venerdì 30 novembre 2012

La spending Review con Consip

Ricevo da UILPA MEF e pubblico

Consip è una società per azioni del Ministero dell'Economia e delle Finanze (MEF), che ne è l'azionista unico, ed opera secondo i suoi indirizzi strategici, lavorando al servizio esclusivo delle pubbliche amministrazioni. 
L'ambito di intervento di Consip è volto, da una parte, a fornire servizi di consulenza e di assistenza progettuale, organizzativa e tecnologica per l'innovazione del Ministero dell'Economia e delle Finanze (MEF) e della Corte dei conti (Cdc); dall'altra, a gestire il Programma per la razionalizzazione degli acquisti nella P.A. 
Questo obiettivo viene realizzato attraverso un modello organizzativo del tutto innovativo nella realtà italiana, che coniuga le esigenze delle amministrazioni con l'attenzione alle dinamiche del mercato, in un'ottica di massima trasparenza ed efficacia delle iniziative. Questo è quello almeno che si legge sul sito ufficiale. 

L’economista Gustavo Piga, ex presidente della Consip ha dichiarato che le grandi gare Consip hanno ottenuto significativi risparmi pari al 20%. Noi ci domandiamo invece quanto ci sono costate in più quelle piccole e quanto ci costa l’organizzazione logistica e strumentale e il mantenimento delle risorse di tutta la struttura e ci domandiamo il perché le stesse funzioni non vengono svolte dallo stesso Ministero, che avrebbe così il 20% netto di risparmio?
 Forse ci sono delle logiche parentali o altre che bisogna mantenere? 
Abbiamo l’impressione, ma speriamo di sbagliarci, che, il Ministero da controllore sia passato a controllato. Invitiamo gli organi in indirizzo a verificare quanto sopra descritto, e se corrispondesse a verità, a porre qualsiasi azione affinché venga ripristinata una corretta gestione. 
La nostra O.S. vigilerà su tutta la realtà CONSIP. 

Roma, 28 novembre 2012 
Il Coordinatore Generale BORDINI Andrea G
Il Segretario Nazionale COMPAGNONE Guido

giovedì 29 novembre 2012

Per una effettiva semplificazione di regole e procedure

(...) Queste riflessioni sui fattori che hanno ostacolato, nel recente passato, gli obiettivi di maggiore efficienza e qualità delle PA non possono chiudersi senza un cenno al tema della semplificazione di regole e procedure. Il tema, ovviamente, chiederebbe da solo molti approfondimenti, che però non sono qui possibili . 
«Per memoria», tuttavia, è doveroso ricordare quattro azioni essenziali, da cui largamente dipende il miglioramento delle nostre amministrazioni e dei nostri servizi pubblici. 

mercoledì 28 novembre 2012

Misurare sistematicamente efficienza e qualità dei servizi

Un altro insuccesso delle riforme degli ultimi quindici anni è stato il non essere riusciti a diffondere, nelle PA, la cultura della valutazione. Invece, valutare è essenziale se si vuole davvero spingere le P.A. verso livelli di efficienza e di qualità più elevati. 
 Sennonché, come valutare senza misurare? 
Anche in questo campo, occorre fare tesoro dell'esperienza e degli insuccessi degli ultimi quindici anni, per non trovarsi, fra altri anni, a constatare un nuovo fallimento. 

In primo luogo, allora, occorre promuovere la sistematica misurazione — che oggi manca — dei servizi erogati dalle P.A. alla collettività. Per ciascuna tipologia di servizio dovrebbero essere adottati standard e parametri a livello nazionale, così da consentire confronti non solo verticali (diacronici), ma anche orizzontali (territoriali). Un tale sistema sarebbe, tra l'altro, il presupposto per l'attuazione dell'art. 117, lett. a), della Costituzione che prevede la «determinazione dei livelli essenziali delle prestazioni concernenti diritti civili e sociali che devono essere garantiti su tutto il territorio nazionale ». 

