venerdì 10 aprile 2009

Il prospetto A

Mi è stata inviata da una RTS questa comunicazione che pubblico:


Ai Revisori dei Conti in rappresentanza del Ministero dell’Economia e delle Finanze presso le Istituzioni Scolastiche
Ai Direttori Amministrativi delle Istituzioni Scolastiche

Oggetto: Consistenza e variazione dei beni mobili patrimoniali di proprietà delle Istituzioni Scolastiche – Anno 2008 – Prospetto “A” – Predisposizione ed invio – Termini di scadenza.

Si rammenta che il 30 aprile 2009 è la data di scadenza per l’invio alla scrivente del Prospetto “A” riguardante le variazioni intervenute nell’anno 2008.
A tale proposito, l’Ispettorato Generale di Finanza , con la circolare 18 settembre 2008, n. 26, in merito alla trasmissione del “Prospetto A” ha ribadito che i Revisori in rappresentanza del MEF dovranno far pervenire, entro il 30 aprile di ogni anno, preferibilmente per posta elettronica oppure, in alternativa, via fax alle competenti Ragionerie Territoriali dello Stato i citati prospetti, fermo restando che, in caso di assenza o impedimento da parte degli stessi, tale obbligo è del Direttore Amministrativo dell’Istituto scolastico.
Si sottolinea l’inderogabilità del termine di cui sopra stante anche l’obbligo di trasmissione dei relativi dati tramite il S. I. R. G. S.

giovedì 9 aprile 2009

Il piano Padoa-Schioppa? Nel cestino

Mentre cercavo nei miei "archivi" qualche articolo di giornale relativo asl post di ieri sulla Scuola Superiore dell'Economia e Finanze mi sono imbattuto in uno scritto di Sergio Rizzo pubblicato dal corriere.it.
Il piano Padoa-Schioppa? Nel cestino
Mai pubblicato il rapporto sulla spesa prodotto della Commissione Muraro, ora soppressa. Inutile frugare nel sito internet del ministero dell' Economia alla ricerca del rapporto 2008 sulla revisione della spesa pubblica. Quel documento non c' è.
Almeno non c' era fino a venerdì 4 luglio (2008 n.d.a.), quando questo articolo è stato scritto. Sepolto in chissà quale cassetto di via XX settembre da più di 20 giorni, visto che è stato materialmente consegnato agli uffici del ministro il 12 giugno.
Domanderete: Che cosa c' è di strano?
Nulla, a parte il fatto che di solito i documenti ufficiali del ministero, come i due precedenti rapporti stilati dalla Commissione tecnica per la finanza pubblica, così si chiama l'organismo che ha scritto quel documento, finiscono tutti sul web. Questa è la prassi.
Inoltre, la pubblicazione online dei lavori della Commissione, del resto, era esplicitamente prevista anche dal decreto (articolo 5, comma 5) con cui il 16 marzo del 2007 era stato formalizzato quel gruppo di lavoro, istituito con la prima delle due leggi finanziarie di Romano Prodi.
Soltanto che all'epoca il ministro era Tommaso Padoa-Schioppa e adesso invece al suo posto c' è Giulio Tremonti.
Ebbene il nuovo ministro, appena tornato alla scrivania di Quintino Sella, ha cancellato con un colpo di spugna, insieme al Secit, pure quella Commissione. Cancellando anche il relativo stanziamento: un milione 200 mila euro l' anno per tre anni.
La Commissione doveva lavorare infatti per un triennio: è durata appena quindici mesi.
Il tempo necessario per produrre, come ha rivendicato in una nota il suo ex presidente Gilberto Muraro, una decina di documenti, come il libro verde sulla spesa pubblica e il rapporto intermedio sulla spending review.
Studi che hanno confermato lo stato di inefficienza e il livello di spreco di alcuni settori della pubblica amministrazione, come la scuola, la giustizia e la sanità. Ma fra i lavori che Muraro ha elencato puntigliosamente nella sua nota c' è anche il rapporto conclusivo sulla spending review: 300 pagine (finora) misteriose.
Tremonti non ha spiegato pubblicamente i motivi della sua decisione: se il problema sia l' utilità della Commissione in sé o piuttosto le persone che la compongono. Sulla prima questione va osservato che il Tesoro si è sempre servito di organismi del genere, sia pure con compiti leggermente diversi.
La prima Commissione tecnica sulla spesa pubblica fu istituita nel 1981, e alla sua presidenza venne nominato Franco Reviglio, del quale Tremonti, insieme a Domenico Siniscalco e Alberto Meomartini era stato giovanissimo braccio destro: i tre, all' epoca, vennero battezzati i Reviglio boys. Al vertice di quel gruppo di lavoro arrivò quindi Piero Giarda. E lo stesso Tremonti, nel 2001, avvertì l' esigenza di collocare al vertice della Commissione un uomo di propria fiducia: Giuseppe Vitaletti.
Sulle persone, c' è da dire che Padoa-Schioppa aveva nominato, oltre al presidente, un magistrato della Corte dei Conti, Domenico Marchetta (uhh chi si rivede) già stretto collaboratore di Carlo Azeglio Ciampi, un esperto di economia aziendale proveniente dalla McKinsey (Stefano Visalli) e sette accademici.
Nel gruppo degli economisti, ben cinque (metà di tutta la Commissione) collaboratori o redattori de lavoce.info. C' era lo stesso Muraro, ma anche Vincenzo Perrone della Bocconi, Massimo Bordignon della Cattolica di Milano, Alberto Zanardi dell' Università di Bologna e uno che di quel sito internet, divenuto la spina nel fianco dei governi di turno, è stato addirittura fondatore con Tito Boeri: Giuseppe Pisauro, professore all' Università di Perugia, nominato nel 2006 da Vincenzo Visco rettore della Scuola superiore delle Finanze, al posto di Vincenzo Fortunato, il capo di gabinetto di Tremonti.
Rizzo Sergio

