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Di Stefano Sansonetti
ItaliaOggi svela i contorni della maxi-indagine della Corte dei conti.
ItaliaOggi svela i contorni della maxi-indagine della Corte dei conti.
Sotto accusa 450 consulenze dei tempi di Siniscalco, Grilli e Barca.
Dalle parti di via XX Settembre si respira una brutta aria. Lo spettro, che si chiama Corte dei conti, non ha risparmiato nessuno ed è andato a toccare quasi tutti i piani alti del superministero dell'economia.
Alla base del terremoto innescato dai magistrati contabili, secondo quanto è in grado di rivelare ItaliaOggi, c'è la bellezza di 450 consulenze elargite tra il 2002 e il 2008, per un controvalore di decine di milioni di euro. Un florilegio di incarichi esterni che, secondo la censura principale mossa dalla Corte dei conti, potevano essere svolti dalle strutture interne del ministero. Insomma, non c'era bisogno di distribuire gettoni a destra e a manca, come invece è stato fatto configurando, secondo l'accusa, un ipotesi di danno erariale.
A essere coinvolti sono quasi tutti i dipartimenti in cui si divide, o si divideva, il ministero guidato da Giulio Tremonti e Tommaso Padoa-Schioppa: il dipartimento del tesoro, la Ragioneria, il dipartimento politiche di sviluppo (fino al 2006 sotto l'egida di via XX Settembre) e il dipartimento amministrazione generale.
Per non parlare dei nomi su cui l'inchiesta è piombata addosso. Si parte da Domenico Siniscalco, ex ministro dell'economia, che sarebbe stato chiamato in causa per il periodo in cui era a capo del dipartimento del tesoro, grosso modo fino a metà 2004. Ci sarebbe Vittorio Grilli, oggi numero uno dello stesso dipartimento, ma fino al maggio 2005 Ragioniere generale dello stato.
Per non parlare dei nomi su cui l'inchiesta è piombata addosso. Si parte da Domenico Siniscalco, ex ministro dell'economia, che sarebbe stato chiamato in causa per il periodo in cui era a capo del dipartimento del tesoro, grosso modo fino a metà 2004. Ci sarebbe Vittorio Grilli, oggi numero uno dello stesso dipartimento, ma fino al maggio 2005 Ragioniere generale dello stato.
La parte preponderante dell'inchiesta, poi, riguarderebbe un nutrito pacchetto di consulenze date dal dipartimento politiche di sviluppo, oggi passato sotto il ministero dello sviluppo economico, ma all'epoca dipendente dall'Economia.
Il suo numero uno di allora, Fabrizio Barca, oggi consigliere economico di Tremonti, non è sfuggito alla morsa dei magistrati contabili. Per tutti, a quanto è stato possibile ricostruire, sarebbe arrivato un invito a dedurre, come si chiama tecnicamente. Un atto con cui la magistratura contabile, in sostanza, li ha chiamati a fornire spiegazioni sugli incarichi assegnati. Da registrare che l'inchiesta è condotta dal viceprocuratore generale della Corte dei conti, Guido Patti, una specie di bestia nera per tutti i ministri e direttori ministeriali che hanno dato consulenze. Basta chiedere a Roberto Castelli, a cui qualche tempo fa Patti imputò un danno erariale di un milione di euro per incarichi distribuiti quando l'esponente leghista era ministro della giustizia.
Ma i nomi finiti nel calderone sarebbero molti altri. Uno di questi è Aldo Mancurti, oggi passato al ministero dello sviluppo economico, all'epoca uomo forte del dipartimento politiche di sviluppo di via XX Settembre, prima come responsabile dell'Unità di verifica e poi come direttore del servizio sviluppo territoriale. Ci sarebbe Paolo Emilio Signorini, adesso a capo del dipartimento economico di Palazzo Chigi e allora direttore del Cipe, quando il comitato faceva capo al dipartimento politiche di sviluppo. Così come comparirebbe anche Patrizia Bitetti, oggi dirottata al dipartimento sanità della regione Sicilia dall'ex viceministro dell'economia, Gianfranco Miccichè, ma all'epoca direttore del Cipe prima di Signorini. Al solo dipartimento politiche sviluppo guidato da Barca, a quanto risulta, la Corte dei conti avrebbe imputato un danno superiore ai 10 milioni di euro. A quanto si sa al momento ci sarebbero stati solo inviti a dedurre. Ma gli atti di citazione sarebbero pronti.
Ma i nomi finiti nel calderone sarebbero molti altri. Uno di questi è Aldo Mancurti, oggi passato al ministero dello sviluppo economico, all'epoca uomo forte del dipartimento politiche di sviluppo di via XX Settembre, prima come responsabile dell'Unità di verifica e poi come direttore del servizio sviluppo territoriale. Ci sarebbe Paolo Emilio Signorini, adesso a capo del dipartimento economico di Palazzo Chigi e allora direttore del Cipe, quando il comitato faceva capo al dipartimento politiche di sviluppo. Così come comparirebbe anche Patrizia Bitetti, oggi dirottata al dipartimento sanità della regione Sicilia dall'ex viceministro dell'economia, Gianfranco Miccichè, ma all'epoca direttore del Cipe prima di Signorini. Al solo dipartimento politiche sviluppo guidato da Barca, a quanto risulta, la Corte dei conti avrebbe imputato un danno superiore ai 10 milioni di euro. A quanto si sa al momento ci sarebbero stati solo inviti a dedurre. Ma gli atti di citazione sarebbero pronti.
Via XX Settemre trema.
Sull'articolo pubblicato su MF avrei alcune osservazioni da fare:
- che il ministero tremi è tutto da vedere, anzi......
- nonostante sia assodato che molte consulenze fossero inutili ed avessero obiettivi diversi da quello di migliorare l'efficienza del ministero, dall'indagine alla colpevolezza ci passa un'autostrada;
- concordo che giustamente il dipartimento più coinvolto in consulenze "particolari" sia quello delle politiche di sviluppo e coesione, dove ho potuto costatare direttamente (per 6 mesi nel 1998), la malagestione di alcuni reparti;
- viene riportato anche il nome della dott.ssa Patrizia Munzi Bitetti della quale non posso che parlare bene essendo uno dei pochissimi direttori generali che ho conosciuto incredibilmente competenti e anche molto attenta al lato umano delle relazioni.
Comunque speriamo che finalmente qualcuno faccia chiarezza anche nei Ministeri!!
articolo completo su ItaliaOggi
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