Da Ilsole24ore.com
La pubblica amministrazione ha 30 giorni di tempo per rispondere alle richieste di rilascio di documenti presentate dai cittadini.
Se il funzionario, invece di rispondere, la tira per le lunghe, rischia una condanna per omissione di atti d'ufficio e la conseguente reclusione.
Il giro di vite sul malfunzionamento di alcune amministrazioni arriva dai giudici della sesta sezione penale della Corte di cassazione.
I giudici di Piazza Cavour, infatti, con la sentenza n. 14466 del 2 aprile scorso, hanno condannato un funzionario, responsabile del settore dei servizi tecnici del comune di Castelvetrano, per non aver risposto alle richieste di una cittadina del comune stesso, destinataria di un provvedimento di espropriazione.
In motivazione la Suprema corte ha rilevato che è "ingiustificato il silenzio omissivo del pubblico ufficiale perché anche la risposta negativa dell'ufficio adito, in termini di indisponibilità, oppure di parziale disponibilità della documentazione richiesta, fa parte del contenuto dell'atto dovuto al cittadino il quale, sull'informazione negativa, può organizzare la sua strategia di tutela, oppure rinunciare in modo definitivo ad ogni diversa pretesa".
Il testo della sentenza
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