatures: normal; font-weight: 400; letter-spacing: normal; line-height: 1.5; margin: 0px 0px 1.5rem; orphans: 2; text-align: justify; text-decoration-color: initial; text-decoration-style: initial; text-indent: 0px; text-transform: none; white-space: normal; widows: 2; word-spacing: 0px;">
<strong style="box-sizing: border-box; font-family: "PT Sans", Helvetica, Arial, sans-serif; font-style: normal; font-weight: 700;">Casus belli</strong><span> </span>– Gli uffici di via del Collegio Romano avevano deciso di non utilizzare la convenzione stipulata tra Consip e una società – la Exitone Spa – per la gestione della salute e sicurezza dei dipendenti nei luoghi di lavoro. Exitone aveva vinto per questo una regolare gara, arrivando prima in tre lotti dal valore di decine di milioni di euro. Ciò nonostante il Mibact aveva puntato ad ottenere gli stessi servizi a condizioni migliori, anche sotto l’aspetto dei costi, e per questo aveva indetto una propria procedura concorsuale escludendo l’obbligo di adeguarsi alla convenzione Consip. Mossa illegittima secondo il ricorrente, ma non per la <strong>quinta sezione del Consiglio di Stato</strong>, che in sede giurisdizionale ha fatto rilevare come le norme prevedano espressamente (art. 26 della legge 488 del 1999) la possibilità per le amministrazioni statali centrali e periferiche di attivare propri strumenti di negoziazione laddove tale opzione sia orientata a conseguire condizioni economiche più favorevoli rispetto a quelle fissate dall’esito della convenzione quadro della Consip. Nonostante la legge spinga tutti gli uffici pubblici ad adeguarsi alle gare della centrale unica per gli acqusiti, tale <strong>vincolo è da considerarsi nullo quando “il contratto sia stato stipulato a un prezzo più basso di quello derivante dal rispetto dei parametri di qualità e di prezzo degli strumenti di acquisto messi a disposizione da Consip, e a condizione che tra l’amministrazione interessata e l’impresa non siano insorte contestazioni sulla esecuzione di eventuali contratti stipulati in precedenza</strong>”.</div>
<div style="-webkit-text-stroke-width: 0px; background-color: white; box-sizing: border-box; color: #333333; font-family: Georgia, "Times New Roman", Times, serif; font-size: 16px; font-style: normal; font-variant-caps: normal; font-variant-ligatures: normal; font-weight: 400; letter-spacing: normal; line-height: 1.5; margin: 0px 0px 1.5rem; orphans: 2; text-align: justify; text-decoration-color: initial; text-decoration-style: initial; text-indent: 0px; text-transform: none; white-space: normal; widows: 2; word-spacing: 0px;">
<strong style="box-sizing: border-box; font-family: "PT Sans", Helvetica, Arial, sans-serif; font-style: normal; font-weight: 700;">Enti responsabili</strong><span> </span>– Ma c’è di più: esaminando il caso, il Consiglio di Stato ha finito per richiamare un ulteriore principio, e cioè quanto prescritto dall’articolo 1 del decreto legge 95 del 2012, che <strong>responsabilizza le amministrazioni a risparmiare quanto più possono</strong>, e pertanto possono derogare dagli obblighi di carattere generale, ovviamente a condizione di poter però dimostrare che tale scelta ha portato un risparmio per le casse pubbliche. Fattispecie dimostrata nella gara finita sotto la lente della giustizia amministrativa, in quanto il costo dei servizi richiesti dal Mibac utilizzando la convenzione Consip sarebbe stata di 19,52 milioni di euro, mentre facendo la propria gara ci si è fermati a 14,33 milioni. Soldi dei cittadini che così lo Stato ha potuto risparmiare.</div>
autorehttp://www.blogger.com/profile/03287004444223234446noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-9088638705308007848.post-91835436672193655982018-06-08T06:29:00.000+02:002018-06-08T06:29:18.794+02:00I diari delle prove preselettive dei concorsi MEF saranno pubblicati il 27 luglio <div style="text-align: justify;">
Sono stati pubblicati sulla Gazzetta Ufficiale del 5 giugno scorso gli avvisi di rinvio della pubblicazione dei diari e del luogo di svolgimento delle prove preselettive dei bandi di concorso finalizzati all’assunzione al Ministero dell’Economia e delle Finanze di complessive 400 unità di personale (con laurea). </div>
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I diari delle prove preselettive e il luogo di svolgimento saranno comunicati ai candidati con la pubblicazione il<strong> 27 luglio 2018</strong> di un apposito avviso nella Gazzetta Ufficiale della Repubblica Italiana - 4a Serie Speciale - Concorsi ed Esami.
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Le <strong>400 assunzioni</strong>, che andranno a coprire il fabbisogno di specifiche professionalità, sono così ripartite:
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<div style="text-align: justify;">
80 unità con orientamento statistico ed economico quantitativo;
</div>
<div style="text-align: justify;">
90 unità con orientamento economico aziendale e contabile;
</div>
<div style="text-align: justify;">
60 unità con orientamento economico-finanziario;
</div>
<div style="text-align: justify;">
50 unità con orientamento giuridico-finanziario;
</div>
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40 unità con orientamento giuridico-tributario;
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80 unità con orientamento giuridico nell'ambito dei servizi amministrativi trasversali.
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Sono pervenute complessivamente <strong>95.174 domande</strong> di partecipazione al concorso. Per i singoli bandi sono pervenute dalle 11.000 alle 26.000 domande.
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Concorsi MEF: <a href="http://www.mef.gov.it/ufficio-stampa/comunicati/2018/documenti/comunicato_0093.pdf">saranno pubblicati nella GU del 27 luglio i diari delle prove preselettive (PDF, 110.2 KB)</a></div>
autorehttp://www.blogger.com/profile/03287004444223234446noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-9088638705308007848.post-64608962063148833512018-06-07T12:09:00.000+02:002018-06-07T12:09:17.970+02:00Una poltrona che vale un TesoroArticolo di Stefano Sansonetti pubblicato su <a href="http://www.lanotiziagiornale.it/una-poltrona-che-vale-un-tesoro-i-poteri-forti-sfidano-i-pentaleghisti-per-lo-scranno-di-direttore-generale-di-via-xx-settembre-con-dietro-le-quinte-guzzetti-e-draghi/">La Notizia</a>
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Ormai è chiaro. Una delle partite di potere più delicate, in questo momento di nouvelle vague giallo-verde, riguarda la scelta del nuovo <strong>Direttore generale del tesoro</strong>. L’incarico è a dir poco strategico, visto che chi sarà chiamato a ricoprirlo dovrà accompagnare il ministro dell’economia a quasi tutti i principali appuntamenti internazionali. E qui sta un primo punto. </div>
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Il titolare di via XX Settembre, <strong>Giovanni Tria</strong>, non sembra essere un ministro “fortissimo”. Del resto il suo nome è uscito fuori all’esito di un faticoso compromesso, considerando che la prima scelta leghista, appoggiata dai pentastellati, sarebbe ricaduta su Paolo Savona, poi dirottato agli Affari europei.
