giovedì 30 maggio 2013

la scuola superiore di incarichi e consulenze

di Stefano Sansonetti su La notizia

Dalle parti del ministero dell’economia qualcuno si pone la domanda da anni: a cosa serve la Scuola superiore dell’economia e delle finanze? Diventato amletico, il dubbio ogni tanto si ripropone. 
Ma forse, fanno notare i maliziosi, una risposta c’è. E passa direttamente per la valanga di contratti che l’istituto, diretto dal 2006 da Giuseppe Pisauro, ha firmato nel corso degli anni e continua tutt’ora ad attivare. 
Dagli archivi, tanto per dire, risulta che nel 2010 erano stati assegnati 29 incarichi. Che nel 2011 sono saliti a 69, gran parte dei quali con effetti sull’anno successivo. Un elenco preciso delle consulenze 2012 sul sito della Scuola non è riportato, ma sembra che la pacchia continui. Nei soli mesi di marzo e aprile di quest’anno, per fornire un esempio, si è pianificata l’attivazione di nove contratti, alcuni dei quali appannaggio di storici consulenti dell’istituto dipendente dal ministero dell’economia. 
Cosa ci fanno tutti questi consulenti? 

mercoledì 29 maggio 2013

Un curriculum vario Pinto

Stefano Sansonetti per La Notizia

Un tripudio di stipendi pubblici e poltrone che coinvolge anche l'esercizio di una professione "privata". E che professione. Al centro di questo intreccio c'è Marco Pinto, fino a qualche tempo fa grand commis del ministero dell'economia dove ha ricoperto ruoli di vertice tra gabinetto e ufficio legislativo con un'incredibile quantità di ministri: da Giulio Tremonti a Vittorio Grilli, passando per Tommaso Padoa-Schioppa, Vincenzo Visco e Mario Monti. Insomma, una figura che più trasversale non si può.

Poco tempo fa, però, è arrivato il colpo di scena. Complice l'aria di cambiamento al dicastero di via XX Settembre, Pinto ha lasciato il dicastero e si è messo a fare il notaio. E' già ampiamente operativo, nel suo studio di Roma. Il titolo, del resto, era stato conseguito anni fa. Sì, perché dopo essere diventato magistrato ordinario nel 1987, e magistrato amministrativo nel 1992, Pinto ha vinto il concorso notarile nel 1996. Professione che però, a quanto pare, finora non era mai riuscito a esercitare. Ma c'è di più.

giovedì 23 maggio 2013

Comunicato relativo ai buoni pasto

In data 10 maggio 2013 è stata effettuata la comunicazione di aggiudicazione definitiva alla ditta risultata vincitrice della gara in oggetto. 
Trascorso il periodo legale di 35 giorni ed in assenza di eventuali impedimenti (e.g. possibili contenziosi), si procederà alla stipula del nuovo contratto. A conclusione dell’iter procedimentale, l’Amministrazione provvederà ad ordinare i ticket necessari per assicurare l’erogazione ai dipendenti dei buoni pasto maturati nell’intero periodo. Ulteriori aggiornamenti sullo stato della procedura saranno tempestivamente forniti. Cordialmente. 
Ufficio Relazioni Sindacali MEF

lunedì 20 maggio 2013

Le Nazioni Unite premiano il MEF per le pari opportunità e i servizi di conciliazione

"Mini*Midi*Mef: spazio ragazzi", il servizio di custodia e intrattenimento offerto dal Ministero dell’Economia e delle Finanze ai figli del personale in servizio, attivo in occasione dei periodi di chiusura delle scuole, è risultato uno dei vincitori degli United Nations Public Service Awards (UNPSA). Gli UNPSA sono il riconoscimento che le Nazioni Unite ogni anno assegnano ai migliori progetti delle Pubbliche Amministrazioni di tutto il mondo che hanno conseguito risultati tangibili, offrendo servizi pubblici innovativi, efficaci e rispondenti alle reali esigenze delle persone. 
In particolare, il Mini*Midi*Mef è stato premiato nella categoria dedicata ai servizi a favore delle pari opportunità di genere. Garantendo un maggiore grado di conciliazione vita-lavoro, il servizio facilita il pieno dispiegamento dei talenti (specialmente femminili), migliora la motivazione ed incrementa la produttività dell’intera organizzazione. 
Operativo da ormai più di un anno, quello del Mini*Midi*Mef rappresenta un modello esportabile in altre realtà organizzative, sia pubbliche sia private, come riconosciuto anche dal Dipartimento per le pari opportunità della Presidenza del Consiglio dei Ministri. 