In secondo luogo, va sgombrato il campo da un malinteso che offre, seppur involontariamente, pretesti agli avversari (interessati) del cambiamento nelle P.A.. Il malinteso è questo: per misurare e valutare i servizi delle P.A. e l'azione dei dirigenti e del personale pubblico non basta utilizzare acriticamente gli strumenti del settore privato. Anche nelle P.A. è possibile misurare e valutare, ma per farlo è necessario introdurre, nelle tecniche di misurazione e valutazione, gli adattamenti richiesti dalle specificità del settore e, in taluni casi, elaborare indicatori e parametri ad hoc. 


venerdì 23 novembre 2012

Movimento per la Qualità nei Servizi Pubblici

Ricevo e pubblico da Movimento per la Qualità nei Servizi Pubblici

La sempre crescente esigenza della Cittadinanza di poter fruire di servizi pubblici a livello di eccellenza, sia sotto il profilo della quantità sia di quello della qualità, è alla base della nascita del Movimento PQ. 
I costanti tagli non selettivi, che una miope politica ha imposto alla Pubblica Amministrazione, stanno provocando danni devastanti nel quotidiano dei Cittadini Italiani. 
Per tentare di giustificare e supportare tali scelte, è stata, quindi, orchestrata una assurda campagna mediatica volta a criminalizzare i dipendenti pubblici al solo scopo di tentare di far ricadere sugli stessi, e non su chi assumeva e gestiva tutte le decisioni, le pesantissime conseguenze delle stesse. Con sapiente regìa si è anche cercato di creare confusione fra i servizi pubblici direttamente erogati alla collettività dalla pubblica amministrazione e quelli erogati da soggetti privati. Sanità, scuola, trasporti, assistenza, asili nido, previdenza, sicurezza, comunicazioni, ricerca, tutela ambientale, servizi di ogni natura e genere sono stati negli ultimi anni drasticamente ridotti, obbligando, in troppi casi, a dover ricorrere a strutture private non sempre in grado di assicurare prestazioni adeguate ovvero con costi spesso proibitivi per quanti fruiscono di retribuzioni o pensioni già assottigliate ed erose dall’inflazione e dal blocco delle contrattazioni. 

giovedì 22 novembre 2012

I ritardi della Pa. Pratiche con tempi certi solo in 7 ministeri

Taglierà forse i tempi, non le incertezze. 
L'operazione messa in campo quasi tre anni e mezzo fa per obbligare la pubblica amministrazione a una maggiore reattività di fronte alle richieste dei cittadini è rimasta imbrigliata nella lenta applicazione delle norme. 
Di fatto, al momento solo sette ministeri sono riusciti a mettere a fuoco i propri tempi di conclusione dei procedimenti. A cui si deve aggiungere la ricognizione del Viminale, che solo a fine agosto ha superato il vaglio del Consiglio di Stato e ora aspetta la pubblicazione sulla «Gazzetta Ufficiale». 
Per non parlare, poi, degli enti pubblici nazionali: sono meno di una decina quelli che hanno le idee chiare sui tempi delle risposte da dare ai cittadini. Sfugge, infine, il mare magnum delle regioni e degli enti locali, anche loro obbligati a non lasciare gli utenti nell'incertezza. 

Articolo di Antonello Cherchi - Il Sole 24 Ore - leggi su http://www.ilsole24ore.com/art/norme-e-tributi/2012-11-12/ritardi-pratiche-tempi-certi-173414.shtml?uuid=AbWjeK2G

mercoledì 21 novembre 2012

Spending review al mef

Ma qualcuno mi sa dire come si fa a parlare di spending review quando al Mef ogni dipartimento ha la sua direzione informatica che a sua volta utilizza Consip e Sogei?

Anticorruzione, chi denuncia resta anonimo

Resterà anonimo il dipendente pubblico che denuncia illeciti, almeno nella maggior parte dei casi. 
 Lo prevede l'articolo 1 comma 51 della legge 6 novembre 2012 n. 190 (pubblicata sulla «Gazzetta Ufficiale» n.265 del 13 novembre 2012 e in vigore dal 28 novembre), limitando l'accesso al testo della denunzia. Ma il contenuto, e soprattutto la firma, diventeranno noti se il denunciato inizia un giudizio per calunnia o diffamazione, oppure se chiede il risarcimento dei danni da reato. Nel pubblico impiego sono frequenti le segnalazioni interne, ma se ma se anonime, ne è difficile l'utilizzo (articolo 333 del Codice di procedura penale). 