mercoledì 8 aprile 2009

SSEF



Il mio "datore di lavoro", considerando la tipologia del mio lavoro, ha pensato bene di farmi partecipare ad un corso di statistica di base (ovviamente non mi servirà a nulla!) presso la Scuola superiore dell'economia e delle finanze.

Ma cosa è questa Scuola? Dal sito ufficiale leggiamo che essa nasce dalla trasformazione della Scuola centrale tributaria fondata da Ezio Vanoni nel 1957 per la formazione e l'aggiornamento professionale del personale civile dell'Amministrazione finanziaria.

Il processo di attuazione della riforma dell'Amministrazione fiscale ha riconosciuto alla Scuola, posta alle dirette dipendenze del Ministro dell'economia e delle finanze, il ruolo di istituto di alta formazione, con il compito di provvedere alla formazione, specializzazione e aggiornamento del personale dell'Amministrazione finanziaria, delle Agenzie fiscali e degli enti che operano nel settore della fiscalità.

Per svolgere questi importanti compiti la struttura, si legge sul sito, si è dotata di una connotazione accademica di tipo universitario, di un'efficiente organizzazione del lavoro, di un sistema contabile di tipo economico, ma soprattutto ha allargato il proprio know-how e le proprie competenze anche su tematiche multidisciplinari estendendo il core business della formazione tributaria (non peccano di modestia!).


Ma facciamo qualche ricerca su internet.


Nell'aprile 2008 il giornalista del corriere.it si è interessato della scuola con un articolo interessante:
Chissà che cosa penserebbe Ezio Vanoni leggendo il rapporto che la Corte dei conti ha sfornato qualche settimana fa sulla Scuola che nel 1957 venne intestata proprio a lui.

Una domanda su tutte, non potrebbe non porsi l' uomo che all' inizio degli anni Cinquanta introdusse con la riforma tributaria l' obbligo di presentare la dichiarazione dei redditi: perché non l' hanno ancora chiusa?
Trovando tuttavia una prima risposta a pagina 29 della relazione dei giudici contabili. Dove si racconta che fra il 2001 e il 2005 la spesa per gli stipendi per i docenti e i dirigenti «è aumentata del 124%, passando da poco più di due a quattro milioni e mezzo di euro».

Una struttura che serve prevalentemente a sistemare persone di fiducia dei ministri di turno. Garantendo congrue integrazioni al loro reddito.

Il 31 marzo del 2006 la Corte dei conti aveva chiesto all' amministrazione chiarimenti sulla circostanza che le posizioni di vertice della scuola fossero «ricoperte in larga parte da persone titolari di incarichi di diretta collaborazione con il ministro».
Ciò per fugare i dubbi che un «organismo autonomo di formazione e ricerca» avesse assunto la sola funzione di «supporto all' autorità politica».
Ma la risposta della Scuola, racconta la Corte dei conti, «è risultata in proposito tanto succinta quanto evasiva e comunque non idonea a fugare le preoccupazioni».

