Nel corso della battaglia a difesa del salario dei lavoratori pubblici, l’USB Pubblico Impiego si è imbattuta nell’ anomalia rappresentata dal Gabinetto del ministro presso il ministero dell’Economia e delle Finanze.
Sito al primo piano dello storico palazzo di XX settembre, il Gabinetto è composto da sottosegretari, funzionari di recente nomina ed impiegati addetti agli uffici di diretta collaborazione.
Secondo quando previsto dalle norme istitutive, in questi uffici prestano servizio circa 300 impiegati, di cui 200 effettivi ed individuati tramite apposito Decreto Ministeriale, e 100 di supporto, forniti dal resto degli uffici del ministero.
Da sempre il Gabinetto del ministro è stato blindato, non solo logisticamente ma anche dal punto di vista normativo e salariale, e quasi mai nulla è trapelato sul costo e sull’organizzazione di quest’organismo. Top secret è la retribuzione dello staff del ministro. I vertici del Gabinetto, provenienti da Bankitalia ed altri organismi istituzionali, non hanno ancora provveduto a pubblicare la loro retribuzione complessiva, come previsto dalla legge Brunetta.
Questo importo è quasi interamente alimentato da 2 Decreti ministeriali, che l’Amministrazione, dopo richiesta dell’USB, dice di non riuscire a reperire e sui quali il Gabinetto del ministro tace.
Quest’anomalia retributiva si combina con una anomalia organizzativa, costituita da una probabile rotazione delle due tipologie di personale (effettivi e di supporto), che ha come risultato quello di garantire l’indennità a tutti coloro che gravitano nel Gabinetto.
L’USB P.I. MEF chiede che sul Gabinetto del ministro venga fatta finalmente una operazione di trasparenza. Trasparenza ancor più doverosa in quanto riguarda una sede istituzionale del controllo della spesa pubblica nonché un ministero chiave per la spending review e gli altri provvedimenti di blocco dei salari e dei servizi che hanno portato al massacro sociale dei lavoratori.
1 commento:
Quale commento ? Il Potere si tiene stretti i suoi privilegi, in barba alla trasparenza ed alla Costituzione, visto che in tal modo vengono avallate autentiche discriminazioni tra dipendenti pubblici, ingiustificabili in uno stato di diritto. Punto-
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