venerdì 12 dicembre 2014

Visite guidate al palazzo delle Finanze

In occasione della chiusura del Semestre italiano di Presidenza UE, Sabato 13 dicembre 2014 dalle 9,30 alle 17,00, il Ministero dell'Economia e delle Finanze aprirà le porte ai cittadini per accompagnarli in visite guidate gratuite alla scoperta degli ambienti più rappresentativi del Palazzo delle Finanze: Sala della Maggioranza, Parlamentino, Sala Azzurra, Biblioteca storica e Scalone d'onore del Ministro.
Durante il percorso sarà anche possibile visitare Il Museo Numismatico della Zecca dell'Istituto Poligrafico e Zecca dello Stato, che ha prodotto la moneta celebrativa del Semestre. Nel Museo sono conservate 20.000 opere tra monete, medaglie, oggetti di conio e bozzetti in cera.
Le visite, curate da personale del Ministero, avranno la durata di 50/60 minuti per gruppi di 15/20 persone e l'ingresso sarà consentito da via XX Settembre 97, senza necessità di prenotazione.

giovedì 11 dicembre 2014

Vigilanza sull'osservanza delle disposizioni dirette ad accelerare il pagamento dei debiti commerciali delle Pp.Aa.

E' stata pubblicata la circolare della RGS (n.27 del 24 novembre 2014) rivolta ai rappresentanti del MEF negli organi di controllo delle amministrazioni pubbliche nella quale è riportato un promemoria delle attività che le pubbliche amministrazioni devono compiere in osservanza di specifiche disposizioni di legge, con l’indicazione dei soggetti coinvolti, delle sanzioni previste per i vari inadempimenti e degli organi tenuti alla verifica del rispetto delle singole disposizioni

lunedì 14 luglio 2014

Il ridimensionamento del MEF

Ricevo e pubblico da USB MEF

L’incontro del 9 luglio tra l’Amministrazione del MEF e le Organizzazioni Sindacali sullo schema di decreto di riorganizzazione del nostro dicastero ha dato indicazioni importanti sui cambiamenti in atto in termini di servizi e funzioni dello stesso MEF ed ovviamente anche sulle ricadute riguardanti i lavoratori che vi prestano servizio. In termini di fredda analisi burocratica, il DM ha recepito le indicazioni normative del DPCM 27/2/2013 n.67 che, a sua volta, deriva dalle specifiche disposizioni di tagli del DL 95 del 6/7/2012 convertito nella L.135 del 7/8/2012 (spending review). 
Tali indicazioni hanno determinato un drastico ridimensionamento delle posizioni dirigenziali non generali con relative riduzioni e/o accorpamenti di uffici e la soppressione delle prime 10 Ragionerie Territoriali dello Stato. 

martedì 8 luglio 2014

Nuovo CdA della Consip

Nel corso dell'assemblea degli azionisti della Consip è stato nominato il nuovo Consiglio di Amministrazione: Luigi Ferrara (Presidente), Domenico Casalino (Amministratore Delegato) e Marialaura Ferrigno (Consigliere). 
Il neo presidente Luigi Ferrara, da poche settimane capo del Dipartimento dell'Amministrazione Generale del Personale e dei Servizi del Ministero dell'Economia e delle Finanze subentra al dimissionario Antimo Prosperi.  

lunedì 7 luglio 2014

Riposi compensativi anche di più giorni

Articolo di Arturo Bianco pubblicato su Il Sole 24 Ore

Le attività aggiuntive svolte nella giornata di riposo settimanale devono essere compensante con una maggiorazione della retribuzione del 50% e con un riposo pari alla durata della prestazione aggiuntiva. Il riposo compensativo può anche superare la giornata, nel caso di prestazione che superi quella media giornaliera, va fruito di regola entro i 15 giorni successivi e può essere monetizzato. 
Sono queste le indicazioni, indubbiamente innovative, dettate dall'Aran. 
In premessa si deve ricordare che questa risposta si riferisce al caso di un dipendente che svolge la prestazione lavorativa durante la giornata di riposo settimanale, di norma la domenica, in aggiunta al suo normale orario di lavoro. 
Nel caso di prestazione svolta durante la domenica, senza che vi sia un carico orario aggiuntivo, non si applica questo istituto. Che, nella lettura dell'Aran, contestata dai sindacati (la giurisprudenza è divisa), non si applica neppure nel caso di svolgimento della prestazione, non aggiuntiva, in una giornata di festività infrasettimanale. 
In queste ipotesi per l'Aran matura solamente, se ne ricorrono le condizioni, il diritto alla indennità di turno festiva, quindi senza alcun recupero. 
La disciplina è contenuta nell'articolo 24, comma i, del contratto del 14 settembre 2000 (le "code contrattuali"), come modificato dal contratto del 5 ottobre 2OO1. 
Al lavoratore spetta la maggiorazione della retribuzione, che deve essere così calcolata: «fatto 100 il valore della retribuzione oraria.. l'importo del compenso dovuto al lavoratore sarà pari a 50 - e non a 150 per ogni ora di lavoro prestato». 
Al dipendente spetta una riposo compensativo che deve avere una durata pari alla prestazione aggiuntiva svolta. Nel caso quindi di prestazione di 12 ore e di orario di lavoro articolato su 6 giorni la settimana, cosicché la durata media di una giornata è di 6 ore, al dipendente devono essere concesse 2 giornate di riposo compensativo. Esso deve essere fruito entro i 15 giorni successivi: questo termine non ha in alcun modo «natura perentoria, ma sollecitatoria del corretto adempimento da parte del datore di lavoro pubblico». 
Molto innovativa la conclusione: essendo in presenza di un «riposo volto a consentire al lavoratore di godere di quello settimanale, espressamente garantito dalla legge come diritto soggettivo» esso può «essere anche non fruito ed essere sostituito da forme di monetizzazione». Superando cioè esigenze di recupero psico-fisico che sono alla base del riposo settimanale.

martedì 1 luglio 2014

Lettera del Ministro dell'Economia

E' iniziato oggi il Semestre di Presidenza italiana del Consiglio dell'Unione europea. 

C’è chi ne parla con sufficienza e chi eccede nella retorica. Per noi tutti del Ministero dell’Economia e delle Finanze saranno sei mesi speciali perché anche dal nostro lavoro dipenderà il futuro dell’Italia in Europa e la direzione che l’Unione Europea prenderà nella nuova legislatura. 

