Dunque, se abbiamo capito bene quanto riportato da Repubblica (ma pagina 28 non è un po' nascosta?), il ministro dell'Economia Vittorio Grilli, un annetto fa, chiedeva buoni uffici e pressioni per poter fare il governatore di Banca d'Italia.
Il problema, ovviamente, è a chi chiedeva: Massimiliano Ponzellini , Max per gli amici, e tra questi - intercettato - c'è Grilli.
Chiede una mano, a un banchiere indagato e a tutt'oggi ai domiciliari, per fare bella figura con Bersani, o almeno una non brutta figura.
Chiede di essere sostenuto in ambenti lega e Pd. Con Ponzellini, banchiere di riferimento con Bossi e Tremonti, ma ben dotato di aderenze anche nel centrosinistra che fu Di Prodi e ora è di Bersani, non è il caso di farsi vedere troppo in giro: «perché se no poi dicono che se vado io in Bankitalia per la tua Bpm tutto si aggiusta».
Che malfidenti, peró, a pensare che ci fossero contiguità eccessive...
Già. Forse avete già capito dove vogliamo andare a parare.
Uno che chiedeva a un banchiere - controllato da Bankitalia - di adoperarsi per farlo diventare il suo controllore è indegno di fare il civil servant. Per fortuna non è diventato governatore. Purtroppo peró è diventato ministro dell'Economia, e oggi impugna pure l'arma della moralità nei cda pubblici.
Ecco, signor Grilli, salvo smentita totale di quelle conversazioni, le sue dimissioni sarebbero gradite. Se non ci arriva da solo, sarebbe bello che la porta gli fosse indicata da chi ha potere e autorità. Mario Monti è il primo nome che ci viene in mente.
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