lunedì 12 novembre 2012

Ma qual è la vera Corte dei Conti

Una nostra lettrice , Ada, ci segnala l'articolo pubblicato su Il Sole 24 ore e si chiede: ma la Corte dei conti è quella dei Luca Attias o degli Antonello Colosimo ?

Molti benefit per il consigliere della Corte dei Conti, Antonello Colosimo. Un ufficio a via Margutta, un autista, la pretesa della ristrutturazione di una casa a Capri, favori e tangenti per 200mila euro. 
Per questo Colosimo, ex capo gabinetto del ministero delle Politiche agricole, è stato arrestato ed è ai domiciliari da ieri con l'accusa di concussione continuata nell'inchiesta del filone sugli appalti del G-8 e dei grandi eventi. «È una misura cautelare inspiegabile e inaudita dal punto di vista giuridico e fattuale» affermano in una nota gli avvocati Francesco Prota e Francesco Scacchi, difensori dell'ex consigliere della Corte dei Conti. 
Lo accusa Francesco Maria De Vito Piscicelli, già coinvolto negli affari della cricca, che sta collaborando con i pm capitolini. Quello di ieri è il primo arresto da quando Piscicelli ha deciso di parlare. Potrebbero essercene altri. «Colosimo mi pressava» ha raccontato Piscicelli, riconosciuto come parte lesa. Di fatto, secondo l'accusa, a Colosimo l'imprenditore avrebbe garantito, tra l'altro, un ufficio in uso in via Margutta, nel centro storico di Roma, un'auto con autista per oltre un anno e perfino l'acquisto di un abito per 900 euro. Secondo quanto accertato dai carabinieri del Ros di Firenze il computo dei "favori" fatti al magistrato comprende anche una tangente da 35mila che lo stesso manager di origine napoletana ha detto di aver pagato per aggiudicarsi un appalto per la costruzione dell'impianto di Valco San Paolo, che faceva parte delle piscine destinate ai Mondiali di nuoto del 2009 e che al momento è in stato di quasi abbandono. Su questo appalto nell'ordinanza d'arresto il gip scrive che Colosimo «dapprima chiedeva a Piscicelli una percentuale sull'importo dei lavori quindi gli richiedeva inutilmente la ristrutturazione di una casa a Capri, infine, dopo che Piscicelli aveva respinto le suddette richieste, costringeva o quantomeno induceva lo stesso a corrispondergli indebitamente, nel mese di maggio del 2009, la somma di 35mila euro, che il reo – scrive il giudice – riscuoteva pur reputandola inadeguata». In una intercettazione Colosimo afferma: «Che ci faccio con 35 mila euro, allora tu non hai capito, io a Capri spenderò mezzo milione». «Ho descritto il sistema illecito – ha dichiarato l'imprenditore in passato – ho fatto anche i nomi di politici di centro destra e di centro sinistra che hanno ricevuto soldi. Io ho sborsato un milione di euro in mazzette». (articolo pubblicato su http://www.ilsole24ore.com/art/notizie/2012-11-08/arrestato-giudice-corte-conti-064058.shtml?uuid=AbDSO40G )

62 commenti:

Marco ha detto...

purtroppo per un Colosimo che viene preso ce ne sono decine che sfuggono alla giustizia. Fermo restando che esistono sicuramente magistrati onesti sono convinto che per chi si dovrebbe occupare di Giustizia la punizione dovrebbe essere esemplare

Paolo ha detto...

ma qualcuno si chiede perchè su quasi tutti i giornali è comaprsa la dizione "ex magistrato della Corte dei conti", quando sanno tutti che il dott. Colosimo è diventato ex un giorno prima dell'arresto nonostante si sapesse dei suoi loschi traffici già da un paio di anni ? meditate gente meditate

Franco ha detto...

La notizia in questione non fa cronaca, soprattutto per coloro che hanno avuto un rapporto di lavoro con il personaggio in questione, di cui è noto il comportamento pessimo. Ciò che fa rimanere perplessi è, conoscendo l'uomo-magistrato, che questa mela marcia sia stata trovata solo oggi ...... per quante altre ce ne sono ancora nascoste! Senza trascendere nella demagogia, ma la presenza dei magistrati nei vertici della pubblica amministrazione va seriamente regolamentata in ragione di determinate competenze. Questi, oggi, hanno troppo potere incontrollato e soprattutto benefit economici in modalità esponenziale.

Milena ha detto...

Purtroppo di magistrati disonesti in Italia non ce ne sono pochi. Pochi sono quelli che vengono scoperti. E ciò che è più triste è che la lobby li protegge ad oltranza.

Francesca ha detto...

