Ognuno faccia le sue valutazioni ma ad essere sincero mi sembrano fumose!
Il governo in questi anni ha adottato una politica demagogica, peggiorando le cose: sia il settore pubblico che chi ci lavora è stato mortificato per privilegiare gli interessi privati, specie se di “amici” e cricche. Sprechi e corruzione hanno gonfiato di costi il bilancio dello Stato, mentre i servizi offerti sono peggiorati. Noi, al contrario, riteniamo che la dignità e la professionalità di chi lavora nel settore pubblico vadano tutelate e valorizzate, e che sia urgente passare da una visione “taylorista” e caricaturale dell'amministrazione, ad una opposta: che ponga al centro i risultati dell'azione pubblica, senza dare mai nulla per scontato.
I compiti della politica, gli impegni del Pd
Il cambiamento delle PA passa dal cambiamento della politica. Sono infatti compiti della politica la capacità di progettare le politiche pubbliche e il percorsi per la loro attuazione, il rigore nel controllo della spesa, la verifica della qualità e dei risultati, il rispetto delle regole, il rafforzamento dei servizi per una società più coesa.
Legalità e lotta alla corruzione
• No all’abuso delle gestioni speciali e commissariali; condizioni rigorose per i regimi derogatori che consentono un’eccessiva discrezionalità nella gestione delle risorse pubbliche;
• Regime di trasparenza straordinario per le gestioni commissariali e le attività in stato di emergenza della Protezione Civile: provvedimenti di spesa e contratti subito online;
• Trasparenza assoluta, anche patrimoniale, dei titolari di funzioni pubbliche;
• Incompatibilità radicali precedenti e successive all’assunzione di determinate cariche nella PA per magistrati (ordinari, amministrativi e contabili) e avvocati dello Stato;
• Revisione delle norme sugli appalti: diverso criterio di accreditamento delle imprese; incentivazione dell’e-procurement; incentivazione della centralizzazione degli acquisti (centralizzare il 10% degli acquisti può produrre risparmi per circa 460 milioni di euro annui);
• Arbitrati affidati, per la parte pubblica, ai funzionari nell’ambito della loro attività ordinaria
Pubblica amministrazione e riforma federale dello Stato
Occorre uno Stato centrale più autorevole e forte, ma più snello. Occorre riorganizzare, sul piano quantitativo e delle competenze, il personale delle amministrazioni, e adottare norme che ne favoriscano la mobilità.
PROPOSTE
• Riduzione del numero dei ministeri, presidenza del Consiglio libera da infrastrutture operative;
• Superamento degli uffici decentrati dei ministeri, salvo che per le materie di competenza esclusiva dello Stato centrale; realizzazione degli Uffici Territoriali del Governo;
• Immediata attuazione delle città metropolitane; razionalizzazione del numero delle province; processi associativi dei piccoli comuni con meccanismi partecipativi;
• Mobilità del personale dall’amministrazione centrale agli enti territoriali.
Il rilancio del settore pubblico e il rapporto col privato
È tempo di un nuovo patto fra sistema pubblico e sistema privato, che ridefinisca il perimetro e le modalità di azione del settore pubblico e distingua fra liberalizzazioni che fanno bene al mercato e attenzione ai beni e ai servizi pubblici essenziali. Le esternalizzazioni di funzioni vanno limitate a casi eccezionali.
Le amministrazioni pubbliche per la promozione della sussidiarietà
PROPOSTE
• Piani industriali per la riorganizzazione dei servizi e delle strutture amministrative: obiettivi, risorse, tempi, verifica dei risultati, monitoraggio degli effetti;
• Piani strategici dei servizi, da adottare con la partecipazione di cittadini e utenti (attraverso le loro associazioni di tutela), rappresentanti dei lavoratori e delle imprese, fondazioni bancarie, università.
Misurare i risultati con una valutazione indipendente e effettiva
• Organismo/autorità di valutazione realmente indipendente dal governo: riforma del suo status, autonomia organizzativa e gestionale, operatività estesa a tutto l’apparato centrale dello Stato e agli enti territoriali, aprendola alle rappresentanze degli utenti-consumatori e di regioni e autonomie;
• Maggiore effettività dell’azione dell’organismo/autorità di valutazione; strumenti ispettivi e sanzionatori; effettiva capacità di garantire qualità e indipendenza degli organi di controllo interno. 8. Concorsi, giovani, merito: NO al precariato, personale di qualità L’apparato pubblico deve essere ringiovanito. L’età media dei dipendenti dei ministeri è di circa 50 anni. La manovra del 2010 spazza via 300.000 giovani “precari”, mentre 75.000 vincitori di concorso vedono svanire la loro possibilità di essere assunti.