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Attenzione alta – Così si spiega perché in queste ore si sta mettendo a fuoco l’importanza della partita: con un ministro di compromesso, le leve di potere azionabili dal Direttore generale del tesoro possono essere molto incisive. La Notizia del 15 maggio scorso aveva già rivelato che i grillini vorrebbero spingere verso questa poltrona <strong>Antonio Guglielmi</strong>, banchiere “eretico” di Mediobanca, con alcune idee eurocritiche che piacciono anche ad economisti di area Lega come Claudio Borghi e Alberto Bagnai. </div>
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Ma il posto fa parecchia gola anche i cosiddetti “poteri forti”. Per questo, dopo che il nome di Guglielmi è entrato nel circuito mediatico, si va facendo largo una sorta di reazione. </div>
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A muoversi è il presidente dell’Acri, <strong>Giuseppe Guzzetti</strong>, rappresentante di quelle fondazioni che detengono anche il 16% della Cassa Depositi e Prestiti. Guzzetti, 83 anni, da oggi è a Parma per il suo ultimo congresso dell’associazione. L’anno prossimo lascerà, non senza aver fatto il tentativo di lasciare una situazione congeniale al suo mondo. In tal senso sembrerebbe voler spingere per la promozione alla Direzione generale del Tesoro di <strong>Alessandro Rivera</strong>, alto funzionario di via XX settembre che oggi guida la Direzione sistema bancario, proprio quella che tra l’altro vigila sul sistema delle Fondazioni. Intendiamoci, le medesime Fondazioni hanno il diritto di indicare il presidente della Cassa Depositi e Prestiti (anche in questo caso sin dal 5 aprile scorso La Notizia ha rivelato che le preferenze ricadono su Massimo Tononi, ex sottosegretario all’Economia con Prodi ed ex Goldman Sachs). Sulla carta altro non possono fare. Tanto meno possono mettere bocca sulla scelta dell’azionista Tesoro, il cui direttore generale però siede nel Cda della Cassa. Ecco spiegato il grande interesse di Guzzetti, e dei suoi due principali collaboratori, Matteo Melley (presidente della Fondazione Cassa di Risparmio della Spezia) e Francesco Profumo (presidente della Compagnia Sanpaolo), per la scelta del Direttore generale del Tesoro.
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Il contesto – è un segno dei vecchi poteri che non vogliono mollare, verosimilmente intimoriti dalla nuova era giallo-verde. Ma la poltrona in questione è monitorata con grande attenzione anche dal presidente della Bce, Mario Draghi. Il quale, non per niente, negli ultimi sei anni l’ha presidiata attraverso un suo fedelissimo, <strong>Vincenzo La Via</strong>. Insomma, nella scelta del nuovo Direttore generale di via XX Settembre i pentaleghisti dovranno vedersela con le istanze delle fondazioni e quelle provenienti da Francoforte. Quanto a Guzzetti, l’eredità che vorrebbe lasciare prevederebbe anche <strong>Dario Scannapieco</strong> (altro Draghi boy) come Ad della Cassa e <strong>Fabrizio Palermo</strong> come Direttore generale della medesima. Ma queste scelte spettano al Governo, ora non più così facilmente influenzabile.</div>
autorehttp://www.blogger.com/profile/03287004444223234446noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-9088638705308007848.post-12160560051383336652018-06-06T00:30:00.000+02:002018-06-06T00:30:09.652+02:00Assunzioni nel pubblico impiego, arriva la riforma dei concorsi<div style="text-align: justify;">
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<a href="http://www.ilsole24ore.com/art/norme-e-tributi/2018-04-28/assunzioni-pubblico-impiego-arriva-restyling-concorsi-110636.shtml?uuid=AEiiUJfE">Articolo di Arturo Bianco pubblicato il 30 aprile 2018 su Il Sole 24 ore</a><br />
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Obbligo per le amministrazioni statali e invito a quelle regionali e locali a concorsi unici, ad aderire <strong>al portale nazionale e a formare albi dei componenti delle commissioni tra</strong> cui scegliere con sorteggio. </div>
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Sono queste le scelte di maggiore rilievo contenute nelle <strong>Linee Guida</strong> sui concorsi che sono state predisposte dal ministro per la Semplificazione e la Pubblica amministrazione e che, avendo ottenuto il parere positivo della Conferenza Unificata, stanno per essere emanate dopo l’ultimo passaggio in Corte dei conti.
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Occorre ricordare che non è definito se e quanto questo documento sia vincolante per le amministrazioni non statali. </div>
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In ogni caso, tutte le Pubbliche amministrazioni devono adeguare i propri regolamenti, soprattutto per gli aspetti principali. </div>
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In primo luogo, va rilevata la necessità di trovare un punto di incontro ragionevole tra i requisiti, la preferenza per procedure semplici anche automatizzate e la procedura concorsuale (esami, titoli, titoli ed esami, corso concorso o selezione per l'accertamento della professionalità richiesta).
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<strong><u>Concorsi unici indetti dalla Funzione pubblica</u></strong> </div>
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Il documento impone alle amministrazioni statali e suggerisce a quelle non statali (quindi a regioni, enti locali e sanità) il ricorso, soprattutto per la dirigenza e per i profili comuni, a concorsi unici indetti dalla Funzione pubblica, che si avvale al riguardo della Commissione Ripam e dell'associazione Formez Pa. </div>
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Alle amministrazioni regionali e locali viene inoltre suggerito di dare corso a esperienze di gestione associata delle procedure concorsuali, per evitare la “polverizzazione” del reclutamento. Allo stesso scopo risponde un’altra indicazione presente nelle istruzioni, vale a dire lo stimolo a realizzare procedure unificate per parti comuni delle procedure concorsuali, a partire dalle preselezioni.
Viene dettato il vincolo per le amministrazioni statali, che si trasforma in un suggerimento per gli altri enti, di aderire al portale nazionale del reclutamento, che dovrà contenere le informazioni sia sui concorsi che vengono indetti sia su quelli già espletati. Nell’individuazione dei requisiti che i candidati devono possedere, viene suggerito di tener conto sia del collegamento con la professionalità sia della platea dei soggetti che ne sono in possesso, così da evitare di ridurre eccessivamente il numero dei partecipanti.