Chissà se il Consigliere era uno di quelli che, grazie alla moralizzazione ed efficienza voluta da Brunetta, andavano in giro -ulteriormente retribuiti- a spiegare cosa è la legalità nella pubblica amministrazione in modo da dissuadere i semplici dipendenti pubblici dal rubare le eccezionali penne acquistate tramite la Consip così da evitare ai dipendenti stessi che si trovassero con le tasche piene dell' inchiostro delle penne?

Primo ha detto...

se non ricordo male l'ing. Attias in passato era stato spesso mobbizzato all'interno della Corte dei conti solo perchè non appartenente alla classe magistratuale, non mi sembra invece che nessuno abbia messo neppure fuori ruolo il dott. Colosimo nonostante fosse chiaro il suo comportamento. La risposta è quindi nei fatti !

Carlo ha detto...

Ricordi bene ! e io ricordo che nell'inchiesta Colosimo c'era almeno un altro magistrato (che pena utilizzare questo termine per certi personaggi) indagato.

Anonimo ha detto...

Mi piacerebbe fosse quella di Luca Attias ma credo che dovrebbe essere molto diversa da quella attuale. Senza lobby, senza nullafacenti, senza politica, senza doppi e tripli stipendi, senza raccomandazioni e anche senza corrotti. Lo so sto sognando ad occhi aperti.

adele ha detto...

Quando in un paese la magistratura è corrotta e politicizzata, ed è innegabile che una buona parte della nostra magistratura sia tale, bisogna, se possibile, lasciare quel paese. So di dire una cosa forte ma sono convinta che il cattivo funzionamento della giustizia abbia favorito anche il drammatico ventennio berlusconiano che abbiamo vissuto.
Adele

Gennaro ha detto...

Cara Adele, hai colto perfettamente nel segno e speriamo che le notizie di questi giorni e questo stato di cose non trasformi un drammatico ventennio in un tragico trentennio

Francesca ha detto...

La differenza è che Luca Attias denuncia ciò:
Ecco cosa cerca di far capire l'ing. Attias
Italia tra i peggiori d'Europa in tema di corruzione, in compagnia di Bulgaria e Grecia e, a livello mondiale, a braccetto con la Tunisia e dietro il Ghana. L'indice di Transparency International (associazione non governativa e no profit) che misura la percezione della corruzione nel settore pubblico e politico a livello globale sparge sale sulle ferite dell'Italia, collocata al 72esimo posto su 174 nel mondo, con un punteggio di 42 su 100. Corruzione, opacità, scarsi livelli di integrità, uniti a deboli sistemi di controllo e valutazione non comportano "solamente" una mancanza di moralità ed eticità nella governance del Paese, ma hanno un impatto negativo devastante sull'economia e "la credibilità dell'intero sistema Paese", secondo il rapporto presentato oggi a Milano. Roma perde tre posizioni rispetto all'anno scorso, né può consolare che il nostro Paese abbia un livello di corruzione equivalente a quello della Tunisia (41 punti), mentre la Grecia (che perde 14 posizioni) eguaglia la Colombia. Anche il Ghana fa meglio di noi con 45 punti, mentre va peggio in Russia (con 28 punti). Lo studio nota anche che la corruzione colpisce "in quei Paesi più affetti" dalla crisi economica e finanziaria, mentre quelli meno colpiti, come Germania e Francia, si piazzano rispettivamente al 13/o e al 22/o posto, con punteggi superiori a 70. Italia, quindi, impietosamente sul fondo della classifica europea della trasparenza, con la spiacevole compagnia di Bulgaria e Grecia e con un voto ben lontano dalla sufficienza e da quelli di Paesi ritenuti più etici: Danimarca, Finlandia e Nuova Zelanda (tutti e tre con un voto di 90/100). Trasparency ricorda come la Corte dei Conti abbia stimato che ogni punto in meno nell'indice "pesa in maniera grave sugli investimenti esteri, che fuggono anche a causa dell'indeterminatezza e opacità delle regole". Da qui la raccomandazione del presidente dell'associazione in Italia, Maria Teresa Brassiolo: "Il Governo presente e quelli futuri dovranno mantenere l'anticorruzione in cima alla loro agenda politica. Non siamo solo noi addetti del mestiere a richiederlo, ma i cittadini e le imprese che non ne possono più di veder distrutto il frutto del loro lavoro per corruzione o negligenza nell'uso delle risorse pubbliche". Perché gli italiani, "pur mostrando una sfiducia dilagante nell'operato della politica e, in particolar modo, dei partiti, richiedono allo stesso tempo un rinnovato impegno per riformare e modernizzare il Paese sui pilastri della legalità, della trasparenza e della responsabilità". Sono necessarie, quindi, nuove regole etiche alle quali Transparency International Italia chiede "l'adesione dei futuri candidati alle elezioni politiche regionali, nazionali ed europee". Regole che "si inseriscono in un processo di costruzione di una classe politica europea già in atto". Non tutto è perduto, però, se è vero che, per l'associazione, "i cittadini si sentono protagonisti del contrasto alla corruzione". "Che sia la sfiducia nelle istituzioni o un ritrovato senso civico - sottolinea Transparency - alla domanda su chi debba essere il leader della lotta alla corruzione, quasi il 30% risponde i cittadini; seguono il Governo (25%) e, molto distante, la magistratura (14%).

