CI RIVEDIAMO A SETTEMBRE
blog assolutamente non ufficiale con spigolature, notizie e norme della nostra P.A.
giovedì 13 agosto 2009
mercoledì 12 agosto 2009
Le regole per il conferimento le detta la legge statale
da Ilsole24ore.com
Consentire l'accesso ad uffici consiliari e a segreterie di Giunta a personale esterno del tutto privo di qualificazione è irragionevole e in contrasto con il canone di buon andamento della pubblica amministrazione.
Consentire l'accesso ad uffici consiliari e a segreterie di Giunta a personale esterno del tutto privo di qualificazione è irragionevole e in contrasto con il canone di buon andamento della pubblica amministrazione.
È questo in sintesi quanto stabilito dalla Corte costituzionale con la sentenza n. 252, depositata il 30 luglio scorso, con cui è stata pronunciata l'illegittimità degli artt. 4, co. 1, e 5, co. 2, della Lr Marche n. 7/2008; dell'art. 1, co. 1, della Lr Marche n. 22/2008 e dell'art. 7, co. 4, lett. b), della Lr Marche n. 27/2008
Il giudice delle leggi sottolinea infatti che "le norme censurate, nel dispensare le amministrazioni dall'osservanza della disposizione di cui all'art. 7, comma 6, del d.lgs. n. 165 del 2001, si pongono in contrasto con gli artt. 3 e 97 Cost." e, ancora, che "la Regione Marche, nel disciplinare in modo autonomo le modalità di selezione del personale esterno destinato a collaborare con i gruppi consiliari e le segreterie della Giunta, non ha previsto alcun criterio selettivo alternativo a quelli dettati dalla legge statale. È consentito così l'accesso a tali uffici di personale esterno del tutto privo di qualificazione, in modo irragionevole e in violazione del canone di buon andamento della pubblica amministrazione".
Per tali motivi, dunque, è dichiarata l'illegittimità costituzionale degli artt. 4, co. 1, e 5, co. 2, della legge della Regione Marche n. 7 del 2008, nella parte in cui le predette disposizioni consentono il conferimento di incarichi a personale esterno all'amministrazione regionale e l'instaurazione di rapporti di co.co.co., indipendentemente dal possesso dei requisiti fissati dall'art. 7, co., del Dlgs n. 165/2001.
Le ragioni di illegittimità costituzionale dell'art. 4, co. 1, della Lr Marche n. 7/2008 valgono inoltre anche per gli interventi di modifica della stessa introdotti dagli artt. 1, co. 1, della Lr n. 22/2008 e dall'art. 7, co. 4, lett. b), della Lr n. 27/2008, avendo tali norme riprodotto, all'interno delle disposizioni concernenti il ricorso a personale esterno, la stessa deroga, per il ricorso da parte dei gruppi consiliari alla collaborazione di esterni, al rispetto dei requisiti soggettivi stabiliti dall'art. 7, co. 6, del Dlgs n. 165/2001.Pertanto, gli ermellini dichiarano altresì l'illegittimità costituzionale dell'art. 1, co. 1, della Lr Marche 15 luglio 2008, n. 22 e dell'art. 7, co. 4, lett. b), della Lr Marche 4 agosto del 2008, n. 27 in parte qua.
Il testo della pronuncia
Il testo della pronuncia
lunedì 10 agosto 2009
decreto di approvazione della graduatoria del concorso a 40 posti,
E' stato pubblicato il decreto di approvazione della graduatoria del concorso a 40 posti, per l'accesso alla qualifica di Dirigente di seconda fascia, in prova, nel ruolo dei Dirigenti del Ministero dell'Economia e delle Finanze da assegnare dal Dipartimento della Ragioneria Generale dello Stato, per gli uffici centrali e periferici.
mercoledì 5 agosto 2009
Fondo unico di amministrazione 2009
Ricevo e pubblico dalla RDB
Venerdì 31 luglio 2009 si è sottoscritto l’accordo nazionale sull’acconto del FUA 2009. Tale acconto quantificato nel 35% della parte fissa del FUA 2009, verrà erogato a tutti i lavoratori in servizio a prescindere dalla presenza effettiva sulla base del grado di raggiungimento degli obiettivi assegnati ai dirigenti, percentualizzato in 3 fasce rispettivamente del 70%, 85% e 100% e con una scala parametrale da 100 a 160.