Fin qui ci siamo impegnati per mettere al centro del dibattito la crescita economica, indispensabile per creare nuova occupazione e dare un’opportunità di lavoro soprattutto alle giovani generazioni. 

Adesso è il momento di avanzare proposte concrete per realizzare questa prospettiva di crescita. Insisteremo sull’importanza delle riforme strutturali, degli investimenti e dell’integrazione dei mercati. Un pacchetto organico nel quale le politiche economiche si sostengano tra loro e con le altre riforme che hanno un impatto indiretto sull’economia. 

Molti di noi contribuiranno a questo processo con studi, idee, proposte, attività negoziali dall’Italia e a Bruxelles, per il Consiglio Economico e finanziario (Ecofin) e in collaborazione con la Presidenza del Consiglio dei Ministri e gli altri dicasteri. 

A tutti coloro che sono direttamente coinvolti in questo impegno e a tutti gli altri che continuano a svolgere la propria attività con dedizione rivolgo un augurio speciale di buon lavoro per i prossimi sei mesi. 

Pier Carlo Padoan

venerdì 27 giugno 2014

Più part-time per la staffetta nella Pa

L'operazione di svecchiamento delle pubbliche amministrazioni punterà molto sul part-time. Dopo il passo indietro sulla reintroduzione dell'esonero dal servizio, il governo va dritto sui contratti a tempo parziale e l'abolizione del trattenimento in servizio per liberare spazio all'auspicata «staffetta generazionale». Le due misure sono state messe a punto e inserite nella prima bozza di un decreto legge diramato l'altra notte e ora al vaglio dell'Economia.

giovedì 22 maggio 2014

Intervista a Rughetti

Intervista ad Angelo Rughetti pubblicata su www.quotidianodellapa.it

1) Quali novità il Governo intenderà approvare nel prossimo mese di giugno in materia di personale?
Il Governo ha proposto in una lettera indirizzata a tutti i dipendenti pubblici, a firma Presidente del Consiglio e Ministro Madia, ben 44 punti di proposte per la riforma della Pubblica Amministrazione da discutere e considerare alla luce delle risposte che arriveranno alla Presidenza del Consiglio da parte dei diretti interessati che nella Pa lavorano. Il Consiglio dei Ministri che si terrà, come da indicazioni del Premier Renzi il 13 giugno, terrà conto di queste proposte e le integrerà all’azione di Governo. La riforma che vareremo sarà fatta con i dipendenti pubblici e non contro gli stessi, come più volte è accaduto negli anni scorsi.
2) Come cambierà la Dirigenza pubblica?
Le ipotesi considerate dal Governo ed ora al vaglio dei dipendenti pubblici vertono sull’introduzione del ruolo unico della dirigenza e sull’abolizione delle fasce della stessa dirigenza. La carriera potrebbe essere basata su incarichi a termine ed è prevista la possibilità del licenziamento del dirigente che rimane privo di incarico oltre un termine che la stessa legge stabilirà. 
3) In particolare, verrà anche rivisto il sistema di valutazione del dirigente pubblico? Si andrà verso una valutazione reale dei risultati?
Certo. La valutazione dei risultati sarà fatta seriamente, dovrà tener conto del risultato di tutto un gruppo di lavoro, di un ufficio e non sarà più legata al risultato conseguito dal singolo. Si procederà per obiettivi certi e per lavoro di staff. Inoltre la retribuzione di risultato erogata dovrà tener conto dell’andamento dell’economia. Se il Paese cresce, anche la parte variabile dello stipendio crescerà, altrimenti nell’altra ipotesi sarà chiesto un sacrificio anche al pubblico impiego.

mercoledì 21 maggio 2014

Spesa pubblica, la lezione di Londra “Con Internet il 90% di risparmi”

Articolo di  Eugenio Occorsio pubblicato su Repubblica.it

«Stiamo completando il ridimensionamento dei dipendenti pubblici: a livello di governo centrale, su 500mila impiegati iniziali c’è stata una riduzione del 16% fino a 410mila, e un’altra riduzione del 7% pari ad altri 20mila dipendenti sarà apportata nei prossimi due anni. E a livello nazionale su 6 milioni di dipendenti puntiamo a una riduzione del 12%. Però non vorrei che si pensasse che quest’operazione consiste solo in un taglio secco dei posti: è una serie di azioni molto più complessa e articolata, che porta a ridurre veramente al minimo indispensabile il sacrificio occupazionale e nel frattempo ad ottimizzare i risultati per i cittadini».
Se serviva un test da laboratorio di spending review riuscita in assenza di forti tensioni sociali, Francis Maude è a portarlo in Italia. Il paymaster general nonché minister of cabinetdi Sua Maestà britannica, una funzione che potremmo equiparare qui da noi a un ibrido fra il direttore generale del Tesoro (infatti risponde al Cancelliere dello Scacchiere), il Ragioniere generale dello Stato e soprattutto il commissario Cottarelli-style, era a Roma la settimana scorsa.
Ha incontrato un buon numero di ministri oltre ovviamente a Cottarelli medesimo.

lunedì 19 maggio 2014

Le nomine al MEF

Venerdì scorso il Consiglio dei Ministri ha approvato, su proposta del Ministro dell’Economia e delle Finanze, Pietro Carlo Padoan: 
• a Daniele FRANCO l’incarico di Ragioniere generale dello Stato; 
• a Vincenzo LA VIA l’incarico di Direttore generale del tesoro; 
• a Fabrizia LAPECORELLA l’incarico di Direttore generale delle finanze; 
• a Luigi FERRARA, dirigente di prima fascia dei ruoli della Presidenza del Consiglio dei Ministri, l’incarico di Capo del Dipartimento dell’amministrazione generale, del personale e dei servizi;
 • l’avvio della procedura per il conferimento a Giuseppe PELEGGI dell’incarico di Direttore dell’Agenzia delle dogane e dei monopoli;

giovedì 15 maggio 2014

Meno burocrazia e dipartimenti. Il piano per riformare e snellire il Tesoro

Articolo di Luca Cifoni pubblicato il 6 maggio su Il Messaggero

La scadenza è fissata al 15 luglio: c’è tempo fino a quella data per riformare la struttura interna dei ministeri con una procedura veloce, grazie ad una norma inserita nel decreto Irpef. E in questo contesto è in campo un piano di profonda revisione del dicastero per molti aspetti più importante, quello dell’Economia e delle Finanze: in discussione c’è l’attuale assetto basato sui Dipartimenti, che potrebbe essere sostituito da una struttura più agile guidata da un segretario generale
La scorciatoia per la riforma è contenuta nell’articolo 16 del decreto legge che sta iniziando il proprio iter al Senato. La procedura più rapida (decreto del presidente del consiglio dei ministri invece che del presidente della Repubblica, parere solo facoltativo del Consiglio di Stato) riprende quella che è già stata adottata in seguito alla spending review del governo Monti ed è motivata dalla finalità di «realizzare interventi di riordino diretti ad assicurare ulteriori riduzioni della spesa». Dunque una semplificazione delle strutture che per il Mef risalgono sostanzialmente alla fase in cui fu creato l’attuale superministero.

