giovedì 10 febbraio 2011

Le proposte del PD

Ognuno faccia le sue valutazioni ma ad essere sincero mi sembrano fumose!


Il governo in questi anni ha adottato una politica demagogica, peggiorando le cose: sia il settore pubblico che chi ci lavora è stato mortificato per privilegiare gli interessi privati, specie se di “amici” e cricche. Sprechi e corruzione hanno gonfiato di costi il bilancio dello Stato, mentre i servizi offerti sono peggiorati. Noi, al contrario, riteniamo che la dignità e la professionalità di chi lavora nel settore pubblico vadano tutelate e valorizzate, e che sia urgente passare da una visione “taylorista” e caricaturale dell'amministrazione, ad una opposta: che ponga al centro i risultati dell'azione pubblica, senza dare mai nulla per scontato.


I compiti della politica, gli impegni del Pd

Il cambiamento delle PA passa dal cambiamento della politica. Sono infatti compiti della politica la capacità di progettare le politiche pubbliche e il percorsi per la loro attuazione, il rigore nel controllo della spesa, la verifica della qualità e dei risultati, il rispetto delle regole, il rafforzamento dei servizi per una società più coesa.

Legalità e lotta alla corruzione

No all’abuso delle gestioni speciali e commissariali; condizioni rigorose per i regimi derogatori che consentono un’eccessiva discrezionalità nella gestione delle risorse pubbliche;
Regime di trasparenza straordinario per le gestioni commissariali e le attività in stato di emergenza della Protezione Civile: provvedimenti di spesa e contratti subito online;
Trasparenza assoluta, anche patrimoniale, dei titolari di funzioni pubbliche;
Incompatibilità radicali precedenti e successive all’assunzione di determinate cariche nella PA per magistrati (ordinari, amministrativi e contabili) e avvocati dello Stato;
Revisione delle norme sugli appalti: diverso criterio di accreditamento delle imprese; incentivazione dell’e-procurement; incentivazione della centralizzazione degli acquisti (centralizzare il 10% degli acquisti può produrre risparmi per circa 460 milioni di euro annui);
Arbitrati affidati, per la parte pubblica, ai funzionari nell’ambito della loro attività ordinaria

Pubblica amministrazione e riforma federale dello Stato

Occorre uno Stato centrale più autorevole e forte, ma più snello. Occorre riorganizzare, sul piano quantitativo e delle competenze, il personale delle amministrazioni, e adottare norme che ne favoriscano la mobilità.

PROPOSTE
Riduzione del numero dei ministeri, presidenza del Consiglio libera da infrastrutture operative;
• Superamento degli uffici decentrati dei ministeri, salvo che per le materie di competenza esclusiva dello Stato centrale; realizzazione degli Uffici Territoriali del Governo;
• Immediata attuazione delle città metropolitane; razionalizzazione del numero delle province; processi associativi dei piccoli comuni con meccanismi partecipativi;
Mobilità del personale dall’amministrazione centrale agli enti territoriali.

Il rilancio del settore pubblico e il rapporto col privato

È tempo di un nuovo patto fra sistema pubblico e sistema privato, che ridefinisca il perimetro e le modalità di azione del settore pubblico e distingua fra liberalizzazioni che fanno bene al mercato e attenzione ai beni e ai servizi pubblici essenziali. Le esternalizzazioni di funzioni vanno limitate a casi eccezionali.
Le amministrazioni pubbliche per la promozione della sussidiarietà

PROPOSTE
• Piani industriali per la riorganizzazione dei servizi e delle strutture amministrative: obiettivi, risorse, tempi, verifica dei risultati, monitoraggio degli effetti;
• Piani strategici dei servizi, da adottare con la partecipazione di cittadini e utenti (attraverso le loro associazioni di tutela), rappresentanti dei lavoratori e delle imprese, fondazioni bancarie, università.

Misurare i risultati con una valutazione indipendente e effettiva


• Organismo/autorità di valutazione realmente indipendente dal governo: riforma del suo status, autonomia organizzativa e gestionale, operatività estesa a tutto l’apparato centrale dello Stato e agli enti territoriali, aprendola alle rappresentanze degli utenti-consumatori e di regioni e autonomie;
• Maggiore effettività dell’azione dell’organismo/autorità di valutazione; strumenti ispettivi e sanzionatori; effettiva capacità di garantire qualità e indipendenza degli organi di controllo interno. 8. Concorsi, giovani, merito: NO al precariato, personale di qualità L’apparato pubblico deve essere ringiovanito. L’età media dei dipendenti dei ministeri è di circa 50 anni. La manovra del 2010 spazza via 300.000 giovani “precari”, mentre 75.000 vincitori di concorso vedono svanire la loro possibilità di essere assunti.