Articolo di Maria Teresa Farina e Guglielmo Saporito - Il Sole 24 Ore - leggi su http://24o.it/OtT8I

mercoledì 14 novembre 2012

Patroni Griffi su Twitter: "4000 esuberi nelle P.A."

Articolo pubblicato su www.repubblica.it 

Nelle amministrazioni centrali le "eccedenze assolute di personale non dirigente sono pari a 4.028 unità". 
Lo ha comunicato con un "tweet" il ministro della Funzione pubblica, Filippo Patroni Griffi, quando l'incontro con i sindacati era ancora in corso. 

Dopo il faccia a faccia, Patroni Griffi ha parlato di un risparmio dalla riduzione degli organici per 392 milioni di euro: 342 milioni dai 4.028 esuberi assoluti tra il personale non dirigente, a cui vanno aggiunti altri 50 milioni da 487 esuberi tra i dirigenti. Ma i tagli non sono finiti, perché il primo provvedimento non riguarda enti locali, scuola, forze armate, ma anche ministeri come Giustizia, Interni, Esteri e Inps-Inpdap, su cui "avremo riduzioni organiche significative", ha preannunciato il ministro. 

La relazione tecnica al decreto legge sulla Spending Review citava 24mila esuberi circa su una platea complessiva di 3,3 milioni di dipendenti pubblici. Si concretizza, così, lo scenario paventato inizialmente dal ministro del Lavoro, Elsa Fornero, sulla possibilità di "allontanare" dal proprio impiego anche i lavoratori del pubblico, perché il contrario sarebbe una discriminazione del settore privato. 

leggi tutto l'articolo su Repubblica

martedì 13 novembre 2012

I conti in pari? Se ci fosse ancora l'Isae a vigilare...

Ha perfettamente ragione Guido Tabellini quando sul Sole di martedì 6 novembre sostiene che il recepimento nel riformato articolo 81 della Costituzione dell'obbligo di pareggio di bilancio deve essere accompagnato, se quella norma non vuole essere solo inchiostro, dalla creazione di un organismo che verifichi e valuti se quell'obbligo è rispettato. 
Un organismo insediato nel Parlamento ma con una riconosciuta autonomia dal potere politico e una dichiarata indipendenza dall'esecutivo. 
L'esempio che viene alla mente è quello del Congressual Budget Office (Cbo) statunitense, organismo strettamente non-partisan, come si legge chiaro nel suo sito e come si evince dalla sua storia quarantennale durante la quale ha messo a disposizione del Congresso dati e analisi su tutti gli argomenti rilevanti di politica fiscale. 

Continua a leggere l'articolo di Luigi Guiso - Il Sole 24 Ore - 

lunedì 12 novembre 2012

Ma qual è la vera Corte dei Conti

Una nostra lettrice , Ada, ci segnala l'articolo pubblicato su Il Sole 24 ore e si chiede: ma la Corte dei conti è quella dei Luca Attias o degli Antonello Colosimo ?