L’organizzazione che prevede invece dei Dipartimenti più direzioni generali coordinate da un segretario generale è una delle due possibili in base alla normativa: è già stata adottata in altri ministeri e permetterebbe probabilmente di ridurre le posizioni dirigenziali. Ma avrebbe anche un altro senso: rendere più fluido il rapporto tra il livello politico e la struttura tecnica. Un tema che è stato spesso evocato dallo stesso presidente del Consiglio Renzi.

Al momento il progetto non trova conferme ufficiali, ma certo si inserirebbe nel contesto di ritrovato protagonismo di Palazzo Chigi anche sul terreno della politica economica. Uno dei nodi è il ruolo della Ragioneria generale dello Stato, per la quale si è parlato anche si un trasferimento presso la presidenza del Consiglio: di sicuro il Dipartimento guidato da Daniele Franco è toccato da alcune delle linee programmatiche della futura riforma della pubblica amministrazione: con la limitazione dei suoi poteri di controllo ai soli «profili di spesa», con l’annunciata riorganizzazione delle Ragionerie provinciali, e anche con il piano che punta a rendere trasparente (trasformandolo in infrastruttura "open data") il Siope, ovvero il sistema informativo gestito dalla stessa Rgs su cui passano gli incassi e i pagamenti di tutte le amministrazioni.

Intanto entro una ventina di giorni il governo in base alle norme sul cosiddetto spoils system dovrà provvedere a confermare o meno i vertici tecnici dei ministeri: capi dipartimento e altri alti dirigenti come i direttori delle agenzie fiscali. Sarà una prima occasione per verificare le intenzioni del presidente del Consiglio.

mercoledì 14 maggio 2014

Dirigenti, tante conferme e qualche dubbio

Articolo di Marco Mancini pubblicato su Il Sole 24 Ore

Meno dieci. Scadono il 24 maggio i 90 giorni dal giuramento dell'esecutivo che consentono al governo Renzi di confermare o meno con lo spoils system i vertici amministrativi dei principali dicasteri. 
A via XX settembre si va verso la riconferma del Ragioniere generale dello Stato, Daniele Franco. A meno di cambi di rotta dell'ultima ora neanche le dure critiche del servizio bilancio del Senato alle coperture del decreto Irpef sembrano avere messo in dubbio una sua riconferma. 

Per il ruolo di Direttore generale del Tesoro, anche Vincenzo La Via sembra andare diretto verso il mantenimento dell'incarico affidatogli nel marzo del 2012. A La Via resterebbe dunque la responsabilità dei processi a supporto dell'elaborazione e dell'attuazione delle scelte di politica economica e finanziaria del Governo, sia in ambito nazionale che internazionale. Non solo. Al Direttore del Tesoro è affidato anche il delicato compito di gestire il debito pubblico interno ed estero, il patrimonio pubblico e le partecipate, nonché l'alta vigilanza sul settore creditizio e finanziario e il coordinamento dell'azione di contrasto al finanziamento del terrorismo e al riciclaggio. 
 Più delicata appare invece la posizione dell'attuale capo del Dipartimento delle Finanze, Fabrizia Lapecorella. Nominata dal Governo Belusconi attualmente è alle prese con l'attuazione delle delega fiscale. E c'è chi sostiene che eventuali ritardi nel cronoprogramma fissato da Renzi potrebbero anche costarle la riconferma che potrebbe comunque arrivare. 

martedì 13 maggio 2014

Misurare il rendimento e premiare il merito

Articolo di Francesco Grillo pubblicato su Il Messaggero il 12 maggio 2014

 Ha perfettamente ragione Romano Prodi quando – da queste colonne, una settimana fa – inizia il suo commento alla lettera con la quale Matteo Renzi e Marianna Madia spiegano la loro riforma alle amministrazioni pubbliche, ribadendo che “la burocrazia si cambia solo fissando gli obbiettivi”. Verissimo. 
Perché se ci muovessimo su una sola delle gambe della riforma dell’amministrazione pubblica – la mobilità dei dirigenti – senza riuscire a usare anche l’altra – legare quella mobilità ai risultati conseguiti – rischieremmo di cadere dalla padella – nella quale l’Italia frigge da anni governata dalsolo potere dei burocrati di Stato, nella brace nella quale l’amministrazione può diventare uno strumento che la politica può usare a sua discrezione.
Fissare gli obiettivi e misurarli è fondamentale per qualificare una spesa che vale la metà del PIL.

lunedì 28 aprile 2014

Statali, riforma al via con tagli agli stipendi e 5 anni di «scivolo»

articolo di Antonella Baccaro pubblicato su corriere.it

Tutto è pronto per il debutto della riforma della Pubblica amministrazione firmata dal ministro Marianna Madia, che dovrebbe arrivare questa settimana in consiglio dei ministri, probabilmente sotto forma di un decreto e un disegno di legge-delega. Le parole d’ordine sono note: incarichi a termine, mobilità interna, retribuzioni legate al merito, a partire da quelle dei dirigenti, delle quali dovrebbe essere rivista la parte «variabile». E «staffetta generazionale», col pensionamento dei dipendenti più anziani, soprattutto tra i 280 mila dirigenti della Pubblica amministrazione, per fare posto ai più giovani.
E proprio mentre il governo Renzi delinea questi principi, lo Stato centrale sta per fare posto all’ennesima infornata di dirigenti. Si tratta dei 106 vincitori del concorso bandito dalla Scuola nazionale dell’Amministrazione, ormai nel 2011, che viene a maturazione in questi giorni. Entro maggio sarà reso pubblico l’elenco delle assegnazioni stilato in base alla graduatoria, ma già oggi possiamo sapere, ad esempio, che cinque dei vincitori andranno alla Presidenza del Consiglio, dove i dirigenti (secondo la Voce.info ) sono 304, 11 al ministero dell’Interno (159), altrettanti all’Istruzione (241), sei all’Economia (653), 22 all’Agenzia delle Dogane e 16 a quella delle Entrate.