Il PD riaprirà i concorsi.
• Riduzione drastica dei casi in cui PA e società pubbliche o a partecipazione pubblica possono attingere a personale non assunto per concorso; divieto di ricorrere a somministrazione del personale;
• Regole uniformi stabilite con legge statale per la valorizzazione, nei concorsi, dell’esperienza professionale svolta in enti pubblici o privati a titolo precario e divieto di riservare l’accesso o di dare premialità specifiche a chi abbia lavorato presso le medesime PA che assumono;
• Concorsi unici articolati sul territorio, con commissioni di esame estratte da un albo composto da esperti nominati per un periodo di tempo limitato; procedure affidate a un organismo indipendente;
• Mobilità nelle carriere fondata sul merito, riconoscendo le funzioni svolte in altre amministrazioni;
• Divieto di attivare contratti “precari” prima dell’esaurimento delle assunzioni di idonei in concorsi;
• “Eccellenze nelle PA”: programma annuale per selezionare (con test standard) studenti all’ultimo anno di università da immettere in percorsi di formazione e esperienza professionale e come dirigenti e quadri nella PA, in seguito a valutazione competitiva.
Una formazione con la bussola
Per riformare il sistema occorre prefigurare l’assetto dell’amministrazione dopo la riforma federalista. Il personale dovrà sempre più avere un profilo formativo europeo, e sulla cultura giuridico-formalistica dovrà prevalere la capacità di lettura dei fenomeni economico-sociali e un’attitudine organizzativa/manageriale.
Una dirigenza responsabile e autonoma
• Revisione delle norme sullo spoils system, in modo da impedire l’abuso;
• Concreta attuazione del principio della parità di genere nella dirigenza e nei quadri di PA e società pubbliche o a partecipazione pubblica, con l’obbligo della rappresentanza del 40% di ciascun genere.
Trasparenza, class action e tempi dei pagamenti: partecipazione e diritti per cittadini e utenti
• Rendere effettivi gli indennizzi a favore del cittadino e dell’impresa per i ritardi e le inadempienze delle PA: class action vera e immediato recepimento della direttiva UE sui pagamenti delle PA;
• Trasparenza totale: accesso alla documentazione amministrativa senza vincoli; campagna di informazione di massa sulla trasparenza totale; pubblicazione chiaramente accessibile sul sito di ogni PA dei servizi resi e dei termini massimi di conclusione, decorsi i quali il cittadino può chiedere di essere forfetariamente indennizzato; pubblicazione di ogni atto di spesa – a pena di nullità dell’atto – sui siti istituzionali delle amministrazioni; pubblicazione on line quotidiana o settimanale di aggiornamenti sintetici (anche, per esempio, coi social network) sull’attività svolta nei singoli uffici.
• Partecipazione dei privati alle decisioni su pianificazione e programmazione di opere pubbliche.
Semplificazione delle procedure per le imprese
La semplificazione deve essere organizzativa e burocratica.
• Interventi di misurazione e riduzione degli oneri amministrativi e dei tempi di attesa;
• “Divieto” di introdurre nuovi adempimenti burocratici;
• Effettività dello sportello unico per le imprese e livelli essenziali di semplificazione su tutto il territorio nazionale;
• Effettiva analisi dell’impatto della regolazione per i provvedimenti più rilevanti e critici.
Innovazione per la trasparenza e lo sviluppo
• Investire: +100 milioni di euro l’anno per nuove iniziative ICT per la PA, puntando sull’open source;
• Regia unica: centralizzare la programmazione, gli standard, le politiche comuni. Progettare le architetture per l’intero sistema di e-government nazionale;
• Interoperabilità: strutture operative per far comunicare tra loro ogni singolo pezzo della PA;
• Trasparenza: open government come forma consueta di operare da parte della PA, anche attraverso l’istituzione di uno specifico organismo di audit in grado di valutare l’operato dei diversi soggetti;
• Adottare le best practices internazionali in fatto di gestione e governance dell’IT: risparmi per la PA, vita più facile per le aziende ICT, diffusione degli standard tra le imprese italiane.