giovedì 9 gennaio 2014

Saccomanni e le critiche alla sua gestione

Francesco De Dominicis scrive su "Libero" i motivi per il quale Fabrizio Saccomanni sia così criticato.

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A cominciare dal fatto, come viene rimproverato al ministro nei corridoi di via Venti Settembre, che «non è un politico né un tecnico a tutti gli effetti». 
Un vizio d'origine che lo avrebbe portato a commettere errori cruciali, specie nella definizione della struttura. E in questo senso, la scelta del Capo di gabinetto - ruolo strategico - sarebbe stata «fatale». 
Una posizione delicatissima occupata per un decennio da Vincenzo Fortunato: a maggio, dopo il giuramento al Quirinale, Saccomanni gli ha formalmente chiesto di restare, salvo manovrare per lo spoil system. Fortunato, però, non si è fatto cacciare e ha sbattuto la porta un attimo prima di ricevere il benservito. 
Al suo posto è arrivato dalla Camera Daniele Cabras: per anni al servizio della Commissione Bilancio, il funzionario di Montecitorio avrebbe avuto più di una difficoltà a controllare una macchina gigantesca come quella dell'Economia. 

Per sostituire il capo della Ragioneria dello Stato, Mario Canzio, Saccomanni ha pescato in Bankitalia: Daniele Franco, chief economist di via Nazionale. E da palazzo Koch è arrivato, con i galloni di consigliere, anche Vieri Ceriani (sottosegretario con Mario Monti e Grilli), che ha in parte oscurato il numero uno del Dipartimento Finanze, Fabrizia Lapecorella. Mosse, quelle di Saccomanni, capaci quindi di sfiduciare «l'apparato interno» che perciò non lo ha mai protetto, proprio come coi 150 euro da scippare ai docenti. Scivolone che lo stesso ministro ha poi scaricato sui dirigenti. E ora al Tesoro è guerra aperta. 

Ormai indifeso e per lo meno depotenziato, Saccomanni è con le spalle al muro. L'ipotesi delle dimissioni, finora mai minacciate seriamente, resta nell'aria. 

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NdA: Vero che Saccomanni ha cambiato i vertici del Ministero (giustamente) ma ha sbagliato a lasciare inalterate le seconde linee. Infatti, quest'ultime sono state nominate dai precedessori e, come sappiamo bene in Ragioneria Generale, non con criteri di merito ma solo per appartenenza ad alcune "filiere" (Canzio, Fortunato ecc.). 
Cosa ci dovevamo aspettare?
 

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