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<u>
<strong>Requisiti più stretti sui titoli</strong></u>
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<div style="text-align: justify;">
Gli enti possono prevedere per le figure apicali anche non dirigenti, il possesso del requisito del dottorato di ricerca, oltre alla sua valorizzazione in termini di punteggio. Nella scelta dei titoli, da bilanciare tra quelli di servizio (che privilegiano chi è già un dipendente pubblico) e gli altri, si devono il più possibile evitare discriminazioni nei confronti dei più giovani e dei candidati esterni.Le prove concorsuali, siano esse scritte, orali o pratiche, si devono caratterizzare soprattutto per l'accertamento della capacità di mettere in pratica le conoscenze possedute e, in questo modo, di risolvere i problemi aperti, evitando quindi gli eccessi di nozionismo.
Già nelle eventuali preselezioni, la riduzione della platea dei candidati deve essere perseguita privilegiando soprattutto il merito, le competenze professionali e le capacità operative. </div>
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La Funzione pubblica per i concorsi unici per le amministrazioni statali attiverà un albo dei commissari tra cui scegliere sulla base di sorteggi: lo stesso metodo viene suggerito a tutte le Pubbliche amministrazioni, ferma restando la necessità di dare applicazione ai vincoli dettati dalla normativa anticorruzione e di rispettare i tetti di spesa previsti per ogni comparto.</div>
autorehttp://www.blogger.com/profile/03287004444223234446noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-9088638705308007848.post-51024804186919142112018-06-05T10:29:00.003+02:002018-06-05T10:29:40.267+02:00In G.U. il decreto delle nomine del Governo <div style="text-align: justify;">
Pubblicati in Gazzetta ufficiale i decreti del presidente della Repubblica per la nomina dei nuovi membri del Governo.
In particolare, sono stati pubblicati i decreti per <a href="http://www.gazzettaufficiale.it/atto/serie_generale/caricaDettaglioAtto/originario?atto.dataPubblicazioneGazzetta=2018-06-04&atto.codiceRedazionale=18A03966&elenco30giorni=false">l’attribuzione delle funzioni</a> di vicepresidente del Consiglio al ministro dell'Interno, Matteo Salvini, e al ministro dello Sviluppo economico e del Lavoro, Luigi Di Maio.
Pubblicato anche il <a href="http://www.gazzettaufficiale.it/atto/serie_generale/caricaDettaglioAtto/originario?atto.dataPubblicazioneGazzetta=2018-06-04&atto.codiceRedazionale=18A03968&elenco30giorni=false">decreto di nomina </a>di Giancarlo Giorgetti a sottosegretario a Palazzo Chigi.
Infine in Gazzetta anche i <a href="http://www.gazzettaufficiale.it/atto/serie_generale/caricaDettaglioAtto/originario?atto.dataPubblicazioneGazzetta=2018-06-04&atto.codiceRedazionale=18A03967&elenco30giorni=false">conferimenti degli incarichi</a> ai ministri senza portafoglio: Riccardo Fraccaro, Rapporti con il Parlamento e la democrazia diretta;
Giulia Bongiorno, Pubblica amministrazione; Erika Stefani, Affari regionali e autonomie; Barbara Lezzi, Sud; Lorenzo Fontana, Famiglia e disabilità; Paolo Savona, Affari europei.
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autorehttp://www.blogger.com/profile/03287004444223234446noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-9088638705308007848.post-57286249178745991752018-06-05T06:21:00.000+02:002018-06-05T06:21:12.776+02:00Grandi manovre all'Agenzia dell'entrateStralcio dell'articolo di Giacomo Amadori per “<a href="https://www.laverita.info/">la Verità</a>”
pubblicato su <a href="http://www.dagospia.com/rubrica-3/politica/renzi-boschi-si-ricordano-amici-premi-contratti-prorogati-175322.htm">Dagospia </a><br />
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Grandi manovre si sono registrate anche in altre riserve di caccia della vecchia nomenclatura di centrosinistra. </div>
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Per esempio all' Agenzia delle entrate, guidata da <strong>Ernesto Maria Ruffini</strong>, il «tecnico» che ha calpestato il palcoscenico della Leopolda renziana a partire dalla sua prima edizione. </div>
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L'ultimo arrivato nel suo regno è il capo ufficio stampa <strong>Salvatore Padula</strong>. Dopo le elezioni del 4 marzo, Ruffini aveva chiamato nella sua squadra il direttore degli Affari legali <strong>Laura Salvati</strong> e il direttore della divisione Servizi <strong>Valerio Barbantini</strong>, dirigenti che resteranno sul groppone del suo successore.
Padula, assunto con un contratto da esterno per tre anni a partire da maggio, è andato ad affiancare il portavoce di Ruffini, <strong>Giovanni Bartoloni</strong> (un altro esterno, che vanta anche un incarico come assistente del parlamentare europeo Enrico Gasbarra del Pd) e l' ex capo ufficio stampa <strong>Sergio Mazzei</strong>, passato al sito Web e ai social media. Prima dell' arrivo di Bartoloni e Padula, Mazzei faceva da solo quello che ora fanno in tre, il che si traduce per noi cittadini in due stipendi in più sopra i 100 mila euro da pagare ai due esterni Padula e Bartoloni</div>
autorehttp://www.blogger.com/profile/03287004444223234446noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-9088638705308007848.post-82470698237303456632018-06-04T11:00:00.003+02:002018-06-04T11:00:40.916+02:00Il calciomercato dei grand commis <div style="text-align: justify;">
Come accade ad ogni cambio di governo, in queste ore a Roma si sta combattendo una battaglia di potere senza quartiere intorno alla scelta dei capi di gabinetto dei ministeri. </div>
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Li chiamano grand commis, mandarini, uomini-ombra ma come nel calcio mercato vengono "capati" ogni volta con frenetiche trattative dai ministri, ancora frastornati dalla nomina talvolta inaspettata, soprattutto fra magistrati amministrativi, consiglieri di Stato e consiglieri parlamentari. I protagonisti della selezione, feroce e al tempo stesso dilettantesca, raccontano di primi incontri già al ricevimento al Quirinale dopo il giuramento dei ministri. E poi di incontri riservati, telefonate e cene lontane da occhi indiscreti. </div>
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Alla fine emergeranno dalla zuffa figure professionali - peraltro quasi tutte già sperimentate nei governi precedenti - che risulteranno decisive per il buon lavoro di un ministero. Uomini che faranno marciare le decisioni politiche perché conoscono gli infiniti meandri della legislazione italiana e molte maniglie delle porte giuste. Professionisti abituati a gestire con sapienza molto potere, staff qualificati e irrequieti, spesso grandi quantità di denaro e al tempo stesso capaci di offrire soluzioni ai desideri spesso astrusi dei loro ministri. Da questo punto di vista la nascita del governo Conte è già segnata da alcune differenze rispetto a quella del governo Renzi che fatalmente sarà il benchmark del nuovo esecutivo. L'allora segretario del Pd planò su Palazzo Chigi alla velocità della luce e con le idee chiarissime: già al primo consiglio dei ministri presieduto da Renzi fu nominata la figura chiave del segretario di Palazzo Chigi mentre il primo consiglio presieduto da Conte ha sorvolato sulla questione.