Preoccupazioni anzi alimentate da quella replica nella quale i magistrati contabili hanno ricavato persino «la conferma che nessuna procedura selettiva è stata seguita in ordine alla sussistenza dei requisiti di idoneità allo svolgimento degli incarichi attribuiti» ai vertici della scuola e ai docenti.
Ancora: «Venti curriculum vitae di persone che dal 2001 hanno ricoperto l' incarico di rettore, prorettore, capo dipartimento e docente stabile hanno consentito di verificare come tra questi ci sia chi contemporaneamente ricopriva anche posizioni di vertice negli uffici di diretta collaborazione con il ministro (capo di gabinetto, vice capo gabinetto, capo dell' ufficio legislativo, aiutante di campo...)».
Un semplice clic del mouse sulla voce «docenti» nel sito Internet della Scuola consente oggi di appurare che i professori sono dodici.........
Non sarebbe davvero il caso di metterci in fondo la parola: «Fine»?

In più è da evidenziare che due dei tre dirigenti in forza alla Scuola, la dott.ssa Salvini e il dott. Gueci, gli è stato conferito l'incarico ai sensi dell'articolo 19, comma 6, D.LGS. 165/01.

Tre anni prima anche il nostro sindacato di base si era interessato alla scuola:

Al Tesoro infatti c’è un «gioiello» nascosto che consente al ministro di «promuovere» i suoi collaboratori senza dichiararlo esplicitamente: la Scuola superiore dell’economia e delle finanze.
La vecchia scuola Vanoni è diventata una sorta di cassa integrazione dorata per i più stretti collaboratori del ministro.
Basta leggere il nome dei docenti e compare l’organigramma del gabinetto del ministro.
Il rettore è Vincenzo Fortunato, arrivato a capo gabinetto del superministero dopo una lunga carriera alle Finanze, dove era capo dell’ufficio legislativo.
Tra i docenti altri membri del gabinetto del ministero, come Marco Pinto, Gaetano Caputi che è capo dell’ufficio legislativo, e Concetta Zezza che per la scuola è direttore amministrativo.
Sale in cattedra per volere del ministro anche il suo braccio destro: Marco Milanese, capo segreteria.
Con una serie di leggi e leggine il centro-destra ha equiparato lo status dei professori della scuola a quello dei docenti universitari.
In poche parole, per decreto del ministro (senza concorso) vengono immessi nel circuito accademico nuovi docenti.
Un bell’affare per chi ha la fortuna di esserci.

Che bella la SSEF!!

martedì 7 aprile 2009

relazione della CdC sulle strutture di missione

dalla Newsletter della Corte dei Conti
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La Sezione centrale del controllo sulla gestione ha condotto un'indagine presso le "strutture di missione" finalizzate al conseguimento di obiettivi particolari di carattere temporaneo che si assume non possano essere perseguiti altrettanto utilmente dalle strutture ordinarie dell'Amministrazione e costituite presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri ai sensi dell'art. 7, c. 4 del d.lgs. 303/99, allo scopo di verificare la funzionalità concretamente espressa e le criticità che l'hanno eventualmente limitata.
La Corte rileva che alle strutture vengono demandate funzioni proprie di organismi a carattere dipartimentale e che le strutture, normalmente, hanno la stessa "vita" del Governo che le ha istituite. Il personale in dotazione è in parte proveniente dai ruoli dell'Amministrazione dello Stato e, in parte, ad essi estraneo.
I fondi, allocati in capitoli quasi sempre dedicati alla struttura, risultano spesso stanziati con tempestività ma in assenza di una preventiva e documentata quantificazione.
La Corte raccomanda di: scongiurare sovrapposizioni di competenze tra i compiti svolti dalle strutture di missione e degli organismi ordinari, evitare l'"appesantimento" organizzativo delle strutture, attuare un'attenta politica di acquisizione del personale che porti al migliore utilizzo possibile delle unità già in forza alla Presidenza del Consiglio dei Ministri e assicurare una migliore leggibilità del bilancio.
Delibera n. 4/2009 della Sezione centrale di controllo sulla gestione
Relazione

Online sul sito del ministero gli elenchi dei consorzi e delle aziende partecipate e i compensi degli amministratori

Nell’ambito dell’Operazione Trasparenza avviata dal Ministro Renato Brunetta, il Ministero per la Pubblica Amministrazione e l’Innovazione pubblica online l’elenco dei consorzi e delle società a totale o parziale partecipazione da parte delle Amministrazioni pubbliche, così come previsto dall’articolo 1, commi dal 587 al 591, della legge Finanziaria 2007.

