Solo la metà, anzi meno. Gli altri devono prima finire le vacanze, e che diamine quanta fretta. Solo un mese per rispondere al ministero che ti chiede quante auto blu hai in garage? Troppo poco, e poi col ponte dell’Immacolata e il Natale di mezzo...
No, serve una proroga. E, tac!, eccola lì subito concessa: altri venti giorni (ma ci scommettiamo, ri-prorogabili) per smaltire il pandoro e comunicare con tutta calma il numero e l’impiego delle auto blu da parte delle miriadi di amministrazioni pubbliche sparse per la penisola. Il censimento della Funzione pubblica, a sei mesi dal decreto che lo ha inventato e dopo un mese di attivazione, è un mezzo flop.
I numeri sono desolanti, soprattutto se si pensa alla rigidità con cui la burocrazia pretende il rispetto delle scadenze dai contribuenti, pena sanzioni pesanti, interessi sul ritardo, spaventose cartelle esattoriali. Ma lo Stato, con se stesso, è molto più comprensivo, se si dimentica l’obbligo si sposta la scadenza, no problem.
Dunque i numeri: su 10.354 amministrazioni a cui è stato spedito il questionario sulle auto blu a disposizione, hanno risposto entro l’ultimo giorno utile, cioè l’ultimo dell’anno, solo in 4.627, meno della metà. «Altre 707 amministrazioni si sono registrate sul sito e hanno in corso la compilazione», comunicano dal ministero per consolarsi, ma capirai che sforzo registrarsi al sito.
Per il momento, dai questionari compilati e restituiti, che appunto sono meno della metà, ne risultano 43mila, blu e grigie, di cui 6mila con autista. In effetti si distinguono tre categorie, la terza è quella delle blu-blu, auto di rappresentanza politico-istituzionale a disposizione di autorità e alte cariche (con autista).
Le blu semplici sono invece quelle disposizione dei dirigenti apicali della macchina statale, mentre «grigie» sono le semplici vetture di servizio delle pubbliche amministrazioni.
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