martedì 15 marzo 2011

FLP sul 17 marzo

Ricevo da FLP Economia e Finanze e pubblico

Continuano le polemiche sul Decreto Legge che istituisce la Festa Nazionale per il 150° anno dell’Unita d’Italia e se questa festa debba essere pagata dai lavoratori attraverso la perdita di una delle quattro giornate di festività soppresse o meno, soprattutto per i dipendenti pubblici.
Il Ministro per la Pubblica Amministrazione si guarda bene dal fornire indicazioni in merito e, sul sito del ministero, rimanda alla relazione tecnica al decreto legge, che dice tutto e il contrario di tutto in quanto prima si sofferma sul fatto che non vi sarebbe perdita di giorni di lavoro poiché quest’anno cadono di domenica il 1° maggio e il Natale (quindi sembra propendere per la tesi una festività aggiuntiva), per poi concludere che però deve essere decurtata una delle quattro giornate di festività soppresse.
La stessa interpretazione è stata data dal ministro Brunetta l’altro giorno durante un "question time" alla Camera dei Deputati.

Perché questo comportamento da parte del Ministro competente (si fa per dire)???? Secondo noi per un motivo molto semplice: il ministro sa perfettamente che ciò che è scritto nella relazione tecnica non trova riscontro nella lettera del decreto legge e perciò si guarda bene dall’intervenire formalmente con un atto che potrebbe essere facilmente impugnato, mentre la risposta in un "question time" non lo è certamente (come si diceva una volta "fa fine e non impegna").

Così, il Ministro lascia che a fare il "lavoro sporco" ci pensino le amministrazioni alle quali non pare vero di poter comprimere i diritti dei lavoratori e quindi di buon grado stanno procedendo ad emanare disposizioni con le quali si cancella una delle quattro giornate di festività soppresse.

La posizione della CSE è nota e la riassumiamo:
  • il Decreto Legge fa riferimento esclusivamente alla Legge 260 del 1949, imbandieramento degli uffici et similia;
  • lo stesso decreto dice che la festa del 17 marzo sostituisce quella del 4 novembre, che non è tra le festività soppresse (Legge 54/1997) ma è stata spostata alla prima domenica di novembre;
  • la legge che regola i 4 giorni di riposo aggiuntivo (chiamati impropriamente festività soppresse) non cita né il 4 novembre né altre giornate ma solo che spettano ai lavoratori 4 giorni di riposo aggiuntivi;
  • da questo scaturiscono conseguenze per i lavoratori privati che verranno pagati in misura maggiorata se svolgono attività lavorativa il 17 marzo e non verranno pagati in maniera maggiorata per la prima domenica di novembre, per i lavoratori pubblici il decreto Legge n. 5/2011 non ha alcuna conseguenza sulle ferie né sui riposi.

Come noi la pensa un giornale autorevole e non certo dalla parte dei lavoratori (essendo di proprietà della Confindustria) ossia Il Sole 24ore che, in un articolo che alleghiamo al presente notiziario, dà la nostra stessa lettura del D.L. 5/2011.

E allora che fare, ci chiederete voi, visto che nel frattempo fioccano le circolari delle amministrazioni???? Noi abbiamo messo le carte nelle mani dei nostri legali che nei prossimi giorni ci diranno come proseguire nel modo più proficuo la nostra vertenza.
Inoltre oggi provvederemo a scrivere al Ministro Brunetta per invitarlo a prendere una posizione formale sull’argomento.
Dobbiamo però constatare che purtroppo, a parte timidissime prese di posizione, siamo l’unico sindacato che sta affrontando la materia in termini di diritti dei lavoratori.

Gli altri sindacati si sono divisi in due: quelli che, non riuscendo proprio a criticare un governo che fiancheggiano anche quando commette le peggiori nefandezze contro i dipendenti pubblici, dicono ai lavoratori "Ma cosa volete, in fondo non perdete niente, un giorno di festività soppressa lo fate il 17 marzo e amen. Siate patriottici!!!"; altri che lo usano per strumentalizzazioni politiche e dicono ai lavoratori "Avete visto, il governo vi scippa un giorno di ferie, scioperate!!".

Di affrontare una vertenza, tranne che alla CSE non interessa a nessuno. E allora ci chiediamo: possibile che si debba continuare a vivere in un paese dove nessuno svolge il proprio ruolo senza trasformare tutto in una polemica politica che assomiglia sempre meno all’incontro/scontro di idee e sempre più a un derby calcistico????

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