Molti benefit per il consigliere della Corte dei Conti, Antonello Colosimo. Un ufficio a via Margutta, un autista, la pretesa della ristrutturazione di una casa a Capri, favori e tangenti per 200mila euro. 
Per questo Colosimo, ex capo gabinetto del ministero delle Politiche agricole, è stato arrestato ed è ai domiciliari da ieri con l'accusa di concussione continuata nell'inchiesta del filone sugli appalti del G-8 e dei grandi eventi. «È una misura cautelare inspiegabile e inaudita dal punto di vista giuridico e fattuale» affermano in una nota gli avvocati Francesco Prota e Francesco Scacchi, difensori dell'ex consigliere della Corte dei Conti. 
Lo accusa Francesco Maria De Vito Piscicelli, già coinvolto negli affari della cricca, che sta collaborando con i pm capitolini. Quello di ieri è il primo arresto da quando Piscicelli ha deciso di parlare. Potrebbero essercene altri. «Colosimo mi pressava» ha raccontato Piscicelli, riconosciuto come parte lesa. Di fatto, secondo l'accusa, a Colosimo l'imprenditore avrebbe garantito, tra l'altro, un ufficio in uso in via Margutta, nel centro storico di Roma, un'auto con autista per oltre un anno e perfino l'acquisto di un abito per 900 euro. Secondo quanto accertato dai carabinieri del Ros di Firenze il computo dei "favori" fatti al magistrato comprende anche una tangente da 35mila che lo stesso manager di origine napoletana ha detto di aver pagato per aggiudicarsi un appalto per la costruzione dell'impianto di Valco San Paolo, che faceva parte delle piscine destinate ai Mondiali di nuoto del 2009 e che al momento è in stato di quasi abbandono. Su questo appalto nell'ordinanza d'arresto il gip scrive che Colosimo «dapprima chiedeva a Piscicelli una percentuale sull'importo dei lavori quindi gli richiedeva inutilmente la ristrutturazione di una casa a Capri, infine, dopo che Piscicelli aveva respinto le suddette richieste, costringeva o quantomeno induceva lo stesso a corrispondergli indebitamente, nel mese di maggio del 2009, la somma di 35mila euro, che il reo – scrive il giudice – riscuoteva pur reputandola inadeguata». In una intercettazione Colosimo afferma: «Che ci faccio con 35 mila euro, allora tu non hai capito, io a Capri spenderò mezzo milione». «Ho descritto il sistema illecito – ha dichiarato l'imprenditore in passato – ho fatto anche i nomi di politici di centro destra e di centro sinistra che hanno ricevuto soldi. Io ho sborsato un milione di euro in mazzette». (articolo pubblicato su http://www.ilsole24ore.com/art/notizie/2012-11-08/arrestato-giudice-corte-conti-064058.shtml?uuid=AbDSO40G )

venerdì 9 novembre 2012

I politici attaccano la Ragioneria Generale

Secondo un articolo de Il Messaggero pubblicato ieri, la tensione tra governo e maggioranza è ai massimi livelli, a provarlo ci sarebbe l’incontro, richiesto dal il presidente della Camera, Gianfranco Fini con Mario Monti. 
“Nel colloquio, durato mezz’ora, Fini ha chiesto maggior raccordo tra governo e Parlamento e ha fatto presente che è ormai altissima l’insofferenza dei deputati verso l’esecutivo. 
In più il presidente della Camera ha chiesto a Monti che «il governo venga rappresentato alla Camera al più alto livello possibile». 
 Nel mirino di Fini e della maggioranza c’è in particolare il ministro ai Rapporti con il Parlamento, Piero Giarda. A innescare lo scontro e a far saltare i nervi a Pd, Pdl e Udc è stata la decisione del ministro di chiedere un nuovo rinvio (il terzo in una sola mattinata) per avere il parere della Ragioneria generale sul disegno di legge sui costi della politica. In particolare sulla norma che proroga le misure fiscali a favore delle zone terremotate dell’Emilia. Norma in cui il governo era uscito battuto nella commissione Affari costituzionali. 
Motivazione della richiesta di rinvio: «Evitare, attraverso il parere della Ragioneria, contraddizioni nel testo».
«La presidenza non può che prendere atto della richiesta, più che legittima,ma che comporta un'assunzione di responsabilità: cinque ore per un parere della Ragioneria non l'ho mai sentito in tanti anni». 
Subito dopo ha preso la parola Dario Franceschini, capogruppo del Pd: «Presidente, ha anticipato quel che avrei detto. Siamo in un Paese in cui il Parlamento è sovrano, è la Ragioneria che deve adeguarsi ai suoi tempi, non il contrario ». «Lei ha detto in chiaro quel che la presidenza ha espresso in termini istituzionali », gli fa eco Fini. Il capogruppo Pdl Fabrizio Cicchitto per una volta si è associato alle parole di Franceschini e ha chiesto la convocazione immediata della riunione dei capigruppo. Il leghista Massimiliano Fedriga ha parlato di «situazione inaccettabile ». Critico anche Gianluca Galletti, Udc: «Non c'è nessuna guerra tra Parlamento e governo», l'unico neo sta «nel ristabilire la sovranità del Parlamento su alcuni istituti, come la Ragioneria». 
A questo punto Giarda ha ripreso la parola per difendere l'operato della Ragioneria: «Vorrei spendere, e lo faccio consapevole del clima che c'è nell'Aula, una parola a favore di quell'importantissimo pezzo dell'amministrazione pubblica che è la Ragioneria generale dello Stato. E lo faccio consapevolmente signori deputati, lo sto facendo in piena consapevolezza». Sul ministro sono piovuti fischi e grida di scherno.".....