Mentre il dott. Colosimo ne è uno dei protagonisti !

Marco ha detto...

Francesca hai centrato perfettamente l'insegnamento dell'ing. Attias !

Anonimo ha detto...

Ho avuto mio malgrado a che fare con la Corte dei conti e vi assicuro che è molto più vicina al dott. Colosimo che all'ing. Attias, se non sul piano della corruzione, su quello dell'efficienza. Ci sono un numero troppo alto di magistrati che prendono stipendi da sogno e che non fanno nulla per guadagnarselo.

Alessandro ha detto...

Buona Sera a tutti, al tempo della Serenissima Repubblica,Venezia aveva una serie di leggi che oggi sarebbero troppo interessanti, una di queste era che tutte le figure pubbliche, amministrazioni ecc. erano soggette a doppio della pena normalmente applicata, io la triplicherei con pure il rimborso del danno economico e di immagine.

Anonimo ha detto...

Ce n'è almeno un'altro da arrestare, leggetevi questo articolo:
Antonello Colosimo e Mario Sancetta. Due magistrati della Corte. Il primo nella massima considerazione di Gianni Letta. Il secondo «facilitatore», tra i tanti, dell' ex ministro delle infrastrutture Lucio Stanca per «risolvere una grana alla Corte» (un' azione di responsabilità con condanna in primo grado a pagare 2,7 milioni di euro, chiusa con una transazione che ha riportato nelle casse dello Stato solo il 20 per cento della sanzione: 600 mila euro). L'uno e l'altro- trafficano con la "cricca" (Colosimo briga con gli "sciacalli" Francesco Piscicelli, che chiama "fratello", e Pierfrancesco Gagliardi, dei quali è creditore per 200 mila euro e per conto dei quali negozia, senza successo, direttamente con Corrado Passera di "Banca Intesasan Paolo" la dilazione del rientro. Sancetta è agitprop dell'opaco "Consorzio stabile novus" di Antonio Di Nardo e Rocco Lamino per gli appalti della ricostruzione in Abruzzo, l' Expò di Milano, l' anniversario dei 150 anni dell' unità d' Italia). L'uno e l'altro accollano alla "cricca" la realizzazione e il costo delle loro indifferibili urgenze domestiche. Due piscine e una fontana piscina per la casa di Roma e le ville di Casperia (Rieti) e Capri (Colosimo). Un terrazzo, un box doccia (o forse una vasca) e rubinetteria per l' abitazione di Roma (Sancetta). "LA PISCINA A SFIORO... SONO DISPERATA, CREDIMI" "LASCIA FARE. CI PENSA QUELLO DEI MONDIALI DI NUOTO". Silvana Fiore (S), moglie di Antonello Colosimo, chiama Francesco Piscicelli (P). E' «disperata». S :..Francesco P :..Silvana.. bella.. come stai? S :.. un po' stanca. . senti ...ho avuto dei problemi e sto per entrare in causa con uno che m'ha fatto la piscina.. m' ha fatto passare un sacco di guai...a Casperia (Rieti ndr.).. ho dovuto smontare tutto perché. . io avevo una piscina a sfioro e quindi non ritenevo di mettere le tessere .. ho fatto una grande cavolata. . tu conosci uno perché. .. Delta Piscineè bravissimo... via Salaria S :.. ma quello ti fa a te 'sto prezzo. . perché magari a me non mi fa 15 euro al metro quadro.. io lo devo fare. .. io sono disperata.. P :.. ma lui lavora per me pure all'Argentario. .. a Castelgandolfo... mo' ci tiene molto per me perchè deve fare un lavoro... importantissimo su Roma. .. (3 piscine olimpiche per l'appalto dei mondiali di nuoto 2009 vinto da Piscicelli ndr .) non c' è problema S :.. se tu mi fai venire questo. . io proprio gli pago. . tutto. .. P :.. non gli devi pagare niente . . tu adesso fai una cosa. . io adesso lo chiamo S :... sono disperata. . guarda P :.. allora questo qua si chiama geometra Frera... poi non parlare di soldi... non parlare di niente... fallo venire a fare il sopralluogo... digli quello che tu vuoi. .. e poi . .. parlasse con me di soldi .....

