venerdì 9 dicembre 2011

Patroni Griffi e i 2 incarichi: scelta del Parlamento

«È una giornata così convulsa e bella...».
Ministro Filippo Patroni Griffi dicono che lei... «Prima ho visto Renato Brunetta, di cui sono stato capo di Gabinetto, per il passaggio delle consegne... Poi mi hanno telefonato tutti quelli con cui ho lavorato in questi anni... i ministri Frattini, Bassanini, Amato... il professor Amato è stato così affettuoso... però la prima telefonata l' ho fatta io, sentivo di doverla fare, non potevo non chiamare Sabino Cassese, fu lui a portarmi qui come capo dell' Ufficio legislativo, avevo appena 37 anni...».

Senta, ministro Patroni Griffi, volevo dirle questo: il premier Monti sostiene che la squadra di governo è trasparente sul sospetto di eventuali conflitti di interessi... «Sì, certo, chiaro». Eppure, ecco, c' è questa storia che la riguarda... «Quale storia, scusi?». Nel decreto «milleproroghe» del dicembre 2010 ci sarebbe una norma fatta su misura per lei, praticamente una norma «ad personam». «Uff... Ho capito, ho capito... Ma le assicuro che è tutto in regola».

Non si direbbe. «Eh... ora le spiego... ma tanto lo so che questa è una fissazione di Ichino...». Se permette, ministro, non è una fissazione del senatore Ichino: sull' argomento c' è anche un' eloquente inchiesta di Milena Gabanelli e... «Ripeto: è tutto regolare». Però il decreto è chiaro: contiene una disposizione che consente ai membri della Civit che sono anche dipendenti pubblici - la Civit è l' autorità «antifannuloni» istituita dal suo predecessore Brunetta, di cui lei fa parte pur essendo presidente di sezione del Consiglio di Stato - di restare appunto in ruolo e svolgere contemporaneamente le due funzioni. «Allora, mi ascolti bene: premesso che stiamo parlando di una norma che, evidentemente, è stata approvata dal Parlamento e non dal sottoscritto...».

Ministro, due incarichi e due stipendi: è così, sì o no?
«Non è così. Le spiego. Il cumulo era previsto già dalla precedente normativa, tanto che già cumulavo, legittimamente, la retribuzione da Consigliere all' indennità di membro della Civit, senza svolgere attività lavorativa presso il Consiglio di Stato...».

Già accumulava? «Non accumulavo, cumulavo. Detto questo, al massimo possiamo affermare che la norma del "milleproroghe" cui lei fa riferimento, mi ha consentito di cumulare i lavori a retribuzione, come dire?, invariata. Soddisfatto?».

Con il rispetto dovuto, no. Perché resta il fatto che è una norma fatta su misura per lei, ministro. «Su misura...». È l' unico ad usufruirne. «Sono l' unico, sì. Ma solo perché il presidente della Civit, Antonio Martone, già magistrato in Cassazione, è ora pensionato: non fosse stato in pensione, avrebbe goduto di questa norma anche lui...».

Antonio Martone è per caso il papà di Michel Martone, il nuovo trentasettenne viceministro al Welfare?
«Sì, ma cosa c' entra?».

No, così.
«Sono padre e figlio, sì, e allora?». ( Un anno fa, il senatore del Pd Pietro Ichino polemizzò con il predecessore di Patroni Griffi, il ministro della Funzione pubblica Renato Brunetta, che aveva concesso proprio al giovane Michel Martone una consulenza da 40 mila euro. «Una consulenza che mi sembrava inopportuna - spiega ora Ichino - essendo stata attivata giusto mentre il padre Antonio veniva designato alla guida della neo-costituita Civit. Detto questo, Michel Martone ha certamente la competenza necessaria per lavorare al ministero del Welfare ).

Articolo di Fabrizio Roncone pubblicato su Il Corriere della Sera

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