lunedì 3 agosto 2009

Il cappio ai dirigenti e la mannaia per la Corte dei Conti

Nelle ultime settimane stiamo assistendo alla deriva del nostro "legislatore". Oggi si è conclusa la sceneggiata che catapulta l'Italia nella repubblica delle Banane: il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, ha firmato il decreto legge correttivo di alcune disposizioni della manovra anti-crisi varata dal governo lo scorso primo luglio.
Il Parlamento approva una legge che il Governo deve immediatamente modificare per alcuni punti palesi incostituzionali.
Interessante l'articolo pubblicato da L'Unità il 1° agosto scorso dove il giornalista Di Giovanni si sofferma sulla contestata norma che riduceva subdolamente i potere della Corte dei Conti.
Giulio Tremonti, sulla prima versione, confessa i motivi dell'emendamento contestato, davanti alle telecamere di Sky Tv: l’azione della Corte dei Conti rischiava di bloccare il Tesoro.
Dal 2002 ad oggi sono stati aperti oltre 700 fascicoli. Per questo il governo sarebbe intervenuto con le norme sulla magistratura contabile inserite nel decreto anticrisi.
Sulla norma relativa alla Corte dei Conti, però, c’è qualcosa che il ministro evita di dire. Cioè il
pesante zampino della politica, che ha mandato in tilt il lavoro degli uffici pubblici.
Nella manovra d’estate dell’anno scorso, infatti, un semplice comma di un paio di righe (articolo 60 comma 14) scarica sui funzionari dei ministeri la responsabilità contabile delle spese che si discostano dagli stanziamenti. Sono loro a rispondere del danno erariale.
Il fatto è che spesso le spese sono rigide, e gli stanziamenti diminuiscono. In qualche amministrazione si hanno difficoltà a pagare bollette elettriche e canoni d’affitto. Per non parlare della benzina per le auto delle forze armate e della polizia.
Gli stanziamenti non ci sono, e se la spesa sfora saranno i dirigenti a pagare. Così, con un codicillo, il governo ha costruito il cappio in cui stanno finendo centinaia di dirigenti.
Oggi sta tentando di allargare la corda, pensando di ridimensionare i poteri della Corte dei Conti. Un vero pasticcio.
Per controllare la spesa si delega ai dipendenti. Poi, quando si rischia la rivolta, si ridimensiona la vigilanza.

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Cosa dire? Non ho più parole.


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