martedì 24 luglio 2012

La vera spending review spiegata da Paolo Leon

di Enrico Galantini

 Di spending review, dell’ultimo decreto governativo e quindi della situazione generale italiana ed europea in cui si inseriscono le ultime mosse del governo Monti discutiamo con Paolo Leon. Il professore non si nega a nessuna domanda ed è visibilmente poco ottimista (per utilizzare un eufemismo) sul futuro. Siamo partiti dall’attualità del decreto di riduzione della spesa, quello che ormai tutti chiamano della spending review. 

Leon 
È un termine che nei fatti non vuol dire nulla, che viene utilizzato per coprire operazioni di altra natura, in questo caso di semplice taglio, perché quello che è importante per l’Europa sono i saldi. La vera operazione sarebbe stata, se dobbiamo usare sempre l’inglese, uno “zero base budget”, un bilancio a base zero, dove ogni voce di bilancio delle diverse categorie di enti, dallo Stato agli enti locali, viene riesaminata per valutarne l’utilità ai fini della collettività. Questo esercizio, che qualche paese ha fatto e fa, sia pure una volta ogni cinque-dieci anni, da noi non è mai stato fatto. E così ci trasciniamo una struttura di bilancio che è stata rivista – credo – solo una volta in più di cento anni e dove i cambiamenti, che ci sono stati, sono stati quasi tutti aggiuntivi. Quando si dice spending review ci si deve chiedere: fatto quel determinato taglio, supponendo che non sia lineare, che riduzione dell’utilità per i cittadini ne deriva? I tagli della spesa veramente inutile sono già stati fatti negli anni. Ci sono ancora ovviamente delle sacche di inutilità, ma trovarle implica appunto giudicare se una certa spesa è utile o no.

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