mercoledì 26 marzo 2014

Assenze per visite, terapie, prestazioni specialistiche ed esami diagnostici

Circolare n. 2 del 4 febbraio 2014 - visite specialistiche - (Versione testo accessibile) Disposizioni urgenti per il perseguimento di obiettivi di razionalizzazione nelle pubbliche amministrazioni - art. 4 comma 16 bis del decreto legge n. 101 del 31 agosto 2013, convertito in legge n. 125 del 30 ottobre 2013 - Assenze per visite, terapie, prestazioni specialistiche ed esami diagnostici. Registrata dalla Corte dei Conti il 19 marzo 2014, n. 787

(...)
A seguito dell'entrata in vigore della novella, per l'effettuazione di visite, terapie, prestazioni specialistiche od esami diagnostici il dipendente deve fruire dei permessi per documentati motivi personali, secondo la disciplina dei CCNL, o di istituti contrattuali similari o alternativi (come i permessi brevi o la banca delle ore). La giustificazione dell'assenza, ove ciò sia richiesto per la fruizione dell'istituto (es.: permessi per documentati motivi personali), avviene mediante attestazione redatta dal medico o dal personale amministrativo della struttura pubblica o privata che ha erogato la prestazione (attestazione di presenza). 
L'attestazione di presenza è consegnata al dipendente per il successivo inoltro all'amministrazione di appartenenza oppure trasmessa direttamente a quest'ultima per via telematica a cura del medico o della struttura. 

martedì 25 marzo 2014

Dirigenti pubblici, come evitare i vecchi errori

Non passa giorno senza che venga sottolineato quanto sia urgente riformare la pubblica amministrazione, a cominciare dalla sua dirigenza. Eppure i tentativi di intervento non sono mancati: dalla riforma avviata da Sabino Cassese nei primi anni '90, alla riforma Bassanini di fine anni '90, fino alla più recente riforma Brunetta dell'ultimo governo Berlusconi. 
Perché gli interventi passati non hanno dato tutti i risultati sperati? E cosa fare in concreto per assicurare al nostro Paese una burocrazia all'altezza dei civil servants inglesi o dei grand commis francesi? 
Una prima risposta è che bisogna innanzitutto evitare la "trappola giuridica" in cui sono cadute le precedenti riforme. Non basta scrivere nuove norme per cambiare un settore prigioniero di interessi, prassi e culture fortemente consolidati
Per sbloccare la situazione bisogna partire dalle persone, e in particolare da chi occupa posizioni apicali. Cioè occorre rinnovare profondamente i dirigenti e dare spazio alle persone più capaci e competenti, siano esse già operanti negli apparati o da reclutare all'esterno. È da questa premessa che parte un nuovo rapporto elaborato nell'ambito del forum Idee per la crescita, per suggerire un percorso completo di riforma della dirigenza delle amministrazioni centrali. 

lunedì 24 marzo 2014

Riorganizzazione delle amministrazioni centrali dello Stato. Effetti sulle previsioni di bilancio per l’anno 2015

E' stata pubblicata sul sito della RGS la circolare (11 dell'11 marzo u.s.) che fornisce le prime indicazioni alle Amministrazioni circa i tempi e le modalità delle operazioni necessarie per considerare gli effetti derivanti dalla ristrutturazione delle stesse Amministrazioni sul disegno di legge di bilancio per l’anno 2015.

Nel documento è anche specificato il calendario degli adempimenti 

• Entro il 25 marzo 2014 devono essere costituiti i gruppi di lavoro tra il Dipartimento della Ragioneria Generale dello Stato e le Amministrazioni interessate per l’acquisizione delle informazioni sulla nuova struttura del bilancio dei Ministeri interessati dalla riorganizzazione. A tal fine le Amministrazioni faranno pervenire, entro il 24 marzo, ai coesistenti Uffici centrali del bilancio, i nominativi dei propri rappresentanti; 
• entro il 18 aprile 2014 i gruppi dovranno definire le nuove strutture di bilancio con le Amministrazioni, da trasmettere ufficialmente ai fini dell’inserimento dei dati nei sistemi informativi del bilancio finanziario, della contabilità economica e per l’elaborazione degli allegati di personale; 
• entro il 15 maggio 2014 le nuove strutture di bilancio delle Amministrazioni per l’esercizio 2015 dovranno essere inserite sui sistemi informativi NSBF e COEC, al fine di consentire alle Amministrazioni l’inserimento dei dati relativi alle proposte per il bilancio 2015, contestualmente a quelle per l’assestamento 2014.


giovedì 6 marzo 2014

Un gioco (s)Fortunato

Lo Stato deve snellirsi e far cassa. Su questo convengono quasi tutti. Ovviamente lo deve fare nel modo più imparziale e remunerativo possibile. 
Pochi minuti prima di lasciare la poltrona di via XX Settembre, l'allora ministro dell'Economia e delle Finanze Vittorio Grilli ha delegato una parte importante di questo compito al suo amico Vincenzo Fortunato. La cui esperienza è sicuramente grande, ma include anche vicende che, secondo un documento depositato presso la Corte dei Conti a dicembre, hanno fatto perdere alle casse dello Stato oltre mezzo miliardo. E non di lire.  
Dopo esser stato per oltre un decennio capo di gabinetto del ministro dell'Economia e delle Finanze e di quello delle Infrastrutture, Vincenzo Fortunato è oggi liquidatore della società Stretto di Messina e docente alla Scuola superiore dell'economia e delle finanze. In più, con un decreto firmato l'anno scorso da Vittorio Grilli appena prima di dare addio a Via XX Settembre, è stato nominato presidente della Sgr che gestirà il cosiddetto "fondo dei fondi per le dismissioni". 
Parliamo dei gioielli della corona immobiliare pubblica. Su Fortunato è stato già scritto molto, ma non sul ruolo da lui avuto in un settore vitale per le casse dello Stato, quello dei giochi. E in particolare in due vicende nelle quali, secondo un documento depositato presso la Corte dei Conti a dicembre, lo Stato avrebbe subito un danno di quasi 700 milioni. Al telefono con Il Sole 24 Ore, Fortunato è stato categorico: «Io con il mondo del gioco non c'entro nulla. Ma proprio nulla!». Eppure una serie di documenti in possesso de Il Sole 24 Ore sembrano attestare il contrario.

