mercoledì 13 maggio 2009

Se Tremonti lasciasse?



Interessante articolo pubblicato oggi su Dagospia.com di cui riporto una sintesi.

Secondo l'autore "Papi-Silvio" sarebbe triste, terribilmente triste e incazzato.
In cima alla sua lista nera ci sarebbe il nostro Giulietto Tremonti.

In queste ore si parla con insistenza, ma senza alcuna certezza, delle intenzioni di Giulietto di dimettersi dal governo, una scelta che ha già fatto il 3 luglio 2004 quando Gianfranco Fini lo accusò di aver truccato i conti della Finanziaria e l'interim fu assunto dallo stesso Berlusconi.
La scintilla che ha fatto scoppiare l'ultima bomba è l'Abruzzo, per il quale l'ex-tributarista di Sondrio non ha ancora indicato in modo chiaro la copertura finanziaria per la ricostruzione. Secondo un'indiscrezione del quotidiano semiclandestino "Europa", lo scontro tra il premier e il ministro è stato così violento da annullare venerdì scorso l'ennesima visita ai terremotati che si difendono dal caldo e dalle pulci.
A Palazzo Chigi non ne possono più di questo predicatore triste che dopo aver profetizzato l'Apocalisse contro la quale gli sembravano ridicole le "aspirine" di Mario Draghi, ha infilato la strada di una politica barocca dove le citazioni mistiche hanno preso il sopravvento sui ragionamenti economici.
In questo percorso Giulietto è riuscito a trovare soltanto l'ammirazione di Romano Prodi (sul "Messaggero" di Calta-Casini) che a Palazzo Chigi ha creato scandalo.

Ben diverso è l'atteggiamento dei colleghi di governo che gli sono decisamente ostili e non capiscono la ragione per cui tenga bloccati nella Cassa Depositi e Prestiti i 150 miliardi che potrebbero rilanciare l'economia.
Sempre secondo l'autore c'è quanto basta per mandarlo a casa, oppure per fargli capire che intorno a lui si è creato un vuoto di consenso che dovrebbe convincerlo ad alzarsi dalla scrivania di Quintino Sella. Ieri pomeriggio le voci di dimissioni, provocate dall'ultimo scontro sull'Abruzzo.

A papi-Silvio, che dietro la silhouette di Giulietto vede la volontà della Lega di alzare il prezzo, non manca l'alternativa.

La carta più plausibile porta il nome di Corradino Passera, il banchiere che insieme a Cesarone Geronzi è entrato nei sensi sregolati di Berlusconi dopo il salvataggio dell'Alitalia.

Il capo di Banca Intesa sale con assiduità le scale di Palazzo Chigi e si dichiara disponibile a una nuova edizione del Piano Fenice per salvare la Fiat. Non è un uomo barocco e nemmeno mistico, gli piace la concretezza e non disdegna la bellezza, non predica l'assoluto e il primato della ragione, non ha le bolle rosse sul viso e non cita la Bibbia (quella la lascia al suo presidente Abramo-Bazoli).

Se Tremonti butterà la spugna è l'uomo giusto per risollevare il morale del Sultano.


Aspettiamo fiduciosi, tanto non cambierà nulla per noi!!

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