Bene i regolamenti, bene il trasferimento del registro revisori al Mef, lasciatemi però dire che è una vergogna che l’attività del Revisore Legale, unica professione in Italia, non ordinistica ma regolamentata, ad avere una connotazione di matrice europea, non sia considerata una professione, ma “un servizio professionale erogabile da più tipologie di professionisti”. Così è riportato nella relazione del Governo al testo di riforma delle professioni, DPR n. 137/2012.
Solo in Italia si poteva giungere ad una simile assurda conclusione.
Per quanti non lo sappiano, in breve, per diventare Revisore Legale è necessario conseguire una laurea in materie economico-giuridiche, svolgere un tirocinio triennale di formazione professionale, superare un esame di idoneità professionale che consiste in prove orali e scritte. Il Revisore è, inoltre, obbligato alla formazione professionale continua e, quindi, deve conseguire annualmente un certo numero di crediti formativi. Insomma, senza dilungarmi troppo su cose che ormai sono note a tutti, siamo di fronte ad un percorso formativo di tutto rispetto per chiunque voglia intraprendere questo “servizio professionale”.
Associare l’attività del Revisore Legale, quasi come se fosse cosa naturale ad altra professione, risponde, pertanto, ad un unico e preciso obiettivo evitare che in futuro siano scoraggiate le iscrizioni all’albo dei ragionieri e dottori commercialisti così da salvaguardare gli equilibri finanziari delle loro casse previdenziali.
Ci potranno essere uno o mille motivi, comunitari, nazionali, etc… che dimostrino quanto sia assurdo classificare l’attività del Revisore Legale nel modo sopra indicato, questi rimarranno purtroppo sempre inascoltati.
Questo perché l’Italia non è il Paese nel quale sono riconosciuti i diritti della persona, bensì quello nel quale sono ben tutelati i privilegi delle caste e delle corporazioni e, comunque, di tutti coloro ben rappresentati in Parlamento.
Nel nostro Paese vi sono troppi interessi di parte, la solidarietà è stata completamente sostituita dall’egoismo, quest’ultimo ormai fa parte integrante della nostra cultura. Nel nostro Paese, in poche parole, vi è poca giustizia sociale ed è questa, a parer mio, la ragione per la quale la ricchezza è mal distribuita, non vi è un benessere diffuso e siamo da decenni la coda dell’Europa per crescita economica.
Dott. Angelo Maddaloni –Revisore Legale-
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