venerdì 10 maggio 2013

Verso il cambio alla Ragioneria In pole position Daniele Franco

Una squadra quasi completamente nuova. Con pochi punti di contatto con il passato, recente e più lontano. È quella che sta allestendo a via XX Settembre il nuovo ministro dell'Economia, Fabrizio Saccomanni, che intervenendo a "Otto e mezzo" non nega che al Tesoro l'era Tremonti, dopo i segni di discontinuità già lasciati dal Governo Monti, si sta definitivamente chiudendo. Il ricorso allo spoil system, seppure in modo mirato e in alcuni casi obbligato per l'anzianità di servizio di alcuni dirigenti, investirà alcune poltrone strategiche.A partire da quella del Ragioniere generale dello Stato su cui dal 20 maggio 2005 siede Mario Canzio, 66 anni compiuti e ormai a un passo dalla pensione. A confermarlo apertamente è lo stesso Saccomanni: «Sulla Ragioneria devo prendere una decisione nei prossimi giorni». In pole per la sostituzione di Canzio c'è Daniele Franco, attuale direttore centrale per la ricerca economica di Bankitalia. Franco, con una lunga "militanza" a Palazzo Koch come del resto Saccomanni, sembra dunque destinato a diventare il ventesimo Ragioniere generale dello Stato, da quando questa carica fu istituita nel lontano 1870. Anche se sorprese dell'ultima ora sono sempre possibili. Così come per la nomina per il delicato ruolo di capo di gabinetto. Vincenzo Fortunato, in carica a via XX settembre dal 2008, si è infatti dimesso. Nella lettera di dimissioni inviata al nuovo ministro Fortunato sottolinea di aver ritenuto opportuno, come peraltro concordato negli incontri avuti con il nuovo titolare dell'Economia, di dare un segnale di discontinuità e ringrazia Saccomanni per la stima riservatagli in questo breve periodo di collaborazione.

Articolo di Marco Mobili - Il Sole 24 Ore - leggi su http://24o.it/RhZof 

Tesoro mio, sei pieno di conflitti di interesse

Uno tsunami che minaccia di abbattersi su decine di dirigenti del Tesoro. Tutti accomunati dal trovarsi in una situazione che lambisce pericolosamente il conflitto d'interessi e la scarsa indipendenza. 
Al centro dell'attenzione ci sono alcune società quotate in borsa, le cui partecipazioni di controllo sono in mano al dicastero di via XX Settembre, e la composizione dei loro collegi sindacali. 
Nonostante i più recenti sviluppi normativi impongano il contrario, negli organi di controllo continuano a sedere in qualità di sindaci alcuni dirigenti di prima e seconda fascia del ministero dell'economia. Cioè dipendenti dello stesso azionista "ministeriale" di riferimento. Una situazione che, in base alla legge, sembrerebbe contraddire fortemente il primario requisito dell'indipendenza dei componenti del collegio sindacale. Di coloro che, in altre parole, devono svolgere il fondamentale compito di controllare. Il tutto con lo spettro della decadenza dall'incarico. 

Bene, le società nel mirino, in questo momento, sono Finmeccnica ed Eni. Nel collegio sindacale della prima siede Vincenzo Limone, dirigente di prima fascia del Tesoro (direttore dell'UCB presso il mef. nda); in quello della seconda Roberto Ferranti (Ispettore generale, nda) , altro dirigente di prima fascia di via XX Settembre. 
L'Enel, che ha tirato fuori l'esplosiva questione, è riuscita a tirarsi fuori in extremis. Ma in seconda battuta, stante il principio che va affermandosi per le quotate, la questione è in grado di colpire decine di sindaci delle altre controllate non quotate del Tesoro, in primis Poste, Ferrovie dello stato e Cassa depositi e prestiti. 

mercoledì 8 maggio 2013

Maria Cannata, timida ma potente signora del debito

Laureata in matematica, ha il sangue freddo e grande competenza. Unica pecca: le public relations.
Un periodo intenso per Maria Cannata Bonfrate. Intenso ma foriero di buoni risultati, quasi miracolosi rispetto al quadro politico che solo nelle ultime ore sembra un po' rasserenarsi. 
Cooptata nella stanza dei bottoni della Cassa depositi e prestiti – ma era già presente nel consiglio allargato dell’ente di via Goito –, la signora del debito pubblico è reduce dal successo del Btp Italia, emissione pensata per i piccoli risparmiatori che è andata oltre ogni aspettativa. 
(...) 
Torinese, classe ’54, laureata alla Sapienza nel 1977 con Bruno de Finetti, statistico che ha dato un contributo fondamentale nello studio del calcolo delle probabilità. Argomento della tesi i processi stocastici: «È molto impegnativa, ma mi sa dare un piacere estetico. Sì, la matematica la trovo bella esteticamente», ha detto nel 2007 al Corriere. 
Due anni da maestra di matematica alle medie e magistrali, e un posto, nel 1979, da capostazione nelle Ferrovie dello Stato. Durerà poco: prima arriva un’offerta dall’Istat, poi il concorso da funzionario statistico presso il ministero del Tesoro. Da lì una carriera interna che la porta, a cavallo del millennio, fino alla direzione generale del debito pubblico. 

