Ricevo dalla UIL/PA e pubblico
Con il decreto di riallocazione degli uffici territoriali, il MEF ha chiuso il capitolo “soppressione” delle DTEF.
Stupore è la prima sensazione, incredulità per chi potrebbe pensare che alla base di tutto c’è un
ragionamento sano.
Stiamo parlando di uffici che hanno gestito le partite stipendiali di impiegati, a vario titolo, dei vari ministeri, con le difficoltà derivanti dalla fuoriuscita dei colleghi prima all’INPDAP e poi all’INPS.
Per non parlare del blocco del turn‐over che non ha garantito quel ricambio che di volta in volta ha fatto si che ognuno di noi dovesse incrementare un carico di lavoro mai più definito.
Da questo ragionamento, emerge chiaro il disegno che viene da lontano, dello smantellamento sistematico della P.A. che funziona.
A tutt’oggi il vaso delle nefandezze compiute è sempre più colmo, ma, non tarderà certo a traboccare, se non altro, per le problematiche che inevitabilmente ricadranno su quell’utenza che non è stata informata per tempo, rispetto ai cambiamenti, meglio dire stravolgimenti, che causeranno ritardi biblici per la riscossione delle proprie competenze.
Per fare un esempio, ma nella stessa situazione si trovano molteplici province:
La DTEF di Palermo, 106 dipendenti, 77 dei quali trasferiti ad AAMS.
Chi può pretendere che i 29 colleghi rimasti possano sostenere il carico di quelli trasferiti?
Teniamo presente, peraltro, che i colleghi che operavano presso la CMV hanno optato, in blocco, per AAMS: chi potrà sopperire alla conseguente dispersione di professionalità?
Il lampo di genio dell’Amministrazione esce fuori con la parola “affiancamento” che sta creando più confusione che altro, e non si riesce a capire come con una circolare con firma congiunta BAFFI - CANZIO si possa obbligare dipendenti in altri ruoli in questa procedura.
Non si è tenuto conto, in passato, della professionalità dei colleghi delle ex DTEF, non si terrà conto della professionalità dei colleghi delle RTS, scaraventati al front‐office come carne da macello pronti ad essere addentati dalle fauci degli utenti (giustamente) inferociti.
È stato deciso di iniziare un percorso che doveva essere avviato con notevole anticipo e con una adeguata riorganizzazione dei servizi delle RTS e del relativo personale.
Da tanti uffici sono venute fuori grida di disperazione da parte di quei lavoratori che non sanno più cosa farsene della propria professionalità. I lavoratori devono per definizione essere pronti a tutto anche a snaturare una vita di sacrifici, con lo spirito di abnegazione che caratterizza i cosiddetti “fannulloni” perseguitati dal ministro di turno.
Giova sottolineare, inoltre che la cosiddetta riforma ha avuto effetti, assolutamente non uniformi, a livello nazionale, determinati da una mobilità verso AAMS, non stabilita a monte, che ha causato disagi diversi nelle varie sedi in virtù del numero dei dipendenti trasferiti. Chi ha stabilito i nuovi carichi di lavoro? Tanta era la fretta per partorire il decreto ministeriale che è stato ritenuto un aspetto secondario contrattarli unitamente agli organici.
Di una cosa siamo certi: difficilmente si potranno realizzare le finalità previste da questa riforma che ha determinato un duplice e considerevole costo, sia finanziario che in termini di efficienza posto ad esclusivo carico di lavoratori ed utenti.
Se tutto questo non fosse sufficiente si aggiunge la mancata allocazione del servizio dell’antiriciclaggio e la mancata apertura della mobilità dall’esterno per quelle sedi in carezza di personale.
Con il decreto di riallocazione degli uffici territoriali, il MEF ha chiuso il capitolo soppressione delle DTEF, i colleghi delle RTS e soprattutto l’utenza possono ben sperare, il MEF li stupirà con effetti speciali!!!
Roma, 16 marzo 2011
Il Coordinatore Generale
BORDINI Andrea G.
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