Non condivido l'opposizione ideologica al sistema meritocratico. E' anacronistico non accettare la valutazione del nostro lavoro, un sindacato serio capisce il momento storico e cerca le procedure migliori affinché vengano premiati veramente i migliori e non gli amici e i famigliari della classe dirigente.
Termina in questi giorni la fase sperimentale del Sistema di valutazione del personale (SIVAP) ed è già chiaro che niente sarà più come prima.
La USB MEF, a più riprese, aveva già espresso la propria totale opposizione all’introduzione del sistema meritocratico nel proprio dicastero denunciandone anche l’impatto devastante sulla cultura del lavoro e l’affossamento della contrattazione collettiva.
Gli anni di criminalizzazione del pubblico dipendente, sottoposto ad attacchi mediatici senza precedenti e rappresentato come fannullone per avere mano libera sullo smantellamento dello stato sociale e del welfare, hanno realizzato anche il clima congeniale per l’introduzione della c.d. “meritocrazia” che adesso dispiega tutte le sue vere finalità.
Il SIVAP, così come tutti i sistemi di valutazione della performance individuale, ha il preciso scopo di costituire, per l’Amministrazione del MEF, uno strumento privilegiato di divisione e controllo dei lavoratori attraverso l’annullamento delle tutele collettive e l’ingabbiamento delle rivendicazioni salariali con conseguente tentativo di depotenziamento delle lotte e dell’antagonismo sindacale.
Questo sistema, di fatto, annulla il contratto collettivo di lavoro ed introduce un nuovo rapporto completamente subordinato in cui il Dirigente decide sul futuro salariale, professionale e determina anche gli automatismi disciplinari conseguenti.
Questa operazione infame, iniziata al MEF in via sperimentale, sta evidenziando adesso i suoi primi nefasti effetti concreti con la notifica delle schede di valutazione.
Sono pervenute, infatti, a questa Organizzazione Sindacale numerose segnalazioni dei lavoratori che evidenziano un utilizzo della valutazione totalmente empirico e dettato, nel migliore dei casi, da un fantasioso giudizio da parte del valutatore o, nel peggiore, da una sorta di livore legato alla scoperta del potere assoluto da parte di questa “nuova specie” di giudici.
Pur non volendo entrare analiticamente nella casistica, è chiaro che in molti uffici del MEF, ivi comprese le Commissioni Tributarie, si è proceduto ad affibbiare ad ogni lavoratore il “votarello” senza neanche prima effettuare i colloqui individuali tra valutatore e valutato previsti dallo stesso manuale operativo del SIVAP; si sono valutati i lavoratori su prestazioni non corrispondenti all’organizzazione dei rispettivi uffici; si sono adottati criteri del tutto soggettivi che troppo spesso hanno sfociato nella deriva della “sindrome del dittatorello”; si sono espresse valutazioni con indicatori talmente bassi da non essere in alcun modo riconducibili agli obiettivi comunque realizzati pienamente dalle strutture organizzative.
Valga per tutti l’esempio dei lavoratori della Ragioneria Territoriale dello Stato di Torino che si sono visti aggiudicare giudizi ben al di sotto di quanto rappresentato dalla realtà organizzativa ed in nome di una presunta sperimentazione che “ha raggiunto quantomeno l’obiettivo della presa di coscienza, forse anche dell’autocoscienza e ciò è già qualcosa di per sé… – Dirigente Ufficio I della RTS Torino”!
Analoga situazione è quella vissuta dai lavoratori della Commissione Tributaria Provinciale di Roma i quali, senza neanche il previsto colloquio individuale, hanno ricevuto schede di valutazione da ritenersi semplicemente offensive se rapportate, ad esempio, alla produttività complessiva della struttura, da anni in crescita costante per ammissione della stessa Amministrazione, nonostante la forte riduzione della dotazione organica di fatto.
E potremmo continuare…
Alla luce di tutto questo è evidente che, al di là dei criteri (che non aggettiviamo) utilizzati dai singoli Dirigenti, il risultato sia devastante e lasci presagire effetti a catena che richiedono una decisa azione sindacale che porti a rendere impraticabile all’Amministrazione la definitiva attuazione di questo sistema meritocratico.
La USB MEF intende, quindi, iniziare subito questo percorso di lotta contro il SIVAP e chiama i lavoratori ad una prima risposta.
“RISPEDIAMO IL VOTARELLO AL MITTENTE” dovrà essere la parola d’ordine dei lavoratori in ogni singolo posto di lavoro per iniziare ad arginare con forza questa operazione infame.
La USB MEF dice a tutti i lavoratori :
· di rifiutare la scheda di valutazione al fine di attivare le procedure di garanzia così come previste dal manuale operativo del SIVAP;
· di inviare a più presto, anche attraverso le strutture territoriali dell’USB MEF, copia delle schede di valutazione al Coordinamento Nazionale della nostra Organizzazione Sindacale (fax 06233208972) al fine di restituirle anche materialmente all’Amministrazione del MEF.
1 commento:
tutto come nel Gattopardo!!!
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