giovedì 8 novembre 2012

Progressioni orizzontali: pronti, molto attenti e via!

dal sito http://www.gianlucabertagna.it 

Qualche settimana fa ho pubblicato su Personale News la mia opinione sulle cosiddette “Progressioni orizzontali con effetti giuridici, ma non economici”. 

La Corte dei conti, Sezioni riunite, con la Deliberazione n. 27/2012  ha ribadito un orientamento già consolidato, del tutto contrario al mio parere. Nel pieno rispetto delle motivazioni addotte, mi permetto di non cambiare idea. Per chi non fosse abbonato a Personale News, trovate tutto di seguito. 

SONO DAVVERO PROGRESSIONI? di Gianluca Bertagna 

 Prendo spunto da una recente deliberazione della Corte dei conti della Lombardia (la n. 414/2012/PAR) per parlare ancora una volta delle progressioni orizzontali “giuridiche, ma non economiche” nel triennio 2011-2013.

Ammetto che la cosa non mi ha dato pace fin da quando l’ho sentita pronunciare la prima volta; oggi, che si rincorrono interpretazioni sempre più “strane” rimango ancor più di stucco. Mi permettete di partire dalla norma? Cioè, dico, è ancora possibile iniziare un approfondimento di una questione dal testo normativo e non da un parere, una circolare o un commento? 

Ci provo.

L’articolo 9, comma 21 del Dl n. 78/2010 afferma: per il personale contrattualizzato le progressioni di carriera comunque denominate ed i passaggi tra le aree eventualmente disposte negli anni 2011, 2012 e 2013 hanno effetto, per i predetti anni, ai fini esclusivamente giuridici. 

Leggo attentamente “Progressioni di carriera”. Mi ricordo qualcosa. Ah, sì. 

La Riforma Brunetta, il D.lgs. 150/2009. 
Articolo 23. Progressioni Economiche. 
Articolo 24. Progressioni di Carriera 

Allora: una cosa sono le progressioni di carriera e una cosa sono le progressioni economiche. E mi chiedo: come si fa a dire che si possono fare progressioni orizzontali ai fini esclusivamente giuridici, visto che l’art. 9, comma 21, del d.l. 78/2010 prevede espressamente “progressioni di carriera”? 

Vuoi vedere che sarà quel “comunque denominate” a trarre in inganno? 
 E se invece fosse che “comunque denominate” faccia riferimento a: progressioni verticali, interne, tra le categorie, ecc. ecc.? 
Io penso che a volte il legislatore sia meno disattento di quanto vogliamo farci credere. Se scrive progressioni di carriera è perché magari sa che non avrebbe senso fare una progressione “economica” che vale solo giuridicamente, ma non economicamente. 
E non vale nemmeno per il calcolo del trattamento pensionistico, come, opportunamente, ci ha spiegato l’INPDAP. Punto. Finita lì. Perché dobbiamo sempre cercarci dei ragionamenti in quello che è chiaramente scritto? 
Che poi dico: ma voi ce la fate a fare una progressione ECONOMICA che vale solo GIURIDICAMENTE, ma non ECONOMICAMENTE? 

Se è economica, è economica, punto. Il mondo è strano, soprattutto quando la tesi delle progressioni economiche solo giuridiche è avvallata dalla stessa Ragioneria Generale dello Stato. 
Si legge nella circolare n. 12/2011: Si precisa che l’espressione “progressioni di carriera comunque denominate”, relativamente al personale contrattualizzato, è da intendersi riferita anche ai passaggi all’interno delle aree/categoria. Adoro quando le circolari sono così decise nel dire le cose: si precisa, è così! Cavolo! 
Glielo avevo detto a legislatore che doveva precisare meglio, ma, visto che non l’ha fatto, provvedo io. Quindi è così che si dive intendere. 