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I NOMI </div>
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In realtà il borsino di ieri dava in testa per questa casella il magistrato amministrativo <strong>Vincenzo Fortunato</strong>, uomo di esperienza unanimemente riconosciuta e costruita in vari ministeri. Con ogni probabilità la nomina dipenderà dalla distribuzione dei compiti operativi fra lo stesso premier Giuseppe Conte, avvocato che conosce benissimo il mondo dei giudici amministrativi essendo stato membro del Csm di questo segmento della magistratura, e il sottosegretario alla presidenza, il leghista Giancarlo Giorgetti, politico di lungo corso.
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Per il segretariato di Palazzo Chigi risultano essere in corsa anche i plurisperimentati consiglieri Carlo Deodato e <strong>Rino Terracciano</strong>. Nella rosa è presente anche il nome del professor <strong>Alfonso Celotto</strong>, una vita da civil servant con ministri di vario colore politico, che viene dato in corsa anche per le Infrastrutture e la Funzione Pubblica. </div>
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All'Economia sembra confermato il capo di gabinetto attuale: <strong>Roberto Garofoli</strong>, giudice del Consiglio di Stato e gran conoscitore dei dossier europei. </div>
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Ancora: fra le ipotesi sul tappeto c'è il ritorno al ministero dello Sviluppo, con Luigi Di Maio, di <strong>Vito Cozzoli</strong>, consigliere parlamentare che in quel ministero ha lavorato con Federica Guidi. Il caso segnala anche una differenza di comportamento fra i due partiti della coalizione. Chi sta osservando le mosse dei ministri riferisce che quelli della Lega sembrano affidarsi soprattutto a Giorgetti per avere dritte sulle scelte del loro staff mentre quelli dei 5Stelle sembrano muoversi ognuno per conto proprio, spesso sulla base di conoscenze o rapporti personali. </div>
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Articolo di Pirone Diodato pubblicato a pagina 8 de il Messaggero , </div>
autorehttp://www.blogger.com/profile/03287004444223234446noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-9088638705308007848.post-65856615539032691402018-06-04T10:34:00.000+02:002018-06-04T10:34:15.824+02:00La squadra di 8 «vice» e 35 sollosegretari <div style="text-align: justify;">
Lo schema è stato tracciato. Mancano i dettagli, ma per limarli e per varare anche sottosegretari e viceministri della squadra di governo bisognerà attendere qualche giorno. Cinque Stelle e Lega hanno definito la suddivisione dei ruoli — che al momento dovrebbero essere 5 viceministri e 20 sottosegretari per il M5S, 3 vice e 15 sottosegretari per il partito di Matteo Salvini — e ora la discussione si sposta all'interno delle due forze di maggioranza. </div>
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Discorso aperto, invece, per il dicastero dell'<strong>Economia</strong> con<strong> Stefano Buffagni</strong> — che ha curato in queste settimane il dossier sulle partecipate — in corsa, oltre a <strong>Laura Castelli</strong>, per il ruolo di viceministro (per la Lega rimangono in corsa <strong>Alberto Bagnai</strong> e <strong>Armando Siri</strong>). Ma i rumors danno la deputata piemontese anche come papabile neocapogruppo a Montecitorio. <br />
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Articolo di Buzzi Emanuele e Cremonesi Marco pubblicato sul Corriere della Sera di lunedì 4 giugno 2018, pagina 7
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autorehttp://www.blogger.com/profile/03287004444223234446noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-9088638705308007848.post-60370468125412552632018-06-01T13:33:00.000+02:002018-06-01T13:33:05.998+02:00Tria, Brunetta e FortunatoRoberto Petrini e Giovanna Vitale per “la Repubblica” scrivono come Giovanni Tria sia un uomo prudente, politicamente centrista, è da tempo vicino Forza Italia, amico fraterno di <strong>Renato Brunetta</strong>.
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Fu proprio il nuovo inquilino del Tesoro a sponsorizzare l'ingresso dell' ex ministro forzista a Tor Vergata, il quale nel 2010 lo ha poi nominato <strong>presidente alla Scuola dell'amministrazione</strong>, nonché suo consigliere al dicastero della Funzione pubblica. </div>
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I due giornalisti lanciano anche un'anticipazione sul grande ritorno a Capo di gabinetto del MEF: <strong>Vincenzo Fortunato</strong>, già potentissimo braccio destro di Giulio Tremonti in Via XX Settembre. </div>
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autorehttp://www.blogger.com/profile/03287004444223234446noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-9088638705308007848.post-90789533359492844572018-06-01T12:32:00.001+02:002018-06-01T12:32:31.836+02:00Chi è Giovanni Tria<div style="text-align: justify;">
Dopo 88 giorni di trattative a via XX Settembre arriverà, in quota Lega, Giovanni Tria, attuale preside della facoltà di Economia di Tor Vergata. </div>
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Vediamo chi è il nuovo ministro per R.Fe su <a href="http://www.ilsole24ore.com/art/notizie/2018-05-31/chi-e-giovanni-tria-possibile-nuovo-ministro-dell-economia-180747.shtml?uuid=AEcvcAyE">Il Sole 24 ore</a> .
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Critico nei confronti dell’euro ma europeista. </div>
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<strong>Favorevole alla flat tax</strong> da finanziare anche con l’aumento dell’Iva ma <strong>scettico sul reddito di citttadinza</strong>. </div>
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Sono alcuni dei tratti di Giovanni Tria, il ministro dell’Economia nel governo penta-leghista. Una casella destinata inizialmente a Paolo Savona, bocciato domenica scorsa dal presidente della Repubblica Sergio Mattarella per le sue posizioni anti-euro e che viene spostato agli Affari europei.
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Romano, 69 anni, una laurea in giurisprudenza, Tria è <strong>ordinario di Economia politica</strong> all’Università di Tor Vergata a Roma. </div>
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Fino al 2017 era presidente della <strong>Scuola nazionale dell’amministrazione</strong>. Nel suo curriculum anche un’esperienza alla World Bank come consulente per lo sviluppo in Etiopia ed Eritrea (ex colonie italiane).
