Il 'nozionale' complessivo degli strumenti derivati a copertura di debito emesso dalla Repubblica italiana, ovvero il capitale nominale di riferimento di tali contratti, ammonta a circa 160 miliardi di euro, circa il 10% rispetto ai 1.617 miliardi di titoli in circolazione a fine febbraio 2012.
Lo scrive il ministero dell'Economia in una risposta scritta da una interrogazione del senatore IdV, Elio Lannutti in ordine al debito pubblico italiano e all'uso di prodotti derivati.
Degli strumenti derivati in essere, circa 100 miliardi sono interest rate swap; 36 miliardi cross currency swap; 20 miliardi le swaption e 3,5 miliardi gli swap ex-Ispa. Il ministero sottolinea in particolare che ''gli interest rate swap presentano un tasso a pagare medio ponderato a carico della Repubblica che e' inferiore a quello pagato sul debito di durata comparabile''.
Con questi swap ''il Tesoro si e' immunizzato da rialzi dei tassi di interesse sulla parte di nozionale interessata, contribunedo all'allungemnato della dirata finanziaria del proprio debito''. ''Risulta pertanto fuorviante associare ai derivati, nella forma e nella modalita' utilizzate dal Tesoro nell'ambito della gestione del debito pubblico, il concetto di 'guadagno o perdita''' scrive ancora il ministero dell'Economia.
Articolo pubblicato su www.wallstreetitalia.com
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