Ma poi viene il bello. Perché il tutto funziona così. 

Si costituisce il fondo (che non può essere superiore al 2010) e si decide come destinare le risorse. Se si decide di fare nuove progressioni orizzontali per i dipendenti, siccome valgono solo giuridicamente, queste non si possono pagare e si pagheranno solo a gennaio 2014 (forse!) ma senza effetti retroattivi. Quindi, dal fondo non si prelevano dei soldi, ma… attenzione bene!!!… non si possono neppure spendere per altro! Insomma, se si fanno quelle cose lì delle progressioni economiche, ma solo giuridiche e non economiche, si stabilisce quanto sarebbero costate, ma siccome non costano niente, i soldi teorici non si possono spendere per altre cose. 

La morale sarebbe questa, in conclusione. 

I “presunti” beneficiari delle progressioni non percepiscono nulla. Tutti gli altri dipendenti (non beneficiari delle progressioni) si ritroveranno un fondo decurtato del costo delle progressioni “virtuali”. Un successone, no? La conferma è appunto arrivata dalla Corte dei conti della Lombardia con la Deliberazione n. 414/2012/PAR che recita: “non è possibile utilizzare, per gli istituti finanziabili con la parte variabile del fondo per la contrattazione decentrata, la componente delle risorse stabili del fondo già accantonate nel triennio per progressioni c.d. orizzontali (e non utilizzate). Nello stesso senso si era orientata, in precedenza, la Ragioneria Generale dello Stato nella circolare n. 12 del 15.04.2011, richiamata dalla medesima Amministrazione istante. Orbene, pur in mancanza di preclusioni di dettaglio di fonte legale, la Sezione ritiene condivisibile siffatta conclusione, alla luce delle ragioni di sana e prudente gestione finanziaria, nonché di corretta programmazione degli equilibri di bilancio, sottese a tali approdi ermeneutici, valorizzando – altresì – un’interpretazione sistematica e teleologica del dato legale di contenimento della spesa di personale. Ne deriva che l’utilizzo delle risorse stabili del fondo già accantonate per le progressioni c.d. orizzontali (e non utilizzate) trova un limite, oltre che nel blocco del trattamento economico complessivo dei singoli dipendenti, anche di qualifica dirigenziale, ivi compreso il trattamento accessorio, disposto dall’art. 9 del d.l. n. 78/2010, soprattutto nella ratio generale che accompagna l’intervento normativo nel suo insieme (cfr. … Corte dei Conti. Sez. Liguria n. 89/2012)” .

E allora? Perché mai uno dovrebbe fare le progressioni orizzontali a valenza solo giuridica e non economica se: 
- non si prendono soldi fino al 2014; 
- non si possono spendere i relativi soldi del fondo in questo triennio???? 

Risposta: perché almeno, in questo modo, i dipendenti possono superare la questione dei “due anni nella posizione economica precedente” vincolante per una nuova progressione orizzontale. Quindi, teoricamente, un soggetto potrebbe avere un passaggio: - C1-C2 con decorrenza 1.1.2011 (pagata solo dal 2014) - C2-C3 con decorrenza 1.1.2013 (pagata solo dal 2014) - C3-C4 con decorrenza 1.1.2015. Et voilà. 

Ma a questo punto mi chiedo: cosa accadrà mai al fondo degli anni successivi??? 

Quale revisore apporrebbe il suo visto in merito alla compatibilità dei costi? Risposta: tu ti preoccupi troppo!! Ok, chiedo scusa. Un’ultima domanda: perché bisogna sempre essere rigidi da una parte e trovare scorciatoie dall’altra? Perché non si ha mai il coraggio di dire le cose più semplici, invece, che farle così complicate?


mercoledì 7 novembre 2012

Fondo Sirio: i sindacati all'assalto della buonuscita

Ricevo e pubblico la nota della Segreteria Generale CSE n. 25 del 5 novembre 2012 emesso a seguito della riunione dell’Osservatorio sui fondi pensione tenutosi in Funzione Pubblica:

