giovedì 12 marzo 2009

"baroni" delle università e i concorsi decisi a tavolino

articolo di Davide Carlucci su Chiarelettere blog

Segnaliamo intanto un colpo di scena, la sentenza d’Appello del Tribunale di Firenze nei confronti di Walter Leszl e Ferdinanda Caizzi, docenti - il primo a Firenze, la seconda alla Statale di Milano - di Storia della filosofia antica.
I due professori erano sotto processo con l’accusa di aver truccato un concorso da associato bandito nella loro materia dall’Università di Siena, correva l’anno 2001.
A rivelare la combine fu una email, inviata dallo stesso Leszl a una collega inglese, nella quale anticipava i nomi dei vincitori spiegando chi fossero i loro sponsor.
Quel messaggio, sfortunatamente per i designati e per i loro protettori, finì nella posta elettronica della candidata esclusa, che la conservò e la fece leggere ai magistrati.
In primo grado Leszl e Caizzi sono stati assolti. In secondo grado, condannati.
Avrebbero deciso a tavolino gli esiti del concorso prima che si svolgesse.
La sentenza afferma che l'accordo sottobanco ha leso "il principio di imparzialità nell'agire della pubblica amministrazione stabilito dall'articolo 97 della Costituzione della Repubblica".
Il giudice bacchetta i commissari Leszl e Caizzi: "Cattedratici di prima fascia e, per di più, illustri per doti di cultura e per anzianità di onorato servizio, erano nelle condizioni per opporsi, senza subire danni, al malcostume".
Ma l'università è più corrotta del Ministero o quest'ultimo gode di una incredibile impunità?

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