martedì 7 maggio 2013

Saccomanni, quattro mosse chiave per conquistare l’isola del Tesoro

S e il governo guidato da Enrico Letta vorrà e potrà cambiare qualcosa lo capiremo da quello che succederà in via XX Settembre. Il primo vero segnale lo darà il Ministero dell’Economia e delle Finanze, dove si decide da chi prendere i soldi e come spenderli. 
La prima missione di Fabrizio Saccomanni, terzo altissimo dirigente della Banca d’Italia dopo Carlo Azeglio Ciampi e Tommaso Padoa Schioppa ad occupare la poltrona del numero uno di quel ministero negli ultimi vent’anni, sarà dove trovarli, ma la vera sfida sarà come e con chi. 
In base al programma di massima tracciato da Letta, tra revisione dell’Imu e della Tarsu, eliminazione dell’aumento dell’Iva, rifinanziamento della cassa integrazione, soluzione del problema degli esodati e dei precari della pubblica amministrazione, i miliardi da trovare in breve tempo sono oltre una decina e, a rendere il gioco ancora più complicato, con il divieto di usare le ricette classiche alle quali il Tesoro ci ha fino ad oggi abituati: nuove tasse o aumento del debito. 
La preclusione delle due vie tradizionali crea il problema del come trovarli, in un ministero in cui ha dovuto arrendersi persino Enrico Bondi, il più ostinato tagliatore che questo paese fino ad oggi abbia messo in campo. Il “come” si porta dietro il problema del “con chi”, ovvero con quali uomini e quale squadra affrontare una stagione che dovrebbe essere nuova. Il segnale che aspettiamo sarà quello, non roba clamorosa per titillare la pancia della pubblica opinione, ma messaggi sottili per chi conosce i meccanismi veri del potere e attraverso nomi e biografie coglie l’evoluzione dei ruoli e il potenziale di innovazione nel cuore vero di una macchina dello Stato che non funziona più. 

I nuovi sottosegretari

Il Consiglio dei Ministri, nella riunione di ieri 2 maggio, su proposta del Presidente Enrico Letta, ha nominato quaranta Sottosegretari, dieci dei quali assumeranno le funzioni di Viceministro, che completano così la squadra di governo.
Nel comunicato stampa diffuso dalla Presidenza del Consiglio si legge che «Ai Sottosegretari parlamentari, come già annunciato dal Presidente del Consiglio nel discorso alle Camere, non sarà corrisposto lo stipendio aggiuntivo», «Inoltre gli uffici di diretta collaborazione dei viceministri saranno ridotti e uniformati a quelli dei sottosegretari, con la conseguenza che non ci sarà alcun costo aggiuntivo collegato alla suddetta nomina».
I nuovi Sottosegretari del Ministero dell’Economia e Finanze sono Stefano Fassina (Viceministro), Luigi Casero (Viceministro), Pierpaolo Baretta e Alberto Giorgetti.

lunedì 6 maggio 2013

Lo scandaloso contratto del palazzo di via dei Normanni

Ci sono storie che da sole spiegano come ha fatto la nostra spesa pubblica a superare il 50 per cento del Prodotto interno lordo in un Paese che continua a impoverirsi. 
Storie che, chissà perché, hanno sempre lo stesso protagonista: gli immobili. Una di queste riguarda un affare che coinvolge il Monte dei Paschi di Siena, banca precipitata in una crisi senza precedenti, e il dipartimento delle Finanze del ministero dell'Economia. 
E riguarda un grande palazzo, a Roma, davanti al Colosseo. Si tratta della vecchia sede delle esattorie, gestite appunto dalla banca senese, che non a caso ha anche una filiale al piano terra del medesimo stabile. 

giovedì 2 maggio 2013

Fortunato : Promoveatur ut removeatur?

Avevamo appreso con soddisfazione le notizie che finalmente il potente Vincenzo Fortunato lasciasse il suo incarico di capo gabinetto in via XX settembre. Era un bel segnale: dove non era riuscito o voluto Mario Monti  ci riesce Fabrizio Saccomanni.

Ma ieri abbiamo saputo quale è stato l'incentivo concesso per agevolare l'uscita di scena. L'ormai l'ex ministro dell'Economia Vittorio Grilli, poco prima di lasciare il suo incarico, ha firmato il decreto di costituzione della Sgr che gestirà il "fondo dei fondi" e contestualmente ha nominato il consiglio di amministrazione.
Sarà proprio il suo capo di gabinetto Vincenzo Fortunato a guidare la sgr. Eugenio Bruno e Marco Rogarigli su Il Sole 24 ore ripercorrono la storia del dominus del nostro ministro: "Capo di gabinetto del Mef già nel 2001, dopo una parentesi alle Infrastrutture con Antonio Di Pietro, il 57enne grand commis era tornato a ricoprire quell'incarico nel 2008. Ed era rimasto al suo posto anche con il passaggio dal governo Berlusconi all'esecutivo dei tecnici. Senza risentire dell'avvicendamento tra Giulio Tremonti e Vittorio Grilli".

Promoveatur ut removeatur? 
Comunque riteniamo scorretto che un ministro uscente (peraltro tecnico) nomini un consiglio di amministrazione  di 5 persone! Riusciremo mai a diventare un paese normale?

PS: dopo il capo gabinetto ci aspettiamo qualche cambio anche alla guida dei dipartimenti...Forza Fabrizio