La banca dati consultabile tramite il sito della funzione pubblica , oppure direttamente sul sito www.consoc.it contiene le informazioni riguardanti la misura della partecipazione, la durata dell’impegno, l’onere complessivo a qualsiasi titolo gravante per l’anno 2008 sul bilancio dell’amministrazione, il numero dei rappresentanti dell’amministrazione negli organi di governo nonché il trattamento economico complessivo a ciascuno di essi spettante.


Elenco dei consorzi e società partecipate dalle pubbliche amministrazioni per l’anno 2008

Elenco ruoli e trattamento economico dei rappresentanti nei consorzi e società partecipate dalle pubbliche amministrazioni per l’anno 2008

lunedì 6 aprile 2009

Tremonti ahi ahi



Come al solito interessante servizio di Report che questa settimana chiama in causa il nostro Ministro per quanto riguarda gli interventi a favore dei poveri (Social Card, bonu famiglia ecc.)

La giornalista Giovanna Boursier è andata in giro per l’Italia per vedere quanta gente è riuscita a ottenere la carta, di quanti soldi ha potuto realmente beneficiare. Soprattutto per capire qual è l’effettivo costo di questa misura (21 milioni di euro solo per la gestione di un anno!!).

Inoltre ha anche tentato di spiegare cos'è e come funziona il bonus elettrico e il bonus famiglia; chi ha pagato la Robin Tax, cosa sono i Tremonti Bond.

Report si è chiesto quale sia il significato delle “nuove regole”, un cavallo di battaglia del Ministro Tremonti.
Vedendo il programma credo che il nostro capo non ci abbia fatto un bella figura. Infatti, Giulio ha dimostrato di seguire la stessa strada del suo Primo Ministro: grandi annunci ma in concreto, poi, quasi nulla.

Peccato! In questo periodo di crisi molte persone avrebbero bisogno di politici di un altro spessore.
Finisco il veloce articolo ricordando come la giornalista Gabanelli ha chiuso il programma:

Da quel che sembra negli Stati Uniti la resa dei conti sta generando un cambio della classe dirigente, più improntata alla reputazione dei singoli individui, per arrivare, è auspicabile, a costruire un mercato dove le sanzioni morali sono più pesanti di quelle legislative.

A crisi finita, invece, da noi, troveremo sempre gli stessi, a dirigere le banche e le imprese, in giro per convegni e a presentare libri e a spiegarci come va il mondo. Loro che le regole le hanno violate e non si sono distinti per il merito.....

PS: Il servizio ha anche evidenziato come i dati forniti dal Ministero non siano stati precisi ( a dir poco), ma noi che ci lavoriamo, conoscendo i nostri colleghi e i nostri dirigenti, non ci sorprendiamo affatto, vero?

giovedì 2 aprile 2009

Brunetta alle impiegate..

dal corriere.it
Basta con le donne che durante l'orario di lavoro fuggono dal ministero per andare a fare la spesa: parola del ministro della Funzione pubblica, Renato Brunetta, secondo il quale «il lavoro pubblico deve essere al servizio dei cittadini e non può essere un ammortizzatore sociale di genere».
Il ministro parlava dinanzi a una platea composta quasi esclusivamente da donne, nel corso di un convegno sulle pari opportunità. E le sue parole hanno scatenato vivacissime reazioni. «Protestate pure - ha risposto il ministro - ma è così. Io non voglio più che le donne scappino dall'ufficio per fare la spesa, per poi tornare a casa all'una e mezza e avere difficoltà a gestire la famiglia e tutto il resto».
«Vi siete chiesti il perchè della femminilizzazione della scuola e del lavoro ministeriale? E come mai ci siano poche donne ai vertici? I controlli sull'assenteismo per malattia è una lotta di liberazione per le donne. Far finta di essere malate per accudire i figli o i mariti vuol dire buttare via la propria professionalità: bisogna rompere queste compensazioni perverse».
Ma le dichiarazioni di Brunetta hanno provocato la reazione del ministro per le Pari opportunità Mara Carfagna presente in sala, che ha polemizzato con il collega sul richiamo di quest'ultimo alle dipendenti pubbliche che vanno a fare la spesa durante l'orario di lavoro. Alle donne in platea, che avevano duramente contestato il ministro Brunetta, Mara Carfagna ha detto: «non fatevi scoraggiare. Non cadiamo nelle facili provocazioni».
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Cosa dire! Può migliorare la pubblica amministrazione con un ministro così?
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PS: alle 11.30 l'on. Maroni, parcheggiando contro mano sulla corsia preferenziale, è entrato con autista e tre uomini di scorta nel negozio di informatica in via Piave. Non è fare la spesa?