Eleonora ha detto...

Non è solo la Corte dei conti è tutto il Paese che è dei Colosimo, mentre le persone oneste come Luca Attias continueranno a scappare all'estero.

Anonimo ha detto...

hai ragione Eleonora e l'ennesima e per molti imprevedibile ascesa del Cavaliere ne è una ulteriore dimostrazione.

Silvia ha detto...

è proprio così, non è un problema solo di Corte dei conti, il cons. Colosimo ha lavorato di più come capo di gabinetto che come magistrato della Corte dei conti. Perchè nessuno chiama un ing. Attias, le cui capacità sono universalmente riconosciute, a fare il capo di gabinetto o come candidato per il Parlamento. Come vengono selezionate le persone influenti in Italia ?

Giuliano ha detto...

Mi dispiace per Luca Attias che è una bravissima persona di grande competenza, ma sono convinto che la Corte dei conti è un ente inutile che è orami solo un centro di potere politico e che va chiuso.

Anonimo ha detto...

e aggiungerei di persone il cui compito principale sarebbe di controllare i bilanci ma che di bilanci, essendo laureati in giurisprudenza, non capiscono quasi nulla. Nessuno si domanda perchè in tutto il resto del mondo non è una magistratura che si occupa di queste cose ?

Fiammetta ha detto...

E il legislatore adesso gli ha pure aumentato le competenze.

Anonimo ha detto...

Ha se la bicamerale avesse fatto il suo corso, adesso forse non ci sarebbe più ne la Corte dei conti ne Berluconi e questo forse sarebbe un paese migliore.

Anonimo ha detto...

ma voi avete idea di quanto guadagna un magistrato della Corte dei conti ? se colosimo si è fatto beccare per una tangente di appena200.000 euro allora o è un avido poco intelligente oppure sono riusciti ad intercettare solo una minima parte delle tagenti che ha riscosso

Vanni ha detto...

in un paese che ha dato questi risultati alle elezioni è certamente la Corte dei conti di Colosimo, ad Attias consiglierei di cambiare nazionalità, l'Italia e gli italiani non meritano gente così

Giuliano ha detto...

Corruzione, scandali, mafia e malapolitica trovano spazio oggi nella stampa nazionale. Il Fatto Quotidiano, nell’articolo a firma di Marco Lillo dà spazio alla denuncia del Procuratore regionale della Corte dei Conti del Trentino Alto Adige, Robert Shulmers, che chiama in ballo il Quirinale. Shulemrs afferma di aver ricevuto pressioni dai vertici della magistratura contabile sul procedimento avviato nei confronti del Presidente della Provincia autonoma di Bolzano, e leader del Sudtirolen Volkspartei, Lusi Durnwalder, citato in giudizio per un danno erariale di 1 milione 600 mila euro. Secondo il magistrato altoatesino, i vertici della Corte dei Conti si sarebbero attivati, in seguito a pressioni del Quirinale, per frenare l’azione inquirente del Procuratore. A riprova di quanto affermato, Shulmers riproduce la corrispondenza avvenuta. Su internet si trova tutto e vale la pena perderci 10 minuti.

Franco ha detto...

non vi stupite l'Italia è questa !

Felice ha detto...

leggetevi questo articolo:

http://www.ilfattoquotidiano.it/2013/03/06/robert-schulmers-magistrato-che-oso-sfidare-regno-di-durnwalder/521980/

Nanni ha detto...

La Corte dei Conti è un ente che avrebbe dovuto essere chiso da molti anni. Questo non vuol dire che all'interno dell'Istituto non ci siano persone in gamba come l'ing. Attias, ma penso siano veramente pochi.

Anonimo ha detto...

Ho avuto rapporti con la Corte dei conti fino ad un anno fa e ho conosciuto diversi dirigenti e magistrati. Ce ne sono alcuni capaci che si impegnano ma la maggior parte è incompetente e scansafatiche.

Enrico ha detto...

La Corte dei conti è come tutto il resto dell'Italia in questo momento, fa schifo ! Attias rappresenta solo un'eccezione come per fortuna ce ne sono ancora tante.

Cesare ha detto...

Ha ragione il cavaliere, l'abuso di potere da parte dei magistrati è continuo e la Corte dei conti in questo non fa eccezione. E io sono uno che non ha mai votato per lui !