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Tria ha espresso critiche al modo in cui è stata concepita l’integrazione europea, l’Ue e l’euro ma le sue posizioni sono lontane dalle quelle radicali di Savona, arrivato a immaginare insieme ad altri un “piano B” per l’uscita dell’Italia dalla moneta unica. Tria, in un <a href="http://www.ilsole24ore.com/art/notizie/2018-05-31/chi-e-giovanni-tria-possibile-nuovo-ministro-dell-economia-180747.shtml?uuid=AEcvcAyE">intervento pubblicato sul Sole 24 Ore del 9 marzo 2017</a>, firmato con l’ex ministro di Forza Italia Renato Brunetta, scriveva: «<em>Non ha ragione chi invoca l’uscita dall’euro senza se e senza ma come panacea di tutti i mali, ma non ha ragione neanche il presidente della Banca centrale europea, Mario Draghi, quando dice che “l’euro è irreversibile”, se non chiarisce quali sono le condizioni e i tempi per le necessarie riforme per la sua sopravvivenza. Anche perché il maggior pericolo è l’implosione non l’exit</em>».
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Il 14 maggio scorso, sul sito <a href="http://24o.it/links/?uri=http://formiche.net/2018/05/tria-di-maio-salvini-ministro/&from=Chi+%C3%A8+Giovanni+Tria%2C+ministro+dell%E2%80%99Economia+%C2%ABin+pectore%C2%BB.+%C2%ABFlat+tax%3F+Si+pu%C3%B2+finanziare+con+l%E2%80%99aumento+dell%E2%80%99Iva%C2%BB">Formiche</a>, Tria aveva pubblicato un commento sulle misure contenute nel contratto di governo siglato tra Lega e Movimento 5 Stelle, base per il nuovo Governo. </div>
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A proposito del reddito di cittadinanza premetteva: «<em>Non sappiamo ancora cosa sarà</em>» e, quindi, non si conoscono «<em>le risorse richieste e l’ampiezza del pubblico dei beneficiari</em>». E aggiungeva: «<em>Sembra oscillare tra un’indennità di disoccupazione un poco rafforzata (...) e un provvedimento, improbabile, tale da configurare una società in cui una parte della popolazione produce e l’altra consuma</em>».
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L’obiettivo della flat tax, invece, veniva definito «<em>più interessante</em>». «<em>Coincide con l’obiettivo di riduzione della pressione fiscale come condizione di una politica di crescita, soprattutto se si vede questo obiettivo non tanto come un modo per aumentare il reddito spendibile di famiglie e imprese, e quindi sostenere la domanda interna, ma come un modo per aumentare il rendimento dei fattori produttivi, lavoro e capitale, e quindi anche degli investimenti</em>».
Il ministro dell’Economia «in pectore» indica anche la fonte di finanziamento dell’operazione, almeno per una «parte consistente». «Non si vede - scriveva Tria - perché non si debbano far scattare le clausole di salvaguardia di aumento dell’Iva». Vedremo se, una volta in carica, confermerà il suo convincimento</div>
autorehttp://www.blogger.com/profile/03287004444223234446noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-9088638705308007848.post-6005084469407982302017-11-23T12:37:00.001+01:002017-11-23T12:37:30.006+01:00l’esperta del ministero dell’Economia che vendeva i segreti fiscali del governo<div style="text-align: justify;">
Sta facendo scalpore tra i corridoi del palazzo di via XX settembre la notizia pubblicata dal <a href="http://milano.corriere.it/notizie/cronaca/17_novembre_21/esperta-ministero-dell-economia-vendeva-segreti-fiscali-governo-8166cbf4-cf08-11e7-bf2a-292d3c6f067f.shtml?refresh_ce-cp">Corriere della Sera</a> sulle accuse formulate dalla procura di Milano alla consigliera del ministro Susanna Masi.
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Secondo Luigi Ferrarella, autore dell'articolo, <em>dal 2013 a gennaio 2015 i contenuti riservati (e destinati in taluni casi a rimanere segreti) delle discussioni sulle normative fiscali in seno al governo e al Consiglio dei ministri sono state, in cambio di un compenso di almeno 220.000 euro, rivelati «in diretta» al colosso della consulenza legale tributaria Ernst & Young dalla ex professionista del gruppo entrata a fine 2012 (governo Monti) nella segreteria tecnica del sottosegretario all’Economia Vieri Ceriani, e poi divenuta consigliere in materia fiscale sia (nel governo Letta) del ministro dell’Economia Fabrizio Saccomanni, sia (nel governo Renzi) dell’attuale ministro Pier Carlo Padoan, venendo nel giugno 2015 nominata tra i 5 consiglieri di amministrazione di Equitalia spa.</em></div>
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<em><br /></em></div>
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In merito all'eventuale conflitto di interessi di Susanna Masi era intervenuto già il 3 maggio scorso l'informatissimo <a href="http://www.lanotiziagiornale.it/padoan-consulenti-immobiliare-scalera-masi-idea-fimit-tesoro/">Stefano Sansonetti su LaNotizia</a> sollevando dei legittimi dubbi sul fatto che due consiglieri economici del ministro dell’economia, Pier Carlo Padoan, erano stati nominati negli organi di vertice della più importante società immobiliare italiana a capitale prevalentemente privato.<br />
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Non è un fulmine a ciel sereno...</div>
autorehttp://www.blogger.com/profile/03287004444223234446noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-9088638705308007848.post-191904570848446242017-11-21T01:00:00.000+01:002017-11-21T01:00:05.376+01:00Come diventare dirigente in pubblica amministrazione<div style="text-align: justify;">
Articolo pubblicato su <a href="https://www.laleggepertutti.it/182717_come-diventare-dirigente-in-pubblica-amministrazione">La legge per tutti</a></div>
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Gli incarichi dirigenziali all’interno delle pubbliche amministrazioni rappresentano, oggi, un traguardo lavorativo molto ambito. E ciò soprattutto per la stabilità del posto e della remunerazione che essi garantiscono. </div>
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Tuttavia non sempre risulta immediatamente comprensibile quale sia la strada per assumere incarichi dirigenziali pubblici e ciò perché l’attribuzione della qualifica di dirigente è disciplinata dalla legge e soprattutto da regolamenti attuativi. Ecco dunque di seguito una breve guida che sintetizza come fare per diventare dirigente in pubblica amministrazione.
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<strong>La funzione di dirigente</strong>
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Il ruolo e i compitio dei dirigenti sono oggi espressamente previsti dalla legge sull’ordinamento del lavoro alle dipendenze delle pubbliche amministrazioni.
Il dirigente, nella pubblica amministrazione italiana, è un impiegato statale dello Stato o di un altro ente pubblico, incaricato di dirigere un ufficio.
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In ogni amministrazione dello Stato, anche ad ordinamento autonomo, è istituito il ruolo dei dirigenti, che si articola nella prima e nella seconda fascia, nel cui ambito sono definite apposite sezioni in modo da garantire la eventuale specificità tecnica.