Dal 18 ottobre scorso è partita l’attività del fondo di previdenza complementare Sirio, che riunisce i lavoratori di Ministeri, Agenzie Fiscali, Parastato (EPNE), Università, Ricerca, Coni servizi, CNEL ed ENAC. 
E con Sirio parte l’assalto ufficiale del sindacato tradizionale alla buonuscita dei lavoratori, senza scrupoli di sorta perché la gestione che i “sindacati” si sono auto attribuiti vale soldi, assunzioni e potere. Tutte cose rispetto alle quali la difesa dei diritti dei lavoratori è messa in secondo piano. Ne abbiamo avuto la prova nella riunione dell’Osservatorio congiunto ARAN-sindacati sui fondi pensioni che, per l’occasione, si è tenuta lo scorso 24 ottobre in Funzione Pubblica. Già, in Funzione Pubblica. Perché ufficialmente sindacati e ARAN avrebbero dovuto chiedere misure che rendessero realmente conveniente per i lavoratori l’adesione a un fondo di previdenza complementare. 

martedì 6 novembre 2012

Un tuffo nell'arte di via Margutta

Ricevo dalla collega Nicoletta e pubblico. 


 

Ripartizione somme 2011 del comma 165

La FLP Economia e Finanze comunica le somme assegnate con il Decreto ministeriale relativo alla ripartizione delle risorse destinate al personale, derivanti dall’applicazione del comma 165 per l’anno 2011  firmato nelle scorse ore dal Ministro Grilli. 

AGENZIA DELLE DOGANE.......... ........33.316.800 
AGENZIA DELLE ENTRATE....... ........128.141.400 
AGENZIA DEL TERRITORIO................ 28.831.800 
DIPARTIMENTO DELLE FINANZE..... 16.580.400 
MINISTERO DELL’ECONOMIA.......... 21.044.400 
AAMS....................................................... 4.164.600 

Dopo la registrazione della Corte dei Conti le somme confluiranno nella disponibilità delle Amministrazioni al fine di definirne, in sede di contrattazione nazionale decentrata, i criteri e le modalità di ripartizione tra il personale. L’UFFICIO

lunedì 5 novembre 2012

Circolare relativa alla tesoreria unica per le scuole

Circolare n. 32 del 31 ottobre 2012

L’art. 7, commi 33 e 34, del decreto legge n. 95/2012, convertito con modificazioni dalla legge 135/2012, ha assoggettato le istituzioni scolastiche ed educative statali al sistema di tesoreria unica. 
 In sintesi, l’assoggettamento al sistema di tesoreria unica comporta l’obbligo per le istituzioni scolastiche di depositare le proprie disponibilità liquide su contabilità speciali aperte presso la tesoreria statale (Banca d’Italia) e non più presso il cassiere con il quale è stata stipulata la convenzione di cassa. 
Il cassiere, peraltro, mantiene un ruolo fondamentale per la gestione contabile, in quanto continua a svolgere il servizio di cassa (operazioni di riscossione e pagamento) per conto delle istituzioni scolastiche e intrattiene il rapporto con la Banca d’Italia presso la quale sono depositate le liquidità degli istituti stessi. Il rapporto cassiere\Banca d’Italia avviene sulla base di procedure telematiche standardizzate e ormai consolidate. 
La presente circolare si pone l’obiettivo di chiarire la portata dell’innovazione introdotta con l’assoggettamento alla tesoreria unica delle istituzioni scolastiche, per le quali questo sistema rappresenta un elemento di assoluta novità, e di fornire le informazioni necessarie per un’applicazione uniforme sul territorio.

venerdì 2 novembre 2012

Non restituisce il 2,5% ma è costretto a ripristinare il TFS

Ricevo da USB MEF e pubblico

Con il decreto legge approvato il 26 ottobre dal Consiglio dei Ministri il governo corre ai ripari per evitare di restituire a oltre 2 milioni di lavoratori pubblici il contributo del 2,5% dichiarato illegittimo dalla recente sentenza N. 223/2012 della Corte Costituzionale. 
La norma contestata è quella che prevedeva, a decorrere dal gennaio 2011, l’applicazione del calcolo del TFR anche ai lavoratori pubblici assunti prima del 2001, senza tuttavia sospendere il prelievo del 2,5% di contribuzione a carico del lavoratore previsto dalle norme relative al TFS.