Giovanni ha detto...

la verità è che la Corte dei conti per come è non ha senso di esistere e andrebbe chiusa

Maria ha detto...

Le tue affermazioni, Giovanni, sono molto gravi, ma io, che lavoro da tanti anni presso la Corte dei conti, le condivido in pieno.

Nello ha detto...

La Corte dei Conti va chiusa. E’ inutile, costosa e distorcente. Lo sostengo ed argomento da tempo, a. sono i magistrati più pagati; b. spesso hanno doppi incarichi; c. la spesa per il mantenimento della corte cresce senza sosta, alla faccia del fatto che poi dicono che andrebbe limitata la spesa pubblica; d. dicono che cresce (più 20%), la spesa, per recuperare lo svantaggio accumulato, ma si da il caso che sono quelli ad avere preso gli aumenti più consistenti; e. ciliegina sulla torta: oltre alle ferie da bambini dell’asilo, adesso chiudono anche il sabato, per non affaticarsi.
Ma se anche fossero lavoratori indefessi e parsimoniosi, se anche impiegassero mesi e non decenni per fare un processo, rimarrebbe l’intollerrabilità del loro essere un animale misto: da una parte compartecipano delle decisioni relative alla spesa pubblica, prendendo attivamente parte alla vita del governo, ricevendone incarichi, dall’altra sermoneggiano su quei costumi e addirittura li giudicano in sede giurisdizionale. Noi stessi citiamo i dati e le considerazioni delle loro relazioni annuali, perché ci sono cose interessanti e giuste, ma è inutile la sede in cui vengono pronunciate. Insomma: o la Corte è un organo di controllo e consulenza o un organo che giudica. Tutte e due le cose non si può fare.
Scrivere queste cose sembra inutile, perché gli unici che ti rispondo, e ti rimproverano, sono i diretti interessati, la corporazione. Fanno gli offesi, ti annunciano lezioni che poi non arrivano, neanche si rendono conto che l’intero procedimento di cui sono protagonisti è incostituzionale, relegando l’imputato al silenzio ed all’anonimato, costringendolo ad esprimersi solo attraverso l’altra corporazione, quella degli avvocati amministrativisti. Non c’è diritto di parola, acciocché possano giudicare senza conoscere. Allora tremino, gli autisti che rompono una vetrina guidando l’autobus, sappiano che il danno erariale sarà severamente chiesto loro, nel mentre al ministero dei trasporti, chi lo giudica, sarà chiamato in una commissione di collaudo, spesso ignorando tutto salvo l’entità del compenso. Forti con i deboli e complici dei forti.

Joe ha detto...

è una lobby come ce ne sono centinaia in Italia, come le caste in India, e come queste "intoccabili", che schifo !

ROBERTO ha detto...

Ma qualcuno lo vuole capire che chi fa il consigliere della Corte dei conti non dovrebbe poter fare il capo di gabinetto. Ma in che paese siamo ?

ivan ha detto...

