In estrema sintesi, il decreto legge, con l'articolo 9 – Contenimento delle spese in materia di impiego pubblico, congela per un triennio le retribuzioni dei dipendenti pubblici e rafforza le limitazioni già in vigore per le nuove assunzioni. L’effetto di queste misure sul saldo del conto delle amministrazioni pubbliche è valutato in circa 1 miliardo nel 2011, 1,5 miliardi nel 2012 e 1,8 miliardi nel 2013. Per dare un’idea in termini relativi, la previsione della spesa pubblica per redditi da lavoro dipendente era di 175,5 miliardi nel 2010, 176 miliardi nel 2011, 177,5 miliardi nel 2012.
La stima degli effetti del decreto legge richiede, tuttavia, due importanti precisazioni. Innanzi tutto, la riduzione della spesa è in realtà pari a circa il doppio dell’effetto sul saldo: quest’ultimo è dato dalla diminuzione della spesa al netto dei riflessi di segno opposto su imposte (Irpef e Irap) e contributi previdenziali. In secondo luogo, i risparmi sono valutati nei confronti del quadro a legislazione vigente, che non include stanziamenti per il rinnovo dei contratti 2010-2012. Se non fosse intervenuto il blocco dei contratti disposto dal decreto legge, si può stimare, sulla base dell’esperienza del passato recente, che la spesa per il personale sarebbe cresciuta di una cifra compresa tra i 4 e i 7 miliardi.
PUBBLICO IMPIEGO MISURA PER MISURA
Vediamo nel dettaglio le varie misure. Riguardo alle retribuzioni, il comma 1 dell’articolo 9 stabilisce il principio generale: per gli anni 2011-2013 il trattamento economico complessivo dei dipendenti delle amministrazioni pubbliche non può superare il trattamento in godimento nell’anno 2010. In pratica ciò avviene con la sospensione delle procedure contrattuali relative al triennio 2010-2012, facendo salva la sola indennità di vacanza contrattuale (il cui importo è peraltro congelato al livello del luglio 2010) e con il blocco degli automatismi stipendiali (legati all’anzianità) per il personale in regime di diritto pubblico e per il personale della scuola.
Poiché la legge Finanziaria 2010 aveva stanziato solo le risorse corrispondenti alla indennità di vacanza contrattuale (Ivc), l’effetto del blocco dei contratti sui conti pubblici a legislazione vigente consiste nella rideterminazione di quello stanziamento in modo da riportarlo agli importi corrispondenti alla Ivc del luglio 2010. La minore spesa netta è di 308 milioni nel 2012 e 2013. Diverso è il caso della sanità: lo stanziamento per il finanziamento del Servizio sanitario nazionale includeva già in parte l’effetto dei rinnovi contrattuali: i risparmi sono quindi più cospicui (246 milioni nel 2011, 628 milioni nel 2012 e 2013).
Per il personale in regime di diritto pubblico, le cui retribuzioni sono fissate per legge e non in forza di un contratto collettivo di lavoro – magistrati, professori e ricercatori universitari, dirigenti dei corpi di polizia e delle forze armate – la retribuzione aumenta con l’anzianità.
Il decreto prevede il blocco degli automatismi stipendiali per il triennio 2011-2013. Ciò comporta nel 2013 una minore spesa netta di 139 milioni. È un risparmio di tipo strutturale solo per professori e ricercatori universitari e dirigenti dei corpi di polizia e delle forze armate: gli aumenti maturati nel periodo 2011-2013 sono cancellati. Al contrario, per la magistratura ordinaria, amministrativa, contabile e militare e per gli avvocati e procuratori dello Stato si tratta solo di un differimento: gli aumenti maturati nel triennio saranno recuperati nel 2014. Senza recupero è anche il blocco degli automatismi disposto per il personale della scuola, con un risparmio netto di quasi 500 milioni nel 2013.
Il decreto-legge prevede anche un vero e proprio taglio per le retribuzioni superiori a 90mila euro lordi annui: il 5 per cento tra 90mila e 150mila euro e il 10 per cento oltre i 150mila euro. La misura riguarda circa 26.500 unità (di cui circa 1.500 con retribuzione superiore a 150mila euro). Il risparmio previsto è di circa 25 milioni.
Una serie di disposizioni è diretta a limitare le assunzioni. Per le amministrazioni dello Stato (esclusi corpi di polizia, vigili del fuoco e università), Agenzie fiscali ed enti pubblici non economici viene fissato il limite del 20 per cento del turnover nel 2011-2013, del 50 per cento nel 2014, del 100 per cento nel 2015 (secondo le norme precedenti il limite del 20 per cento riguardava solo il 2011, poi 50 per cento nel 2012 e 100 per cento nel 2013). Non è mutata la normativa per le università (50 per cento nel 2011-2012, 100 per cento nel 2013) e per corpi di polizia e vigili del fuoco (100 per cento). Il decreto stabilisce che ai fini del rispetto dei vincoli sul turnover il trattenimento in servizio di personale che ha raggiunto i limiti di età è equivalente a una nuova assunzione. Per le assunzioni di personale a tempo determinato è poi previsto un limite pari al 50 per cento della spesa del 2009. Nel 2013 dall’insieme di queste misure deriva un risparmio di spesa netta di 184 milioni. Tutte le disposizioni sulle nuove assunzioni si applicano anche alle società non quotate controllate direttamente o indirettamente da amministrazioni pubbliche, dalla lettura del decreto non è chiaro che lo stesso valga anche per le disposizioni in materia di retribuzioni.
Infine, una parte rilevante (421 milioni) dei risparmi per il 2011 deriva dalla cancellazione della quota non utilizzata delle risorse stanziate da una vecchia legge Finanziaria per il riordino delle carriere del personale non direttivo dei corpi di polizia.
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