Il PD riaprirà i concorsi.

• Riduzione drastica dei casi in cui PA e società pubbliche o a partecipazione pubblica possono attingere a personale non assunto per concorso; divieto di ricorrere a somministrazione del personale;
• Regole uniformi stabilite con legge statale per la valorizzazione, nei concorsi, dell’esperienza professionale svolta in enti pubblici o privati a titolo precario e divieto di riservare l’accesso o di dare premialità specifiche a chi abbia lavorato presso le medesime PA che assumono;
• Concorsi unici articolati sul territorio, con commissioni di esame estratte da un albo composto da esperti nominati per un periodo di tempo limitato; procedure affidate a un organismo indipendente;
• Mobilità nelle carriere fondata sul merito, riconoscendo le funzioni svolte in altre amministrazioni;
• Divieto di attivare contratti “precari” prima dell’esaurimento delle assunzioni di idonei in concorsi;
• “Eccellenze nelle PA”: programma annuale per selezionare (con test standard) studenti all’ultimo anno di università da immettere in percorsi di formazione e esperienza professionale e come dirigenti e quadri nella PA, in seguito a valutazione competitiva.

Una formazione con la bussola

Per riformare il sistema occorre prefigurare l’assetto dell’amministrazione dopo la riforma federalista. Il personale dovrà sempre più avere un profilo formativo europeo, e sulla cultura giuridico-formalistica dovrà prevalere la capacità di lettura dei fenomeni economico-sociali e un’attitudine organizzativa/manageriale.

Una dirigenza responsabile e autonoma

• Revisione delle norme sullo spoils system, in modo da impedire l’abuso;
• Concreta attuazione del principio della parità di genere nella dirigenza e nei quadri di PA e società pubbliche o a partecipazione pubblica, con l’obbligo della rappresentanza del 40% di ciascun genere.

Trasparenza, class action e tempi dei pagamenti: partecipazione e diritti per cittadini e utenti

• Rendere effettivi gli indennizzi a favore del cittadino e dell’impresa per i ritardi e le inadempienze delle PA: class action vera e immediato recepimento della direttiva UE sui pagamenti delle PA;
• Trasparenza totale: accesso alla documentazione amministrativa senza vincoli; campagna di informazione di massa sulla trasparenza totale; pubblicazione chiaramente accessibile sul sito di ogni PA dei servizi resi e dei termini massimi di conclusione, decorsi i quali il cittadino può chiedere di essere forfetariamente indennizzato; pubblicazione di ogni atto di spesa – a pena di nullità dell’atto – sui siti istituzionali delle amministrazioni; pubblicazione on line quotidiana o settimanale di aggiornamenti sintetici (anche, per esempio, coi social network) sull’attività svolta nei singoli uffici.
• Partecipazione dei privati alle decisioni su pianificazione e programmazione di opere pubbliche.
Semplificazione delle procedure per le imprese

La semplificazione deve essere organizzativa e burocratica.

• Interventi di misurazione e riduzione degli oneri amministrativi e dei tempi di attesa;
• “Divieto” di introdurre nuovi adempimenti burocratici;
• Effettività dello sportello unico per le imprese e livelli essenziali di semplificazione su tutto il territorio nazionale;
• Effettiva analisi dell’impatto della regolazione per i provvedimenti più rilevanti e critici.

Innovazione per la trasparenza e lo sviluppo

• Investire: +100 milioni di euro l’anno per nuove iniziative ICT per la PA, puntando sull’open source;
• Regia unica: centralizzare la programmazione, gli standard, le politiche comuni. Progettare le architetture per l’intero sistema di e-government nazionale;
• Interoperabilità: strutture operative per far comunicare tra loro ogni singolo pezzo della PA;
• Trasparenza: open government come forma consueta di operare da parte della PA, anche attraverso l’istituzione di uno specifico organismo di audit in grado di valutare l’operato dei diversi soggetti;
• Adottare le best practices internazionali in fatto di gestione e governance dell’IT: risparmi per la PA, vita più facile per le aziende ICT, diffusione degli standard tra le imprese italiane.

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