Leggi l'articolo completo di Claudio Gatti pubblicato su Il Sole 24 Ore qui

mercoledì 5 marzo 2014

Zingales: così il merito può guidare le nomine pubbliche

(...)
Ma come dare inizio a questa rivoluzione meritocratica? 
Il grande rischio che corre Renzi è quello di pensare di essere in grado di fare meglio di chi lo ha preceduto semplicemente perché lui è diverso (più bravo, più onesto, più giovane, più...). È l'illusione in cui cadono tutti: che sia principalmente un problema che affligge gli altri, non un problema di metodo, che affligge tutti fintantoché il metodo non cambia. In realtà, anche il politico più onesto e ben intenzionato cade vittima di pressioni e raccomandazioni (la fila dei questuanti è pressoché infinita). Tanto più un politico inesperto come Renzi. Lui dovrà inevitabilmente appoggiarsi a consigli di amici e sostenitori. Al vecchio sottobosco se ne sostituirà uno nuovo, forse più giovane, ma non necessariamente migliore. 

Non basta neppure la foglia di fico della società di head hunting, usata dal governo Letta. Queste società adempiono un mandato. Se il mandato (esplicito o implicito) è quello di trovare il meno peggio (o il più ammanicato) tra gli amici di chi sta al potere, la maggior parte delle società di revisione si adegua (anche se per fortuna ci sono delle nobili eccezioni). Per funzionare il metodo di selezione deve essere trasparente e deve ridurre al minimo la discrezionalità del governo nella scelta della persona, pur lasciando al governo stesso la scelta degli obiettivi che questa persona dovrebbe raggiungere. 

A questo scopo propongo il seguente metodo. Innanzitutto, il governo annuncia dei criteri oggettivi di performance e numero di mandati sulla base dei quali decide se confermare la persona esistente al suo posto. Se la persona va sostituita il governo dichiara pubblicamente le caratteristiche della persona che vorrebbe in quella posizione e gli obiettivi che questa persona dovrebbe conseguire. Sulla base di questa indicazione si chiede alle prime cinque società di cacciatori di teste sul territorio nazionale di presentare un nome ciascuna. Dalla rosa di cinque nomi il governo elimina i due che considera meno adatti e poi sorteggia (in modo pubblico) il nominato tra i tre rimanenti. Le due società di head hunting che hanno proposto il candidato scartato non vengono pagate, le altre tre si dividono la parcella equamente. Alla fine del mandato, se il candidato non ha raggiunto gli obiettivi stabiliti, la società di head hunting che ha proposto il nome del candidato scadente sarà esclusa dalle cinque che presentano un candidato e un'altra verrà inserita nella lista. In questo modo si premia la qualità della scelta e si riduce il rischio che i cacciatori di teste presentino un candidato indicato in modo informale dal governo. Liberi da debiti di riconoscenza (il governo non nomina, elimina solo) e con precisi obiettivi da conseguire, i nominati potranno finalmente gestire le imprese in modo efficiente e non clientelare. 

Sarebbe una vera rivoluzione. Una rivoluzione che Renzi può e deve fare. Altrimenti la colpa è solo sua.

Stralcio dell'articolo di Luigi Zingales pubblicato su Il Sole 24 ore 

lunedì 3 marzo 2014

Alla Pa serve un «piano Marshall»

Una volta tanto due buone notizie: il nuovo Governo nasce per fare le riforme e mette tra le sue priorità la riforma della pubblica amministrazione. Determinanti, tuttavia, saranno l'approccio e il metodo. 

Il settore pubblico è sicuramente da cambiare, ma vive un momento di grande affaticamento, vittima della cura dimagrante dei provvedimenti di contenimento della spesa e al tempo stesso sfiduciato da tanti disegni di riforma sulla carta e mai davvero applicati. Attenzione, quindi, alla trappola giuridica. Non è scrivendo nuove norme che si può sperare di cambiare un settore prigioniero di poteri, interessi, prassi e culture fortemente consolidati. Qual è l'alternativa? 

Molto semplice: seguire le esperienze dei Paesi che sono stati davvero capaci di modernizzare le amministrazioni pubbliche, definendo gli obiettivi di policy o, più semplicemente, immaginando «La Pa che vogliamo». È questo il titolo del convegno recentemente promosso dall'Osservatorio sul cambiamento delle amministrazioni pubbliche di Sda Bocconi (Ocap), nell'ambito del quale si è provato a delineare una prima risposta alle esigenze della pubblica amministrazione del futuro. Con un'innovazione, importante, di metodo: partire dalla fine. 

Ovvero, sulla base di analisi quantitative sui dati disponibili, comparazioni internazionali e valutazioni di trend evolutivi, si è immaginato quale potrebbe essere il punto d'arrivo di un processo strutturato di riforma per la Pa del 2020. Ecco allora emergere il disegno di una Pa più snella, capace finalmente di disboscare la selva di organismi e competenze, meno numerosa e più qualificata, avendo gestito con intelligenza il turnover della classe dirigente e dei dipendenti, meno costosa e più efficiente, proiettata internazionalmente e, al tempo stesso, capace di essere davvero vicino alle esigenze dei territori e dei cittadini. 

lunedì 24 febbraio 2014

Capi di gabinetto e dirigenti inamovibili. Il potere ombra cresciuto nei ministeri

Licenziabilità e rotazione
Tra le ipotesi anche la licenziabilità o l’obbligo di rotazione degli incarichi dopo un massimo di sei anni.  Non sappiamo ancora se quella lettera partirà mai. Ma che nelle ore precedenti alla formazione del governo fosse circolata l’idea di emanare come primo atto dell’epoca renziana una direttiva per sbarrare la strada verso i vertici dei ministeri ai consiglieri di Stato e ai giudici dei Tar, è garantito. 
Atto senza precedenti, capace di ribaltare i rapporti fra la politica e un grumo di potere che da decenni ha in mano le leve operative dell’esecutivo con l’egemonia incontrastata sugli incarichi da capo di gabinetto o degli uffici legislativi. 
Una burocrazia che si sovrappone alla burocrazia, tenendosi per mano e passandosi spesso il testimone da un ministero all’altro. 