In linea generale, ai dirigenti spetta l’adozione degli atti e provvedimenti amministrativi, compresi tutti gli atti che impegnano l’amministrazione verso l’esterno, nonché la gestione finanziaria, tecnica e amministrativa mediante autonomi poteri di spesa, di organizzazione delle risorse umane, strumentali e di controllo. Essi sono responsabili in via esclusiva dell’attività amministrativa, della gestione e dei relativi risultati.
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Nello specifico, ai dirigenti sono attribuiti tra gli altri i seguenti compiti e poteri:
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<ul>
<li><div style="text-align: justify;">
formulano proposte ed esprimono pareri ai dirigenti degli uffici dirigenziali generali; </div>
</li>
<li><div style="text-align: justify;">
curano l’attuazione dei progetti e delle gestioni ad essi assegnati dai dirigenti degli uffici dirigenziali generali, adottando i relativi atti e provvedimenti amministrativi ed esercitando i poteri di spesa e di acquisizione delle entrate; </div>
</li>
<li><div style="text-align: justify;">
svolgono tutti gli altri compiti ad essi delegati dai dirigenti degli uffici dirigenziali generali; </div>
</li>
<li><div style="text-align: justify;">
dirigono, coordinano e controllano l’attività degli uffici che da essi dipendono e dei responsabili dei procedimenti amministrativi, anche con poteri sostitutivi in caso di inerzia; </div>
</li>
<li><div style="text-align: justify;">
concorrono all’individuazione delle risorse e dei profili professionali necessari allo svolgimento dei compiti dell’ufficio cui sono preposti; </div>
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<li><div style="text-align: justify;">
provvedono alla gestione del personale e delle risorse finanziarie e strumentali assegnate ai propri uffici; </div>
</li>
<li><div style="text-align: justify;">
effettuano la valutazione del personale assegnato ai propri uffici, nel rispetto del principio del merito, ai fini della progressione economica e tra le aree, nonché della corresponsione di indennità e premi incentivanti. </div>
</li>
</ul>
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La qualifica di dirigente è distinta in prima e seconda fascia. </div>
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Infatti, in ogni amministrazione dello Stato è istituito il ruolo dei dirigenti, che si articola nella prima e nella seconda fascia.
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<strong>Accesso alla qualifica di dirigente di seconda fascia</strong>
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L’accesso alla qualifica di dirigente di seconda fascia presso le amministrazioni statali, anche ad ordinamento autonomo, e presso gli enti pubblici non economici avviene per concorso indetto dalle singole amministrazioni, o per corso-concorso selettivo di formazione bandito dalla Scuola superiore della pubblica amministrazione (S.S.P.A.), secondo le modalità stabilite da apposito regolamento.
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Quanto al concorso pubblico, si tratta di concorso per titoli ed esami, indetto dalle singole amministrazioni, nella percentuale massima del cinquanta per cento dei posti da ricoprire e si articola nello svolgimento di due prove scritte ed una prova orale.
La commissione esaminatrice del concorso è nominata con decreto dell’organo di governo dell’amministrazione che indice il concorso, ed è composta da un numero dispari di membri, di cui uno con funzioni di presidente.
Quanto al corso–concorso indetto dalla Scuola superiore della pubblica amministrazione, esso ha una durata di dodici mesi, riguarda una percentuale non inferiore al cinquanta per cento dei posti da ricoprire e si articola in tre prove scritte, di cui una sulla conoscenza della lingua straniera, ed in una prova orale.</div>
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Alla procedura del corso-concorso possono essere ammessi:
i soggetti muniti di laurea nonché di uno seguenti titoli: </div>
<ul>
<li><div style="text-align: justify;">
laurea specialistica, diploma di specializzazione, dottorato di ricerca, o altro titolo post-universitario rilasciato da istituti universitari o stranieri, ovvero da primarie istituzioni formative pubbliche o private; </div>
</li>
<li><div style="text-align: justify;">
i dipendenti di ruolo delle pubbliche amministrazioni, muniti di laurea, che abbiano compiuto almeno cinque anni di servizio svolti in posizioni funzionali per l’accesso alle quali è richiesto il possesso del diploma di laurea; </div>
</li>
<li><div style="text-align: justify;">
i dipendenti di strutture private, collocati in posizioni professionali equivalenti a quelle previste per i dipendenti pubblici relativamente al concorso pubblico per esami, che devono essere muniti del diploma di laurea e avere maturato almeno cinque anni di esperienza lavorativa in tali posizioni professionali all’interno delle strutture stesse. </div>
</li>
</ul>
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<div>
</div>
<div style="text-align: justify;">
<strong>
Accesso alla qualifica di dirigente della prima fascia</strong>
</div>
<div style="text-align: justify;">
L’accesso alla qualifica di dirigente di prima fascia nelle amministrazioni statali, anche ad ordinamento autonomo, e negli enti pubblici non economici avviene, per il cinquanta per cento dei posti, calcolati con riferimento a quelli che si rendono disponibili ogni anno per la cessazione dal servizio dei soggetti incaricati, tramite concorso pubblico per titoli ed esami indetto dalle singole amministrazioni.
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Al concorso pubblico, per titoli ed esami, a tempo indeterminato finalizzato all’accesso alla qualifica di dirigente della prima fascia sono ammessi i dirigenti di ruolo delle pubbliche amministrazioni che hanno maturato almeno cinque anni di servizio nei ruoli della dirigenza di seconda fascia, muniti della laurea magistrale o quella ad essa equiparata del diploma di laurea del precedente ordinamento.
Per poter partecipare alla procedura concorsuale è necessario essere in possesso della qualifica di dirigente della seconda fascia a seguito di superamento di un concorso pubblico ed aver maturato almeno cinque anni di servizio nella predetta qualifica.
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I vincitori del concorso sono assunti dall’amministrazione e, anteriormente al conferimento dell’incarico, sono tenuti all’espletamento di un periodo di formazione presso uffici amministrativi di uno Stato dell’Unione europea o di un organismo comunitario o internazionale. In ogni caso il periodo di formazione è completato entro tre anni dalla conclusione del concorso.</div>
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autorehttp://www.blogger.com/profile/03287004444223234446noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-9088638705308007848.post-80345035045924367832017-11-20T01:00:00.000+01:002017-11-20T01:00:19.072+01:00Cloudify NoiPA: un sistema unico per la gestione del personale della PA<div style="text-align: justify;">
articolo di Michela Stentella pubblicato su <a href="http://www.forumpa.it/pa-digitale/cloudify-noipa-un-sistema-unico-per-la-gestione-del-personale-della-pa">Forum PA</a><br />
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Gestire tutto il patrimonio di risorse umane della Pubblica amministrazione attraverso un unico sistema che comprenda quindi: servizi anagrafici, servizi stipendiali, servizi di rilevazione presenze, servizi giuridici (dall’assunzione al collocamento a riposo), servizi HR evoluti. </div>
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<strong>Questo l’obiettivo del progetto</strong> Cloudify NoiPA, che si basa sull’evoluzione di NoiPA, il sistema di gestione del Personale del Ministero dell’Economia e delle Finanze che attualmente viene utilizzato per l’erogazione delle buste paga di circa due milioni di dipendenti pubblici. </div>
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Il progetto è finanziato dall’<strong>Agenzia per la Coesione Territoriale</strong> all’interno del PON Governance e Capacità Istituzionale 2014 – 2020 FSE/FESR e vede DXC come partner tecnologico. Ma Cloudify NoiPA, oltre a generare un sistema che consente di governare tutto ciò che attiene all’HR pubblico, sarà anche una grande miniera di informazioni utili per i decisori pubblici.
