martedì 24 febbraio 2009

Visita al presidio medico

Un collega mi ha chiesto di pubblicare settimanalmente questi suoi racconti (inviati via e.mail)che hanno come spunto dei fatti realmente accaduti (ovviamente se ne assume tutte le responsabilità!). Chiunque volesse avere pubblicato qualche suo scritto mi invii una mail a notiziedalmef@gmail.com .

Il divo fa il suo ingresso in via xx settembre, bavero alzato, passo sicuro, occhiali scuri(premetto che piove a dirotto) e atteggiamento tra il serio e lo sfrontato.

Oggi è giorno di visita, la famigerata legge 626 impone un controllo sulle funzionalità visive e corporali e così il divo accompagna il suo corpo nel luogo deputato. Scala c piano terra stanza 3 e 5.
Ad accoglierlo due segretarie intente a saccheggiare una guantiera dove troneggiano dei muffin ed una tortina alla marmellata. Sorriso di circostanza e la famosa frase : “DICA?”. Il divo guardando dall’alto in basso rispose: un muffin grazie, creando un sorriso tra gli astanti (oltre alle segretarie un topo d’archivio anch’esso in attesa dell’ispezione corporale ed un improbabile segretario con indosso un maglioncino del tre per due comprato a saldo dal marocchino sotto casa).

Dopo aver lasciato le generalità ed apposto la sua firma in alcuni moduli che puzzavano di toner ammuffito, si avviò nella stanza dove un medico con lo sguardo da buldog in castigo recitò le domande di rito e finì col pronunciare una frase di cui si sarebbe pentito per il resto dei suoi giorni: “Ha problemi ?” E’ lì che il divo sviluppò tutta la sua fantasia inchiodando sulla sedia un buldog sempre più spaurito per circa un’ora.

Cominciò, infatti a parlare, del trauma durante la prima comunione, della prima scottatura a Ostia, della caduta sotto casa all’eta di tre anni complice un maleducato che con la sua ape gli tagliò la strada mentre era a cavallo della sua fiammante bici k70 e dell’escoriazioni ai piedi che gli avevano provocato le sue belle Mecap, (per quanti di voi non lo sapessero le Mecap erano delle scarpe da ginnastica rese famose per le esalazioni che riuscivano a mantenere nei piedi nei secoli dei secoli).
La fortuna volle (per il buldog s’intende), che l’oculista fece irruzione e portò con se il divo nella sua stanza e cambiando questa o quella lente si limitò ad annuire quando il divo letteralmente urlava nel descrivere la lettera che l’oculista gli indicava. Come era prevedibile il divo non ne azzeccò una, ma il medico, memore dello sguardo del buldog disse sempre che aveva visto giusto.
Così, lasciando la stanza ed il palazzone fece ritorno nel suo ufficio dove, a chi gli chiedesse com’era andata la visita rispose: “Bene, l’unica cosa è che non ti lasciano mai parlare!!”.

P.s: Il medico buldog è stato ricoverato al policlinico Umberto I per gravi disturbi della personalità.

Firmato "Il cinico"

Nessun commento: