venerdì 19 ottobre 2012

L'accanimento terapeutico sulla Scuola


Leggendo le novità che dovrebbero essere introdotte con il disegno di legge di stabilità, abbiamo avuto un’ulteriore conferma di come la scuola non rientri negli obiettivi principali di questo governo.
L’articolo 3, recita che “A decorrere dal 1° settembre 2013 l’orario di servizio del personale docente della scuola primaria e secondaria di primo e di secondo grado, incluso quello di sostegno, è di 24 ore settimanali “… “Nelle sei ore eccedenti l’orario di cattedra il personale docente non di sostegno della scuola secondaria titolare su posto comune è utilizzato per la copertura di spezzoni orario disponibili nell’istituzione scolastica di titolarità e per l’attribuzione di supplenze temporanee per tutte le classi di concorso per cui abbia titolo nonché per posti di sostegno, purché in possesso del relativo diploma di specializzazione“.
In cambio, i docenti di tutti i gradi di istruzione avranno un aumento di 15 giorni su base annua delle ferie retribuite.
Secondo il degno successore della Gelmini l’allungamento dell’orario di servizio (se diventerà effettivo) farà avvicinare l’Italia alle medie orarie di lavoro dei docenti previste negli altri paesi europei.
Sarà vero? Il Sole 24 Ore riporta i dati del rapporto dell’Ocse, «Education at a glance 2012», pubblicato a settembre, “dove emerge (dati 2010) che in Italia l’anno scolastico duri più a lungo rispetto alla media Ocse. Mentre il tempo complessivo di insegnamento dei docenti risulti inferiore” Nella realtà la maggior differenza si registra solo nella scuola secondaria inferiore (vero anello debole della filiera).
Peccato, però, che il giornale di Confindustria dimentica di segnalare che i professori italiani hanno anche le retribuzioni più basse.
Basta fare il confronto, drammatico, con le retribuzioni degli insegnanti finlandesi (la scuola finlandese rappresenta l’eccellenza in Europa) che guadagnano sino a 61 mila euro annui (lordi) dopo 16 anni di servizio, mentre, in Italia, si arriva a 48.000 euro (lordi) dopo 35 anni di servizio!
Inoltre, a fine carriera, gli insegnanti di scuola superiore raggiungono una retribuzione annua che in Francia è di 51.560 dollari, in Germania di 76.433 dollari, in Spagna di 59.269 dollari. In Italia si arriva a 45.653 dollari, contro una media OCSE di 49.721 dollari.
La realtà è che, con questo provvedimento, il governo spaccia come riorganizzazione e flessibilità voluta dall’Europa (quale Europa?) un ulteriore taglio alle risorse della scuola.
Infatti, secondo i tecnici della Ragioneria Generale dello Stato, il prolungamento dell’orario di lavoro dei docenti produrrà economie per circa un miliardo di euro l’anno.
Nulla di nuovo, dato che la politica scolastica degli ultimi vent’anni,  adottata rigorosamente anche da questo governo, intende la scuola soltanto come un capitolo di spesa da tagliare e non come un investimento sul Paese, sulle nuove generazioni.
Gelmini e Profumo sono adepti della stessa religione meritocratica e, pur ministri della Pubblica Istruzione hanno giurato fede, inginocchiandosi in qualità di subalterni e vassalli, al ministro dell’Economia e delle Finanze (Giovanna Lo Presti).
Ho sempre asserito che il miglioramento della scuola è imprescindibile dalla valutazione dei dirigenti e dei docenti. I nostri figli hanno bisogno di una vera riforma della scuola e di una reale istruzione pubblica che permetta a chiunque, nonostante il ceto sociale di provenienza, di migliorare la propria vita.
Invece ci troviamo a discutere sull’ennesimo provvedimento che non produrrà nessun beneficio agli studenti, esasperando ulteriormente gli animi dei docenti. L’unico risultato sarà più ore lavorate, retribuzione bloccata al 2009 e, soprattutto, meno precari. Bella politica! Fantastica strategia!!
Mentre Androulla Vassiliou, commissaria Ue responsabile per l’Istruzione e la cultura, osserva che “La retribuzione e le condizioni di lavoro degli insegnanti dovrebbero costituire una priorità assoluta al fine di attirare e trattenere i migliori in questa professione”, il nostro governo europeista fa altro.
Articolo di Andrea De Filippis pubblicato su andreadefilippis.wordpress.com

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