giovedì 6 marzo 2014

Un gioco (s)Fortunato

Lo Stato deve snellirsi e far cassa. Su questo convengono quasi tutti. Ovviamente lo deve fare nel modo più imparziale e remunerativo possibile. 
Pochi minuti prima di lasciare la poltrona di via XX Settembre, l'allora ministro dell'Economia e delle Finanze Vittorio Grilli ha delegato una parte importante di questo compito al suo amico Vincenzo Fortunato. La cui esperienza è sicuramente grande, ma include anche vicende che, secondo un documento depositato presso la Corte dei Conti a dicembre, hanno fatto perdere alle casse dello Stato oltre mezzo miliardo. E non di lire.  
Dopo esser stato per oltre un decennio capo di gabinetto del ministro dell'Economia e delle Finanze e di quello delle Infrastrutture, Vincenzo Fortunato è oggi liquidatore della società Stretto di Messina e docente alla Scuola superiore dell'economia e delle finanze. In più, con un decreto firmato l'anno scorso da Vittorio Grilli appena prima di dare addio a Via XX Settembre, è stato nominato presidente della Sgr che gestirà il cosiddetto "fondo dei fondi per le dismissioni". 
Parliamo dei gioielli della corona immobiliare pubblica. Su Fortunato è stato già scritto molto, ma non sul ruolo da lui avuto in un settore vitale per le casse dello Stato, quello dei giochi. E in particolare in due vicende nelle quali, secondo un documento depositato presso la Corte dei Conti a dicembre, lo Stato avrebbe subito un danno di quasi 700 milioni. Al telefono con Il Sole 24 Ore, Fortunato è stato categorico: «Io con il mondo del gioco non c'entro nulla. Ma proprio nulla!». Eppure una serie di documenti in possesso de Il Sole 24 Ore sembrano attestare il contrario.

Leggi l'articolo completo di Claudio Gatti pubblicato su Il Sole 24 Ore qui

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