Alcuni casi hanno letteralmente fatto scuola. Uno per tutti, quello di Corrado Calabrò: nel 1963 era già con Aldo Moro a Palazzo Chigi, un trampolino che gli ha consentito in seguito di attraversare tutto l’universo governativo, alla guida dei gabinetti di Bilancio, Mezzogiorno, Sanità, Industria, Agricoltura, Marina Mercantile, Poste, Istruzione, Politiche comunitarie, Riforme... Monumento ineguagliato a una potente stirpe di ministri ombra cresciuta irresistibilmente fino ai giorni nostri, di incarico in incarico. 
Soltanto nel primo semestre del 2013, periodo che registra le nomine coincidenti con l’insediamento dell’esecutivo di Enrico Letta, sono stati conferiti a consiglieri di Stato o del Tar 54 incarichi governativi, il 37,5% di tutti quelli extragiudiziali assegnati negli stessi mesi a 113 diversi magistrati.
 Compresi, fra questi, due esponenti del governo: il viceministro dello Sviluppo Antonio Catricalà e il sottosegretario alla Presidenza Filippo Patroni Griffi. E compresi anche i magistrati ingaggiati dai ministri del vecchio esecutivo che Matteo Renzi ha confermato. Come il capo dell’ufficio legislativo delle Infrastrutture di Maurizio Lupi, Gerardo Mastrandrea, che dieci anni fa entrò negli uffici di Porta Pia in qualità di esperto legislativo del viceministro Mario Tassone. O come il suo collega Giuseppe Chiné che fa lo stesso lavoro alla Salute di Beatrice Lorenzin, la quale ha collocato al posto di capo di gabinetto un altro consigliere di Stato, Mario Alberto Di Nezza


martedì 11 febbraio 2014

Decreto per cartolarizzazione relativo all'anno 2012

Venerdì scorso l’Amministrazione con nota numero 13350 ha comunicato l’avvenuta sottoscrizione da parte del Ministro delle somme dell’articolo 3 comma 165 legge 350/2003 (cartolarizzazione) e la quota spettante al MEF è di € 50.438.500,00 .

Ma non illudiamoci che i tempi dell'erogazione siano brevi in quanto il provvedimento dovrà iniziare l'iter dal controllo e  certificazione alla trattativa con le OO.SS. per la distribuzione di questa quota di salario accessorio. 

lunedì 3 febbraio 2014

Finanziamenti alle scuole: il MIUR rende noti gli importi del MOF 2013/2014

Con un avviso del 27 gennaio 2014 il Dipartimento per la Programmazione e la gestione delle risorse umane, finanziarie e strumentali del MIUR ha pubblicato le quote del MOF 2013/2014 assegnate a ciascuna istituzione scolastica. 
Gli importi, determinati sulla base dei parametri dell’Intesa del 26 novembre 2013, sono suddivisi in 4/12 e 8/12 e, nel dettaglio, indicano le somme spettanti per Fondo di Istituto, Funzioni Strumentali, Incarichi Specifici e Ore eccedenti per la sostituzione dei colleghi assenti. Manca invece la quantificazione delle somme spettanti per i progetti di avviamento alla pratica sportiva, che saranno comunicati solo al termine della rilevazione predisposta dalla Direzione Generale dello Studente. Si tratta solo della parte dei fondi spettanti per l’anno scolastico in corso, già comunicata alle scuole con le due note del 4 dicembre (con cui è stata assegnata una quota parte) e del 12 dicembre (nota sul Programma annuale 2014).

Leggi tutta la nota sul sito FLC CGIL

venerdì 31 gennaio 2014

Controllo di regolarità amministrativa e contabile su documenti informatici.

Circolare del 20 gennaio 2014, n. 3 emanata dalla RGS

Pervengono a questo Dipartimento numerosi quesiti inerenti alla possibilità di accettare, in sede di controllo di regolarità amministrativa e contabile di cui al decreto legislativo 30 giugno 2011, n.123, documenti in formato elettronico trasmessi a mezzo posta elettronica ordinaria, posta elettronica certificata, ovvero presentati su supporti quali CD-ROM o altri dispositivi di memorizzazione digitale. 
Al riguardo, occorre sottolineare che l’articolo 2, comma 8, del decreto legislativo in parola, dispone l’adeguamento dei controlli di regolarità amministrativa e contabile al processo di dematerializzazione degli atti, nel rispetto delle regole tecniche per la riproduzione e conservazione dei documenti su supporto idoneo a garantirne la conformità agli originali, secondo la vigente normativa di riferimento. 
Inoltre, il medesimo decreto legislativo, all’articolo 9, nel prevedere che la documentazione a corredo degli atti sottoposti al controllo debba essere allegata in originale – essendo ammesso l’uso della copia conforme solo in presenza di specifiche condizioni di imprescindibile esigenza di conservazione dei documenti originali presso l’ufficio emittente – fa salve le disposizioni in materia di dematerializzazione degli atti e dei flussi informativi tra le pubbliche amministrazioni, con particolare riferimento alle norme del decreto legislativo 7 marzo 2005, n. 82, recante il “Codice dell’amministrazione digitale” (d’ora in avanti CAD). 


lunedì 27 gennaio 2014

Anche l’ANAC incappa nelle nebbie del MEF

Ricevo dal USB MEF e pubblico

L’ANAC (Autorità nazionale Anticorruzione e per la valutazione e la trasparenza delle Pubbliche Amministrazioni) ha diffuso il rapporto di monitoraggio sugli obblighi di trasparenza per l’anno 2013 del Ministero dell’Economia e delle Finanze. 
Il rapporto, che si basa sulla verifica del sito istituzionale del MEF nella sezione “Amministrazione trasparente” alla data dell’8 novembre 2013, rileva carenze macroscopiche sulla pubblicazione dei dati (articolazioni organizzative degli uffici, consulenti e collaboratori, incarichi amministrativi di vertice e dirigenti, bandi di gara e contratti, accesso civico). 
Le mancanze più vistose riguardano, guarda caso, le retribuzioni dei dirigenti, i loro curricula, gli incarichi, le attestazioni di mancanza di conflitto d’interesse anche potenziale. 

Una particolare attenzione, nel rapporto, è riservata inoltre agli uffici di diretta collaborazione con il Ministro (UDCOM). I dati di questi uffici disattendono completamente le norme e le disposizioni in ordine agli obblighi di trasparenza e presentano lacune ed omissioni di inaudita gravità, considerato anche che provengono dall’organo politico istituzionalmente preposto al controllo della spesa ed alla legittimità di norme e provvedimenti. 
 Senza ulteriori commenti si riportano di seguito le osservazioni contenute a pag. 6 del rapporto sui suddetti uffici: 

venerdì 24 gennaio 2014

Schema di circolare relativa alle dotazione organiche, ai comandi e ai trasferimenti

criteri di erogazione della indennità del Fondo Previdenza MEF

E' stata pubblicata la circolare n.1 /2014 del Fondo Previdenza MEF sui criteri di erogazione della indennità aggiuntiva al TFR ed anticipazioni per le sovvezioni ed altre prestazioni asistenziali.

mercoledì 22 gennaio 2014

Cessione di personal computer del MEF alle scuole pubbliche di Roma e Provincia

A seguito della sostituzione delle postazioni di lavoro del personale del Ministero dell’economia e delle finanze, Dipartimento dell’Amministrazione Generale, del Personale e dei Servizi, sono in via di dismissione circa 1.000 personal computer completi di monitor, tastiera e mouse. 