Leggetevi questo articolo e trete le vostre conclusioni.
IL GOVERNO ha bloccato l'attività dell'Agenzia per l'Italia Digitale e così ora c'è il forte rischio che molte misure pensate per l'innovazione siano rimandate per mesi. La modernizzazione della PA grazie ai servizi digitali, l'Anagrafe unica, gli open data, la strategia per le smart cities, il fascicolo sanitario elettronica: ci sono queste cose, infatti, tra le competenze dell'Agenzia, che possiamo considerare l'ente attuatore dell'Agenda digitale italiana.
Il caso è scoppiato per un problema di costi. Lo statuto dell'Agenzia prevedeva una spesa troppo alta per le casse pubbliche, secondo la Corte dei Conti, di qui la decisione del governo di ritirarlo. Lo statuto era al vaglio della Corte dei Conti da metà marzo. "E senza lo statuto l'Agenzia si trova ferma in un paradosso: ha il budget assegnato ma non può lavorare ai decreti attuativi dell'Agenda digitale", spiega a Repubblica.it Paolo Colli Franzone, presidente dell'osservatorio Netics e tra i massimi esperti nazionali di politiche digitali. "In particolare, sarebbe in atto un braccio di ferro tra il direttore dell'Agenzia, Agostino Ragosa, e la Corte dei Conti- continua Franzone. Ragosa vorrebbe carta bianca sull'assunzione dei dirigenti e un organico di 150 persone. Ma uno scrupoloso magistrato della Corte si è accorto che secondo il decreto Crescita 2.0 l'Agenzia ha diritto a circa 28 persone in meno". Cioè allo stesso numero di dipendenti degli enti eliminati e accorpati nell'Agenzia: DigitPA, Agenzia per l'Innovazione e Dipartimento per la digitalizzazione della pubblica amministrazione della Presidenza de Consiglio. La Corte dei Conti teme anche che un altro articolo dello statuto possa portare a spese eccessive: la facoltà di Ragosa di stipulare contratti a tempo determinato, per un massimo di due anni non rinnovabili, a persone di comprovata professionalità, da assumere come dirigenti.
Lo statuto è una chiave di volta di tutta l'azione dell'Agenzia. Quando il precedente governo l'ha approvato, l'allora ministro dello Sviluppo economico, Corrado Passera ha commentato che si tratta di un "altro passo avanti per l'Agenda digitale e per dotare i cittadini di servizi più efficienti". Il nuovo organismo diventa operativo e può così svolgere "gli importanti compiti sul fronte dell'innovazione che le sono stati assegnati", aveva sottolineato lo stesso ministro e i suo colleghi Filippo Patroni Griffi, Francesco Profumo e Vittorio Grilli. "Ora abbiamo lo strumento necessario per dare continuità all'attuazione delle strategie e dei principali obiettivi contenuti nell'Agenda digitale italiana ed europea, che consideriamo prioritari per la crescita e lo sviluppo del Paese", hanno aggiunto in una nota.
Ma da quei giorni di entusiasmo per lo statuto e oggi è cambiato il governo e questo passaggio di consegne può aver avuto un ruolo nello stop di oggi.
Problemi erano nell'aria pure al momento dell'approvazione dello statuto.
Ma adesso che con l'Agenzia è tutto da rifare, si pone il problema dei decreti attuativi che sono sotto la sua competenza. A partire dall'anagrafe unica della popolazione, asse portante di tante cose, tra cui la nuova carta d'identità elettronica (che dovrebbe essere anche codice fiscale e carta nazionale dei servizi per accedere a quelli online della Pa in modo facile e diretto) e il fascicolo sanitario elettronico (ora attivo solo in poche regioni, serve tra l'altro ad accedere ai propri referti medici via internet). Sono le tante cose a cui l'Agenzia stava lavorando, ma aspettava il via libera definitiva allo Statuto per formalizzare le misure. Adesso è tutto di nuovo in aria e l'Italia rischia di perdere un altro anno sulla strada della modernità digitale, dove ha già accumulato un ritardo record rispetto al resto d'Europa.

Anonimo ha detto...

Sono lieto di comunicare che l'ing. Attias sarà presente nel prossimo FORUM PA nel convegno conclusivo nel pomeriggio del 30 maggio 2013. E' già possibile iscriversi on line
www.iniziative.forumpa.it/convegno/2013_ca.06

Anonimo ha detto...

Ma ci sarà anche il consigliere Colosimo ?

paolo ha detto...

Auspico che il management aziendale colga il fondamentale massaggio di Attias, non solo diffondendo il keynote dell'ingegnere al loro interno ma anche aiutando il management pubblico ad affrontare concretamente la problematica culturale, ne otterrebbero degli enormi vantaggi

paolo ha detto...

Per chi non avesse avuto la fortuna di essere presente:
http://www.innovatv.it/video/2767932/luca-attias/future-government-quale-amministrazione-l-italia-del-2020

Anonimo ha detto...

chissà se il cons. Colosimo è venuto all'auditorium del Palazzo dei Congressi ad imparare qualcosa sulla lotta alla corruzione

Loredana ha detto...

Ing. Attias,
tenuto conto del successo delle sue interviste e delle sue presentazioni perchè non sviluppa un blog personale, non va su twitter e non fa una pagina facebook, secondo me avrebbe in poco tempo diverse migliaia di contatti e forse potrebbe finalmente portare a compimento le sue idee.

Anonimo ha detto...

