Articolo di Roger Abravanel
Un servizio pubblico di qualità ed equo è essenziale per restituire la fiducia ai cittadini e rompere il “circolo vizioso” che fa sì che i migliori non si impegnino nel sistema educativo e nell’economia. Invece le raccomandazioni esplodono e l’unica misura del merito resta l’esperienza, e quindi l’età; la leadership gerontocratica tende a preservarsi, riducendo il libero mercato e quindi le opportunità di sviluppo dell’economia e le pari opportunità.
Il servizio pubblico italiano è ancora legato alla visione del dopoguerra, quando veniva considerato il datore di lavoro di ultima istanza. La necessità di ridurre deficit e debito pubblico oggi spinge solo verso la riduzione dei costi, una misura comprensibile, perché le opportunità di recuperare efficienza ci sono.
Tuttavia i costi del nostro servizio pubblico non sono altissimi se paragonati con la media europea. A essere fuori dalla media sono la sua pessima qualità e la sua iniquità. Scuola, sanità, giustizia civile e penale sono lontane dall’eccellenza quasi ovunque in Italia, ma ciò che colpisce di più è l’enorme differenza della qualità del servizio ai cittadini, in particolare per la pessima qualità al Sud.
La pressione sui costi spinge a concepire iniziative come “licenziare i fannulloni” per ridurre l’assenteismo, ma per migliorare la qualità (e ridurre ancor più drasticamente i costi) sono necessari approcci innovativi per rinnovare la dirigenza dell’amministrazione pubblica, oggi priva di qualunque forma di meritocrazia. Peraltro, senza una classe dirigente eccellente, anche “licenziare i fannulloni” non è semplice: le vicende di questi giorni relative al licenziamenti di alcuni ferrovieri evidenziano che, se non ci si fida di chi prende la decisione di licenziare, alla fine tutto si riduce al solito politico che attacca un altro politico.
Meritocrazia propone alcune idee innovative per creare una classe dirigente eccellente ottenendo anche l’obbiettivo di migliorare concretamente la qualità del servizio pubblico, ispirandosi ad alcune best practices mondiali, la prima delle quali è la delivery unit di Tony Blair.
“To deliver” in inglese vuole dire “consegnare”: la delivery unit di Tony Blair è nata per “consegnare” ai cittadini inglesi miglioramenti misurabili e concreti nella qualità del servizio pubblico; non sono le mirabolanti promesse da campagna elettorale (come le grandi infrastrutture), ma i piccoli miglioramenti che cambiano la vita di tutti i giorni: la riduzione del tempo di attesa di una TAC, il miglioramento dei risultati nei test nazionali standard di matematica delle scuole elementari, la riduzione degli scippi, la diminuzione degli ingorghi stradali.
La delivery unit guidata da Sir Michael Barber era composta da soli 50 giovani eccellenti che elaboravano analisi e programmi; costituivano lo staff di Tony Blair, che usava il lavoro della unit per guidare i Ministeri come un Amministratore delegato lavora con il suo planning and control staff per guidare e controllare i capi delle sue divisioni.
E i risultati sono arrivati: i test scolastici delle elementari sono drasticamente migliorati, la qualità della sanità è passata da “pessima” ad “accettabile”, la sicurezza è aumentata.
Questi risultati hanno fatto dire a Michael Barber che “50 giovani bravissimi inglesi hanno cambiato la vita a 50 milioni di loro connazionali”.
In Meritocrazia descrivo le condizioni per lanciare con successo una o più delivery units nel nostro servizio pubblico. Aggiungo però anche una proposta per un programma chiamato “mille leader”, orientato a portare ogni anno 1000 giovani italiani in posizioni di leadership nella Pubblica Amministrazione, dopo una accurata selezione, formazione e programmi di carriera fast track.
Nel concepire questo programma mi sono ispirato non solo alla delivery unit, ma anche ad altri programmi che riescono a inserire giovani eccellenti nella pubblica amministrazione temporaneamente o permanentemente, come il White House Fellows Program negli Stati Uniti, l’ENA in Francia e soprattutto il governo di Singapore. Quello di Singapore è considerato il miglior servizio pubblico del mondo, grazie a una meritocrazia molto efficace nella selezione e nella crescita professionale della sua classe dirigente; assegna ogni anno 4-500 borse di studio ai giovani più dotati, in un paese grande come la Lombardia.
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