Le caratteristiche tecniche dei personal computer sono le seguenti: 
processore Intel Pentium 4 
Monitor LCD 17 pollici 

Gli Istituti scolastici eventualmente interessati potranno beneficiare della cessione gratuita di tali attrezzature presentando un’apposita richiesta all’indirizzo e-mail consegnatario.xxsettembre@tesoro.it specificando il numero di personal computer necessari. Per ciascun istituto la richiesta non potrà superare il numero di 20 unità. 

Le richieste provenienti dagli Istituti Comprensivi non potranno superare, complessivamente, le 40 unità. I computer forniti saranno privi di programmi e sistemi operativi. 
Il Ministero non offre alcuna garanzia sui computer ceduti e l’Istituto scolastico dovrà provvedere al trasporto tra la sede del Ministero (via XX settembre n. 97 – Roma) e la scuola richiedente con oneri a suo esclusivo carico. 

Saranno prese in considerazione, in via prioritaria, le domande pervenute entro 30 giorni dalla pubblicazione del seguente avviso sul sito internet del Dipartimento dell’amministrazione generale, del personale e dei servizi (www.dag.mef.gov.it). 
Le richieste pervenute oltre il suddetto termine saranno esaminate solo nel caso in cui residuino computer disponibili. Si precisa, inoltre, che saranno escluse le richieste prive della firma del Dirigente scolastico e del timbro della scuola o dell’Istituto comprensivo. 
Se le richieste supereranno il numero dei computer disponibili, l’Amministrazione procederà a ridurre proporzionalmente il numero delle attrezzature attribuite ad ogni Istituto, al fine di non escludere alcun richiedente tra quelli che abbiano effettuato la richiesta nel termine indicato. 
Al termine delle operazioni di raccolta delle richieste e di assegnazione dei computer, l’Ufficio del Consegnatario provvederà a contattare i singoli Istituti per concordare la data del ritiro, comunicando il numero di personal computer assegnati alle singole istituzioni richiedenti.

dal sito del MEF

lunedì 20 gennaio 2014

Alti dirigenti pubblici, stipendi d’oro

Stralcio dell'articolo di  Roberto Perotti e Filippo Teoldi pubblicato su www.lavoce.info

In questa puntata presentiamo dei dati più sistematici sulla struttura retributiva non solo dei ministeri, ma di tutta la Pubblica Amministrazione italiana. 
Vedremo che essa è una enorme piramide, con una base molto ampia e un vertice molto sottile con retribuzioni altissime. In mezzo, sorprendentemente, c’è poco. 
(...)
Questa struttura remunerativa è irragionevole. Qualsiasi programma di riduzione della spesa pubblica per ridurre le tasse deve partire da un ripensamento radicale di queste remunerazioni. Secondo le nostre stime, una riduzione media del 20% degli stipendi dei dirigenti apicali e del 15% degli altri dirigenti, insieme a una riduzione sostanziale degli stipendi dei manager pubblici e semi-pubblici (di cui ci occuperemo in una prossima puntata), potrebbe fare risparmiare allo Stato fra gli 800 milioni e 1 miliardo. 
Tutto questo senza licenziare né mettere sul lastrico nessuno.

Per leggere l'articolo completo cliccate qui

mercoledì 15 gennaio 2014

Adempimenti dei revisori dei conti (MEF) presso le Istituzioni Scolastiche Statali relativamente ai PON e ai POR

E' stata emanata la circolare 44 dell'11 dicembre 2013 della Ragioneria Generale dello Stato riguardante le verifiche e i controlli che i revisori dei conti sono tenuti ad effettuare sulla rendicontazione dei fondi europei assegnati dallo Stato o dalle Regioni alle Istituzioni scolastiche statali.
Sono pervenuti numerosi quesiti relativi alle verifiche e controlli che i revisori dei conti sono tenuti ad effettuare sulla rendicontazione dei fondi europei assegnati dallo Stato o dalle Regioni alle Istituzioni scolastiche statali. 

Tale attività, infatti, è espressamente prevista dall’art. 6, comma 20, del decreto legge 6 luglio 2012, n. 95 convertito, con modificazioni, dalla legge 7 agosto 2012, n. 135, recante “Disposizioni urgenti per la revisione della spesa pubblica con invarianza dei servizi ai cittadini nonché misure di rafforzamento patrimoniale delle imprese del settore bancario”, che così recita “i revisori dei conti (delle istituzioni scolastiche) sono tenuti allo svolgimento dei controlli ispettivi di secondo livello per i fondi europei”. 

Al riguardo, giova precisare che la fattispecie in argomento concerne esclusivamente i controlli di secondo livello che l’Autorità di Audit dei due Programmi Operativi Nazionali (PON), a responsabilità MIUR, conduce in ordine alle attività finalizzate alla formulazione del parere a corredo della Relazione Annuale di Controllo. Tali operazioni sono quindi strettamente legate all’ambito dell’attività di una specifica Direzione Generale del MIUR che svolge le funzioni di Autorità di Audit per due specifici programmi operativi nazionali: PON «Competenze per lo Sviluppo» in ambito FSE e PON «Ambienti per l’apprendimento» in ambito FESR. L’Autorità di Audit è responsabile della verifica dell’efficace funzionamento del sistema di gestione e di controllo nel suo complesso ed, in particolare, effettua le c.d. verifiche di secondo livello che si concretizzano nell’audit delle operazioni (progetti europei) su base campionaria. 