Leggetivi questa bella notizia.
Il caso Lusi spacca clamorosamente la procura della Corte dei Conti del Lazio.
Ieri mattina, davanti al Presidente della sezione regionale della Corte Ivan De Musso, si è tenuta l’udienza sull’istanza con cui l’ex tesoriere della Margherita ha chiesto di restituire direttamente allo Stato i soldi che, secondo le accuse, avrebbe sottratto indebitamente dalle casse del defunto partito: 22 milioni e 800 mila euro, una parte dei quali (6 milioni e 400 mila euro) secondo i legali di Lusi andrebbe “scontata” in quanto già rientrata all’erario sotto forma di tasse e imposte.
Il 30 maggio scorso, i vice procuratori contabili Pio Silvestri e Marco Smiroldo – che da mesi hanno in mano il fascicolo sull’ex tesoriere e il 16 aprile gli avevano inviato l’atto di citazione – avevano espresso il loro parere favorevole alla proposta.
La sconfessione
Ieri però, di fronte ai consiglieri della Corte dei Conti chiamati a valutare l’istanza, non si è presentato nessuno dei due. Mentre il loro capo, il procuratore regionale Raffaello De Dominicis, dopo aver avocato a sé il procedimento, nella sua requisitoria ha clamorosamente chiesto il respingimento dell’istanza di Lusi.
Un’ottima notizia per il Collegio dei Liquidatori della ex Margherita e per il suo ex presidente e fondatore, Francesco Rutelli: se la richiesta di Luigi Lusi venisse infatti accolta, i soldi tornerebbero direttamente allo Stato e non nelle casse del partito confluito nel 2007 nel Pd. E il gesto più volte annunciato e pregustato (la restituzione dei soldi sottratti ai cittadini una volta riconquistatone il possesso) sfumerebbe di conseguenza.
Soldi dello Stato
Nel loro atto di citazione, contestuale alla richiesta di sequestro conservativo sulle case e i conti correnti di Lusi, i vice procuratori “esautorati” da De Dominicis avevano scritto chiaro e tondo che i soldi del rimborso elettorale non utilizzati per le finalità specifiche indicate dalla legge 515 del 1993 appartengono allo Stato, nonostante i partiti abbiano erroneamente ritenuto negli anni di poterli tenere per sé, senza alcun vincolo di destinazione. Una tesi contestata dal Collegio dei Liquidatori della Margherita, secondo i quali “i contributi erogati dallo Stato, una volta ricevuti dal partito entrano nella sfera del partito stesso e hanno, pertanto, natura privatistica”.
Ieri l’ex partito Democrazia e Libertà è costituito in giudizio davanti alla Corte dei Conti. E in una nota il Collegio dei Liquidatori ha questa volta lodato l’opposizione del procuratore De Dominicis a quella che viene definita “la manovra” di Lusi, un tentativo mirato “a far cessare i procedimenti a suo carico con l’offerta di beni di valore reale grandemente inferiore rispetto alle risorse sottratte”.
Nel mirino dei Liquidatori ci sono, tra le altre cose, i sei milioni di “sconto” che l’ex tesoriere ha chiesto di ottenere sulla somma da restituire all’erario: “sarebbe impossibile”, dicono nella nota, “poter considerare le imposte pagate a fronte delle false fatturazioni operate a danno della Margherita, quale elemento da valutare nel novero delle somme da rimborsare”. Una linea portata avanti anche ieri nella requisitoria del procuratore De Dominicis.
Guerra all’ultimo euro
Intanto due giorni fa, alla moglie di Lusi, è stato notificato dall’ex Margherita un atto di citazione con contestuale richiesta di sequestro conservativo da 25 milioni di euro.
La guerra insomma è apertissima in ogni sede. Gli avvocati di Luigi Lusi, che ha fatto istanza di restituzione “senza che questo comporti il riconoscimento di alcuna responsabilità civile o penale” (ma soltanto amministrativa), ricordano che proprio ieri il giudice cautelare della Corte dei Conti ha confermato il sequestro conservativo dei beni dell’ex tesoriere per 16 milioni e 441 mila euro. E cioè nei termini proposti da Lusi e accolti il 30 maggio dai vice procuratori Smiroldo e Silvestri.

Ada ha detto...

domanda impertinente:
ma secondo voi chi è che combatte di più contro la corruzione all'interno della Corte dei Conti: i Magistrati o l'ing. Attias ?

Roberto ha detto...

Una vita da informatico
Si è parlato e si continua a parlare molto (sempre di più) in tutte le Pubbliche Amministrazioni dell’intervento dell’ing. Attias all’ultimo Forum PA, e sicuramente ciò è una buona cosa. Tutti concordano su quanto è difficile preparare una esposizione di questo tipo, soffermandosi sul fatto che ci vogliono mesi per riuscire a comunicare con quella ironia, chiarezza e semplicità dei concetti piuttosto difficili.
Io personalmente ho una opinione ancora più radicale, questo intervento non può essere preparato ne in due mesi e neppure in due anni, per arrivare a quei contenuti ci vogliono almeno una decina di anni, ci vuole una vita di maturazione di esperienze che attraversa numerosi passaggi intermedi.
Solo quando un numero consistente di persone riuscirà a percepire veramente tutto ciò che c’è dietro quelle slide, e ci vorrà molto molto tempo, il lavoro iniziato l’ultimo giorno del Forum PA 2013 potrà dirsi positivamente concluso.
Al momento quello che va fatto, per chi ci crede, è diffondere e analizzare il più possibile, tramite discussioni costruttive, il keynote dell’ingegnere.

