giovedì 15 gennaio 2009

Come Giulio ha cambiato il volto del fisco

Interessante articolo di Paolo Biondani e Luca Piana per "L'espresso", in edicola oggi, sulla linea politica fiscale adottata dal nostro Giulio Tremonti.

I giornalisti iniziano l'articolo evidenziando come la lotta all'evasione sia stata tolta dalle priorità del Corpo delle Fiamme Gialle mentre sono in auge le più "pericolose" attività illecite come la contraffazione, concorrenza cinese, immigrazione clandestina, pattugliamento delle coste.
Si riporta che diversi comandanti regionali siano rimasti stupefatti e avrebbero commentato: «E l'evasione fiscale? Ma non era questa la nostra missione?».

In più, la difesa dell'attuale ministro sui risultati registrati dalle entrate tributarie (+3%) nei primi undici mesi del 2008 sono contraddetti dai dati in quanto l'incremento sarebbe solo il frutto delle indagini chiuse negli anni di Prodi/Visco.
Una larga fetta degli introiti del 2008, in effetti, deriva da alcune ispezioni chiave della passata gestione: i casi del motociclista Valentino Rossi, della finanziaria lussemburghese Bell, del raider Stefano Ricucci.

Nell'articolo viene anche evidenziato come il centro studi Nens, fondato dall'ex viceministro diessino Vincenzo Visco, abbia calcolato che l'aumento delle entrate nel periodo gennaio-ottobre 2008 è dovuto unicamente all'Irpef. Che è cresciuta grazie «ai numerosi rinnovi contrattuali». Quindi, sarebbero proprio gli italiani che non possono evadere, perché tassati alla fonte, a garantire la tenuta dei conti pubblici.
Il ritorno dei furbetti fiscali, invece, emerge dal calo del gettito dell'Iva. Per spiegarlo, sostiene sempre il Nens, non basta la crisi, visto che nei mesi considerati l'Iva crolla di quasi 3 miliardi, ma i consumi su cui è calcolata aumentano.

Sotto accusa, inoltre, c'è lo smantellamento delle misure varate per ridurre il nero.
Si tratta delle norme con cui l'Italia aveva applicato le più importanti direttive europee per la lotta al riciclaggio di denaro sporco (divieto di usare denaro contante sopra i 5 mila euro; oltre la stessa soglia, scattava l'obbligo di emettere assegni non trasferibili; gli assegni "liberi" sotto i 5 mila euro dovevano indicare il codice fiscale o la partita Iva e per i liberi professionisti era prevista la «tracciabilità» di tutti i compensi sopra i 500 euro). Di tutte queste norme nell'attuale legislatura non ce n'è più traccia.

A completare il quadro è l'incredibile storia dell'evaporazione del comitato di esperti per la lotta al riciclaggio e ai paradisi fiscali. È l'organismo tecnico a cui la legge affida il compito fondamentale di studiare i cosiddetti «indici di anomalia. Per questo Bankitalia aveva selezionato quattro specialisti dal curriculum indiscutibile (Stefania Chiaruttini, consulente della procura di Milano; Gianfranco Donadio, magistrato antimafia; e i docenti universitari Emanuele Fisicaro e Donato Masciandaro).
Con il nuovo governo, però, il decreto sembra scomparire. La nomina è protocollata al ministero (numero 6994) da più di dieci mesi, eppure il decreto resta nei cassetti.
Ma non basta: in queste settimane gli ordini dei notai e dei commercialisti hanno ricevuto le bozze dei famosi «indici di anomalia».

E chi le ha preparate, all'insaputa dei saggi? I dirigenti del ministero fedeli a Tremonti.

Infine i due giornalisti rimarcano come sia stato operato un preciso controllo politico della Guardia di Finanza (come se Visco si sia comportato meglio!) con la veloce ascesa dell'indiscusso dominus, il neo promosso generale di corpo d'armata Emilio Spaziante, che aspira alla carica più alta della Guardia di Finanza.

Secondo testimonianze di alti ufficiali che non vogliono esporsi, la «definitiva tremontizzazione» delle Fiamme Gialle si completa con la promozione e il trasferimento dei graduati che avevano raggiunto i maggiori risultati contro evasione e criminalità economica: tutti via da città come Milano o Palermo. E trasferiti dove? In province e regioni "rosse".

Un articolo a mio parere corretto per quanto riguarda le intenzioni dell'attuale Governo a insabbiare la lotta all'evasione e alla corruzione (ne è prova la soppressione dell'alto commissario per la prevenzione e la corruzione nella P.A.), mentre sono in disaccordo sulle modalità della cosiddetta Tremontizzazione delle Fiamme Gialle in quanto lo stesso metodo era stato utilizzato dall'ex vice ministro Visco.
Lungi da me accettare questo tipo di politica che a ogni cambio di governo ribalta le gerarchie ma attaccare adesso Tremonti ma non il suo predecessore mi sembra poco coerente.




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