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<strong>NoiPA: un servizio in evoluzione</strong>
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NoiPA, al momento, è essenzialmente un sistema di pagamento degli stipendi che coinvolge più di due milioni di dipendenti pubblici, includendo tutte le PA centrali e tutto il mondo scuola, oltre a Polizia di Stato e Forze armate. </div>
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Il Piano Triennale per l'Informatica nella Pubblica amministrazione, emanato nel maggio scorso, attribuisce a NoiPA il ruolo di infrastruttura immateriale nazionale e vede nel sistema una piattaforma abilitante per uniformare i sistemi di gestione di tutto il personale pubblico. Sostanzialmente lo considera come un unico shared service che può essere utilizzato da tutta la PA. Il Piano triennale auspica quindi di estendere il sistema a tutte le pubbliche amministrazioni, comprendendo il comparto sanità e gli enti locali. Questo significa passare potenzialmente (perché non c’è una norma che imponga alle amministrazioni di entrare a far parte del mondo NoiPA) da due a tre milioni di persone coinvolte, ma soprattutto passare da circa 90 enti serviti a circa 11mila. </div>
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Per questo la direzione del MEF sta per lanciare un applicativo tramite il quale le PA potranno inserire la propria manifestazione di interesse ad entrare nel sistema, in modo da capire come gestire questo passaggio.
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<strong>Soluzioni cloud per una maggiore flessibilità</strong>
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Oltre al salto quantitativo, riguardante il numero di utenti coinvolti, come detto in apertura NoiPA ha avviato un grande salto anche qualitativo, grazie al progetto Cloudify NoiPA, la cui realizzazione tecnologica è affidata a DXC. Il progetto, che prevede nell’arco di otto anni la trasformazione del modello architetturale e del modello di erogazione dei servizi di NoiPA, è partito operativamente nel luglio scorso. Entro giugno 2018 dovrebbe essere completato il nuovo sistema economico e giuridico per le amministrazioni centrali. Seguiranno sei mesi circa di change management, quindi assestamento e migrazione dei dati da parte delle PA centrali e dal 1 gennaio 2019 dovrebbe essere tutto pronto per attivare il sistema a chi ne farà richiesta. Dal secondo semestre del 2018 si avvierà anche il processo per il comparto Forze armate.
Quindi, riepilogando, il progetto prevede di: allargare la platea di Amministrazioni servite; implementare la quantità e la tipologia dei servizi messi a diposizione; innovare il modello di erogazione e favorire un percorso di trasformazione digitale che utilizzi i nuovi paradigmi del cloud e dei big data.
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<strong>Perché soluzioni cloud? </strong></div>
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Perché sono soluzioni modulabili e scalabili, ogni amministrazione deciderà in base alle proprie esigenze di attivare il pacchetto di servizi che più gli interessa. Il sistema non dovrebbe avere bisogno di particolari tecnicismi per essere configurato. Il risultato sarà un portale dal quale ogni dipendente, accedendo con le proprie credenziali, atterrerà sulla pagina della propria amministrazione e avrà quindi a disposizione i servizi da questa attivati.
A progetto concluso avremo la più grande piattaforma pubblica italiana di servizi in cloud, superando l’attuale frammentazione di servizi per la gestione del personale e centralizzando le infrastrutture utilizzate per erogarli.
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<strong>Una immensa banca dati a disposizione dei decisori pubblici</strong></div>
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Cloudify NoiPA, oltre a generare un sistema che consente di governare tutto ciò che attiene all’HR pubblico, darà anche vita a un grande database della PA ed è questo il grande valore aggiungo del progetto: creare un punto di accesso a un patrimonio informativo unico, con informazioni affidabili, tempestive e strutturate, che potrà essere utilizzato a livello strategico da policy maker e decisori politici. </div>
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<strong>Come?</strong> </div>
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Consentirà, per esempio, di capire se l’allocazione del personale è corretta, se ci possono essere fenomeni di migrazione tra un ente e un altro, di verificare l’età media dell’impiegato pubblico e quindi capire quali saranno gli effetti dei pensionamenti ed eventualmente ipotizzare assunzioni per rimpiazzare le competenze che verranno a mancare. Tra le potenzialità c’è anche la realizzazione della famosa “banca dati delle competenze”, una libreria dove tutte le competenze dei dipendenti vengono categorizzate e classificate in modo tale da poter utilizzare le risorse migliori nei diversi ruoli. Se la riforma Madia parla a livello dirigenziale di ruolo unico, anche a livello di mobilità collettiva si dovrà tenere conto dei flussi e dei numeri delle varie amministrazioni proprio per cercare di ottimizzare le risorse della PA.