Teo ha detto...

Certo che nella rete Luca Attias è il personaggio più presente di tutta la Pubblica Amministrazione !

Anonimo ha detto...

Il caso Cancellieri risponde alla domanda dell'articolo.

Walter ha detto...

Non credo ci sia Colosimo dietro questa idea eccezionale:
Un data center comune per la Corte dei Conti e il Cnel. Con l'accordo di collaborazione firmato oggi dal presidente della Corte dei Conti, Raffaele Squitieri, e il presidente del Cnel, Antonio Marzano, con il patrocinio dell'Agenzia per l'Italia digitale, nasce la prima aggregazione tra sistemi informatici delle amministrazioni pubbliche.

''Mettiamo a disposizione i nostri dati al Cnel - spiega Squitieri - è una forma di cooperazione tra due amministrazioni perfettamente coerente in un'ottica di spending review'' che porterà ''tempestività nell'informazione e una riduzione degli investimenti''. ''Facciamo rete - osserva Marzano - in un'Italia che, affianco al mondo dei distretti, ha anche tanti castelli chiusi in se stessi''.

Il Cnel e la Corte dei Conti sono le prime due istituzioni italiane a mettere a fattor comune le proprie esigenze tecnologiche, aprendo di fatto una strada di enorme interesse nazionale nell’ambito della cooperazione tecnologica interistituzionale che condurrà a risparmi certi per la finanza pubblica. Con questo accordo le due istituzioni intendono condividere le rispettive esperienze nella gestione delle infrastrutture IT e avviare un’azione congiunta finalizzata alla razionalizzazione dei costi di gestione e all’ottimizzazione delle risorse IT, intervenendo sulle strutture di erogazione dei servizi IT, in particolare sul numero dei data center pubblici italiani, ritenuto unanimemente eccessivo, ove comparato anche a livello internazionale, nonché sul livello di sicurezza attuato nell’elaborazione di dati.

L'intesa, che potrà essere estesa ad altre amministrazioni, è in linea con gli obiettivi di razionalizzazione dei sistemi informatici indicati dall'Agenda Digitale e parte dall'analisi della spesa, oggi ''gravemente inefficiente'', nei circa 6 mila centri di elaborazione dati pubblici, un numero considerato ''unanimemente eccessivo'' rispetto agli standard internazionali.

Anonimo ha detto...

Mitico Luca Attias !

Umberto ha detto...

Ma perchè nessuno fa quello che ha fatto la Corte dei conti ?

Franco ha detto...

Ma soprattutto perché nessuno copia quello che ha fatto il CNEL

Anonimo ha detto...

perché ognuno pensa per se !

Mauro ha detto...

Se fosse veramente, come molti dicono, la Corte dei conti di Colosimi andrebbe chiusa prima possibile !

Anonimo ha detto...

non so la Corte dei conti, ma sicuramente è l'Italia di Colosimo e non di Luca Attias. Non è questo un Paese per le persone oneste !

Vincenzo ha detto...

sono tristemente d'accordo con te !

Roberto ha detto...

eccola quale è la vera Corte dei conti:

http://www.repubblica.it/cronaca/2014/06/06/news/inchiesta_mose_verbali_falsificata_relazione_corte_conti-88176596/

Umberto ha detto...

Non facciamoci più la domanda di quale è la vera Corte dei conti:
http://www.ilfattoquotidiano.it/2014/06/05/inchiesta-mose-la-delibera-della-corte-dei-conti-fu-corretta-in-un-pc-dellazienda/1013944/

domandiamoci piuttosto come faccia a resoistere li dentro uno come l'ing. Attias

Matteo ha detto...

In Italia per ripristinare condizioni di normalità ci vorranno decenni.

Anonimo ha detto...

Adesso che hanno beccato anche l'ex Presidente della Corte dei conti ancora vale la domanda ?
http://www.ansa.it/lazio/notizie/2014/07/04/arresto-ex-presidente-autorita-vigilanza_f72ea2d8-f5ec-4069-88de-5c090dafbb9a.html

Giulio ha detto...

Forse la domanda da farsi è se ha ancora un senso la Corte dei conti. Per quel che riguarda l'ingegnere invece forse sarebbe più utile lavorasse direttamente per una radicale riforma della PA, visto che è tra i pochi manager pubblici veramente preparati.

Anonimo ha detto...

Penso che a tutti i livelli vada fatto un riesame dell'etica, della buona amministrazione,e della capacità di ottimizzare sistemi informatici,tutti promotori di buoni principi e di quali interessi?