venerdì 10 gennaio 2014

Pagani chi? Le tensioni al MEF

Il "Lei non sa chi sono io" non muore mai, neanche nei tempi del letta-renzismo fatto di "diamoci del tu" e messaggini su Twitter. Nei corridoi di Palazzo Chigi raccontano di una epica sfuriata di Daniele Franco, Ragioniere Generale dello Stato, proprio nelle stanze del Governo. 
Fabrizio Pagani, consigliori economico di Enrico Letta, avrebbe fatto convocare Franco da una segretaria, infrangendo l'etichetta istituzionale, che avrebbe imposto una telefonata se non da Letta, almeno da Saccomanni. 
Franco, ex direttore centrale della Banca d'Italia, è stato nominato al vertice della Ragioneria lo scorso maggio, sostituendo Mario Canzio in quell'operazione benedetta dal duo Napolitano-Draghi anche nota come "trasformiamo il ministero dell'economia in una succursale di Via Nazionale".  
Il Ragioniere era così fuori di sé che è dovuto intervenire il viceministro Catricalà, uno che a Palazzo Chigi è di casa, a sedare la situazione. 
Sempre secondo gli spifferi di Palazzo Chigi, il quarantenne Pagani si sarebbe un po' inebriato del suo ruolo, che è quello di gestire le questioni economiche mentre il premier è occupato a tenere in piedi il suo governino. Nel caos che regna tra Letta e Saccomanni, anche tra chi è meno esposto (come Franco e Pagani) cominciano ad affiorare le tensioni...

Articolo pubblicato su Dagospia

Bando della SSEF per 179 funzionari

La  Scuola superiore dell’economia e delle finanze ha pubblicato un bando speciale di selezione finalizzato all’assunzione di 179 unità di personale della Terza area – Fascia retributiva F1, per il Ministero dell’ economia e delle finanze, di cui 90 con profilo giuridico e 89 con profilo economico.

Clicca qui per scaricare il bando dal sito PromoPA

giovedì 9 gennaio 2014

Saccomanni e le critiche alla sua gestione

Francesco De Dominicis scrive su "Libero" i motivi per il quale Fabrizio Saccomanni sia così criticato.

(...)
A cominciare dal fatto, come viene rimproverato al ministro nei corridoi di via Venti Settembre, che «non è un politico né un tecnico a tutti gli effetti». 
Un vizio d'origine che lo avrebbe portato a commettere errori cruciali, specie nella definizione della struttura. E in questo senso, la scelta del Capo di gabinetto - ruolo strategico - sarebbe stata «fatale». 
Una posizione delicatissima occupata per un decennio da Vincenzo Fortunato: a maggio, dopo il giuramento al Quirinale, Saccomanni gli ha formalmente chiesto di restare, salvo manovrare per lo spoil system. Fortunato, però, non si è fatto cacciare e ha sbattuto la porta un attimo prima di ricevere il benservito. 
Al suo posto è arrivato dalla Camera Daniele Cabras: per anni al servizio della Commissione Bilancio, il funzionario di Montecitorio avrebbe avuto più di una difficoltà a controllare una macchina gigantesca come quella dell'Economia. 

Per sostituire il capo della Ragioneria dello Stato, Mario Canzio, Saccomanni ha pescato in Bankitalia: Daniele Franco, chief economist di via Nazionale. E da palazzo Koch è arrivato, con i galloni di consigliere, anche Vieri Ceriani (sottosegretario con Mario Monti e Grilli), che ha in parte oscurato il numero uno del Dipartimento Finanze, Fabrizia Lapecorella. Mosse, quelle di Saccomanni, capaci quindi di sfiduciare «l'apparato interno» che perciò non lo ha mai protetto, proprio come coi 150 euro da scippare ai docenti. Scivolone che lo stesso ministro ha poi scaricato sui dirigenti. E ora al Tesoro è guerra aperta. 

Ormai indifeso e per lo meno depotenziato, Saccomanni è con le spalle al muro. L'ipotesi delle dimissioni, finora mai minacciate seriamente, resta nell'aria. 

(...)

NdA: Vero che Saccomanni ha cambiato i vertici del Ministero (giustamente) ma ha sbagliato a lasciare inalterate le seconde linee. Infatti, quest'ultime sono state nominate dai precedessori e, come sappiamo bene in Ragioneria Generale, non con criteri di merito ma solo per appartenenza ad alcune "filiere" (Canzio, Fortunato ecc.). 
Cosa ci dovevamo aspettare?
 

MEF: nuovo bando di Concorso per 30 funzionari (profilo informatico)

Il Dipartimento del Personale del MEF ha indetto un concorso pubblico per esami, per il reclutamento di 30 unità di personale della Terza Area - Fascia retributiva Fl - profilo informatico da destinare al Ministero dell'economia e delle finanze, per gli uffici ubicati in Roma. 

 Il 40% dei posti messi a concorso è riservato al personale appartenente al ruolo unico del MEF

Tutti i candidati devono essere in possesso del prescritto titolo di studio previsti dall'articolo 2 del bando. 

Il candidato dovrà produrre domanda di ammissione al concorso in via telematica, compilando l'apposito modulo all'indirizzo http://www.concorsi.mef.gov.it . La procedura di compilazione ed invio on-line della domanda dovrà essere completata entro la mezzanotte del trentesimo giorno, compresi i giorni festivi, decorrenti dal giorno successivo a quello di pubblicazione del presente bando nella Gazzetta Ufficiale della Repubblica italiana, 4 serie speciale, Concorsi ed esami.


Clicca qui per scaricare il bando dal sito Promo PA

mercoledì 8 gennaio 2014

La strategia dell'ignoranza

Articolo di Carlo Mochi Sismondi pubblicato su Forum PA.

Qualche tempo fa mi hanno invitato, cosa che mi succede di rado, in uno di quei consèssi così esclusivi che già solo varcarne la soglia è segno di grande prestigio. 
Si parlava, in un numero abbastanza ristretto ed estremamente qualificato di personalità, della mission impossible di migliorare radicalmente le performance dell'amministrazione pubblica perché non costituisca il vero spread di efficienza del Paese. 
Per ragioni di riservatezza non vi citerò chi c'era, ma vi assicuro che era il gotha della politica e del sapere amministrativo italiano. 
 Dopo dieci interventi, di grande profondità e valore, che parlavano tutti della necessità di radicali riorganizzazioni sia istituzionali sia di processi e di come razionalizzare le risorse con una non più procrastinabile revisione della spesa, nessuno ancora aveva nominato la digitalizzazione né come obiettivo, né come mezzo. Mentre ascoltavo in silenzio mi chiedevo a cosa fosse dovuta questa omissione così evidente, questa sottovalutazione di una delle principali innovazioni, forse l'unica che può effettivamente cambiar faccia alla PA. Alla fine mi sono dovuto arrendere all'evidenza: dipendeva dall'ignoranza.