giovedì 7 ottobre 2010

La prima e l'ultima decisione

Articolo di di Silvia Giannini e Maria Cecilia Guerra pubblicato su lavoce.info

Alla fine del 2009 è stata approvata una riforma della contabilità pubblica presentata come epocale e che in effetti si attendeva da anni.
Salutata con generale soddisfazione l’abolizione del Documento di programmazione economica e finanziaria (Dpef) e della legge finanziaria, rimaneva una certa curiosità di vedere come avrebbero funzionato le nuove procedure di bilancio.

LE NUOVE PROCEDURE DI BILANCIO GIÀ DISATTESE

Il vecchio Dpef veniva presentato entro il 30 giugno. Troppo presto, si diceva, meglio aspettare settembre quando le previsioni economiche saranno più aggiornate. Così nella riforma si stabilì che il governo dovesse presentare, entro il 15 luglio, solo le linee guida per la ripartizione tra Stato, Regioni, comuni degli obiettivi programmatici di finanza pubblica.
Entro il 10 settembre la Conferenza unificata avrebbe dovuto esprimere il suo parere sulle linee guida. Un percorso di coinvolgimento delle autonomie locali coerente con il famoso federalismo fiscale.
Poi entro il 15 settembre il governo avrebbe presentato il nuovo documento programmatico, la Decisione di finanza pubblica (Dfp).
La manovra di finanza pubblica sarebbe stata poi presentata un mese dopo, entro il 15 ottobre, con la legge di stabilità (in sostituzione della vecchia legge finanziaria).
Le cose sono andate diversamente.
La manovra per il 2011-2013 è stata anticipata a fine maggio (per ottimi motivi, poco dopo l’esplosione della crisi greca) e approvata per decreto-legge, tra le proteste di comuni e, soprattutto, Regioni (ricordate i governatori che minacciavano di restituire le deleghe?).

Ovviamente è divenuto superfluo presentare linee-guida a metà luglio e attendere pareri entro il 10 settembre. Per di più, e questo è meno comprensibile, la scadenza del 15 settembre per la presentazione della Dfp non è stata rispettata senza alcuna reazione da parte dell’opposizione che pure aveva contribuito a disegnare la riforma della contabilità (e aveva contribuito ad approvarla).
La Dfp è stata alla fine pubblicata il 29 settembre, con due settimane di ritardo. Nella premessa annuncia che sarà non solo la prima, ma anche l’ultima Decisione a vedere la luce perché d’ora in poi il coordinamento delle politiche di bilancio a livello europeo imporrà un diverso titolo e calendario (speriamo rispettato) per questo documento.
E la legge di stabilità, tra quindici giorni, si annuncia molto più sintetica rispetto alle vecchie leggi finanziarie. Ma questo avviene semplicemente perché era molto corposo il decreto-legge 78 di fine maggio. Insomma, più che una prima applicazione delle nuove procedure di bilancio, quest’anno si ripropone il copione dei due anni precedenti: manovra per decreto prima dell’estate e poi in autunno finanziaria leggera.

DECISIONI GIÀ PRESE…

La Dfp non aggiunge nulla a ciò che già è stato deciso. Ripropone le cifre della manovra di maggio, assumendo che essa si realizzi interamente e con piena efficacia. La tabella qui sotto riporta l’andamento delle principali grandezze di finanza pubblica. Il miglioramento del saldo primario deriverebbe nel triennio 2011-2013 da una sostanziale stabilità delle entrate (resta costante la pressione tributaria e si riducono leggermente i contributi sociali, in buona parte per il congelamento delle retribuzioni pubbliche) e da una riduzione di quasi tre punti di Pil della spesa primaria corrente. Il debito pubblico continuerà a crescere, in rapporto al Pil, nel 2010 e 2011, la diminuzione nei due anni successivi lo riporterà nel 2013 a un livello analogo a quello del 2009, nonostante una previsione di crescita reale del prodotto al 2 per cento reale l’anno nel 2012-2013, che oggi appare ottimistica.

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