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<strong>L’utente al centro della progettazione del servizio</strong>
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Uno spazio sul sito www.cloudifynoipa.it per raccogliere proposte e suggerimenti su come impostare il nuovo servizio e incontri con le amministrazioni per confrontarsi sui requisiti del sistema: queste le attività messe in campo dal MEF per costruire il nuovo NoiPA sulla base delle esigenze che arrivano proprio da chi utilizzerà la piattaforma. Perché l’innovazione, come in tutti i processi più avanzati, deve essere allo stesso tempo tecnologica, organizzativa e culturale.</div>
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autorehttp://www.blogger.com/profile/03287004444223234446noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-9088638705308007848.post-46032274613652920172017-11-15T15:11:00.000+01:002017-11-15T15:11:13.146+01:00tavolo sulle performance<div style="background-color: white; box-sizing: border-box; color: #444444; font-family: "Helvetica Neue", Helvetica, Arial, sans-serif; font-size: 14px; line-height: 21px; text-align: justify;">
<span style="box-sizing: border-box; font-family: Verdana, sans-serif; font-size: 11pt; line-height: 22px; margin: 0px;">Ricevo da Uilpa e pubblico</span></div>
<div style="background-color: white; box-sizing: border-box; color: #444444; font-family: "Helvetica Neue", Helvetica, Arial, sans-serif; font-size: 14px; line-height: 21px; text-align: justify;">
<span style="box-sizing: border-box; font-family: Verdana, sans-serif; font-size: 11pt; line-height: 22px; margin: 0px;"><br /></span></div>
<div style="background-color: white; box-sizing: border-box; color: #444444; font-family: "Helvetica Neue", Helvetica, Arial, sans-serif; font-size: 14px; line-height: 21px; text-align: justify;">
<span style="box-sizing: border-box; font-family: Verdana, sans-serif; font-size: 11pt; line-height: 22px; margin: 0px;">Sono in corso di svolgimento una serie di tavoli tecnici, promossi dall’Amministrazione ai fini della predisposizione di un sistema di valutazione della performance per il personale del MEF, ai quali siamo stati invitati a partecipare insieme a tutte le altre OO.SS. maggiormente rappresentative.</span></div>
<div style="background-color: white; box-sizing: border-box; color: #444444; font-family: "Helvetica Neue", Helvetica, Arial, sans-serif; font-size: 14px; line-height: 21px; text-align: justify;">
<span style="box-sizing: border-box; font-family: Verdana, sans-serif; font-size: 11pt; line-height: 22px; margin: 0px;">La scorsa settimana si è svolto un primo incontro interlocutorio, durante il quale l’Amministrazione, dopo aver nuovamente illustrato i contenuti del documento di policy precedentemente trasmesso alle Organizzazioni Sindacali, ha ribadito, alla luce della necessità di dotarsi di un piano per la misurazione e valutazione della performance, scaturita da una sentenza del Consiglio di Stato del 2016, e tenendo conto delle modifiche al D. lgs. n. 150/2009 apportate dal D. lgs. n. 74/2017, la volontà di intraprendere un percorso comune con i rappresentanti dei lavoratori per definire la materia col massimo grado di condivisione possibile.</span></div>
<div style="background-color: white; box-sizing: border-box; color: #444444; font-family: "Helvetica Neue", Helvetica, Arial, sans-serif; font-size: 14px; line-height: 21px; text-align: justify;">
<span style="box-sizing: border-box; font-family: Verdana, sans-serif; font-size: 11pt; line-height: 22px; margin: 0px;"></span></div>
<a name='more'></a>Una delle OO.SS. presenti al tavolo ha preliminarmente precisato di non aver intenzione di dare il proprio contributo alla discussione, limitandosi ad un presenza di carattere “informativo”. Tale scelta è assolutamente legittima e rispettabile purché, aggiungiamo noi, le informazioni portate all’esterno siano attendibili ed obiettive, soprattutto se riguardano le azioni di altre parti: parlare di “complicità” degli altri sindacati o di “elogi” spesi per il metodo di lavoro appare alquanto riduttivo, incompleto o, peggio, fuorviante.<br />
<div style="background-color: white; box-sizing: border-box; color: #444444; font-family: "Helvetica Neue", Helvetica, Arial, sans-serif; font-size: 14px; line-height: 21px; text-align: justify;">
<span style="box-sizing: border-box; font-family: Verdana, sans-serif; font-size: 11pt; line-height: 22px; margin: 0px;">Se infatti non può essere negato l’apprezzamento per un approccio che non preveda imposizioni di sorta o provvedimenti calati dall’alto già preconfezionati ed immodificabili, la UIL ha chiaramente esplicitato il concetto per cui l’input per la creazione di una infrastruttura metodologica che si prefigga di valutare il rendimento dei dipendenti è e resta un onere del datore di lavoro non delegabile alle parti sociali, le quali possono sì dare un contributo fattivo, anche alla luce dei riflessi economici che tale rilevamento necessariamente potrà produrre in materia di compensi accessori e progressioni economiche, ma certamente non possono assumersi la primigenia di un sistema, la cui realizzazione è necessità preponderante dell’Amministrazione.</span></div>
<div style="background-color: white; box-sizing: border-box; color: #444444; font-family: "Helvetica Neue", Helvetica, Arial, sans-serif; font-size: 14px; line-height: 21px; text-align: justify;">
<span style="box-sizing: border-box; font-family: Verdana, sans-serif; font-size: 11pt; line-height: 22px; margin: 0px;">Oggi è in programma un secondo tavolo operativo, dal quale dovrebbero scaturire elementi più specifici e definiti di cui vi terremo, ovviamente, aggiornati.</span></div>
autorehttp://www.blogger.com/profile/03287004444223234446noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-9088638705308007848.post-81053559510057977082017-11-14T10:01:00.000+01:002017-11-14T10:01:01.127+01:00Statali, "a rischio ferie per esami e terapie"<div style="text-align: justify;">
Mangiarsi le ferie per sottoporsi a esami diagnostici o fare terapie riabilitative. </div>
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E' quanto viene proposto agli statali che dovessero superare un tetto di 18 ore di permessi per tali esigenze, in pratica tre giorni. A segnalarlo è la Confederazione generale sindacale, facendo riferimento a una bozza consegnata ai sindacati nella trattativa in corso all'Aran sul rinnovo contrattuale del comparto delle Funzioni centrali.
"Sono davvero poche 18 ore di permessi, perché superato il monte ore viene proposto di mangiarsi le ferie" spiega all'Adnkronos Rino Di Meglio, segretario della Confederazione generale sindacale-Cgs.
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"Fino ad oggi gli impiegati pubblici, per tali esigenze, (che hanno a che fare con la salute), hanno potuto mettersi in malattia - prosegue - ma in particolare per gli insegnanti e più in generale per chi lavora nella scuola, ad esempio, l'opzione ferie non è praticabile perché le ferie sono legate a determinati periodi. </div>
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Al di là del merito, se un insegnante dovesse fare una terapia a ottobre come fa a mettersi in ferie?" afferma ancora Di Meglio che è anche coordinatore nazionale della Gilda degli Insegnanti.
"A fronte di questa proposta dovremo trovare una posizione comune in tutti i comparti perché è probabile - prosegue il sindacalista - è sempre avvenuto, che determinate norme, su permessi e assenze, dagli statali poi vengano estese anche agli altri dipendenti pubblici".
Il capitolo permessi comunque è uno dei vari che scontenta Cgs. </div>
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Anche la parte economica, le risorse stanziate per i rinnovi, vengono ritenute insufficienti. Facendo i calcoli nel comparto Istruzione, infatti, al netto delle ritenute, l'aumento dovrebbe essere di circa 40 euro pro capite, che "appaiono del tutto insufficienti per un cambiamento significativo della situazione” conclude Di Meglio.</div>
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articolo pubblicato su <a href="http://www.adnkronos.com/soldi/economia/2017/11/13/statali-rischio-ferie-per-esami-terapie_ioKgHrxI0eODjl8KLqOGKP.html?refresh_ce">adnkronos</a></div>
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