In fase di saldo è previsto il conguaglio da effettuare sulla base dell’assiduità partecipativa (presenza) determinata secondo le disposizioni di legge e contrattuali pro tempore vigenti.
Questa è la struttura portante dell’accordo,che arriva dopo una lunga battaglia lanciata l’anno scorso solo dalla RdB-CUB, che ha messo in campo forti momenti di mobilitazione come la giornata dell’8 maggio 2009, culminata con il corteo interno e il confronto diretto dei lavoratori con il Capo del IV Dipartimento.
Queste mobilitazioni hanno costretto l’Amministrazione e i sindacati concertativi a sedersi ai tavoli nazionali e dipartimentali per sbloccare le somme del FUA tenute sotto sequestro per tanti mesi.
Per questi motivi la RdB-CUB rivendica pienamente l’obiettivo primario di aver determinato il pagamento del salario accessorio dei lavoratori del MEF, anche quando non ha sottoscritto i successivi accordi.
Infatti, mentre la nostra OS ha firmato con una nota a verbale l’accordo sul fondo di sede del IV Dipartimento con un giudizio parzialmente positivo, non ha ritenuto di fare altrettanto con quelli del Dipartimento del Tesoro e della Ragioneria Generale dello Stato, ritenuti concettualmente lesivi dei diritti dei lavoratori e illegittimi nel metodo contrattuale utilizzato.
Contrariamente a tulle le altre sigle sindacali la RdB-CUB, dopo un’attenta riflessione e valutazione generale non ha ritenuto di firmare neppure l’accordo nazionale dell’acconto FUA 2009.
Questo accordo, apparentemente positivo perché nella fase attuale prescinderebbe dalla presenza in servizio, di fatto per la prima volta in assoluto obbliga il conguaglio ricalcolando la presenza in servizio secondo le norme vigenti pro tempore (il solito Brunetta che esce dalla porta ed entra dalla finestra), inoltre introduce l’inscindibile legame tra il raggiungimento degli obiettivi assegnati ai Dirigenti e il destino salariale dei lavoratori, che pagherebbero l’inettitudine e i giochetti di potere dei vari Direttori.
La lotta continua per:
- costringere l’Amministrazione a non procrastinare ulteriormente i tempi del pagamento dei fondi di sede e dell’acconto FUA 2009;
-sbloccare il 5% della cartolarizzazione del 2007 e delle somme accantonate relative ad alcune tipologie di presenze in servizio;
-ottenere lo stanziamento vero dei fondi della cartolarizzazione del 2008 e l’avvio delle procedure per il loro pagamento;
-contrastare i progetti del governo dei tagli salariali e dei diritti.
Ma una proposta alternativa al NO? Come possiamo premiare il merito?
Mi piacerebbe conoscere la proposta della RDB.
martedì 4 agosto 2009
Manager pubblico sfiduciato
Sintesi dell'articolo di Carmelo Marazia pubblicato il 3 agosto 2009 su lavoce.info
Il decreto Brunetta rappresenta una "rivincita della legge" non solo sui contratti, ma sull'autonomia dei dirigenti e delle singole organizzazioni. Eppure, il fatto che i manager pubblici abbiano sinora fallito non può giustificare il ritorno indietro rispetto alla imprescindibilità della funzione. Non è realistico e produrrà come unico risultato l'allontanamento dai nodi veri. Il primo dei quali è la risoluzione dei conflitti di interessi dei responsabili della gestione con l'interesse pubblico più generale. A cominciare dalla contrattazione e dai rapporti con la politica.
Per leggere tutto l'articolo clicca qui
lunedì 3 agosto 2009
Il cappio ai dirigenti e la mannaia per la Corte dei Conti
Nelle ultime settimane stiamo assistendo alla deriva del nostro "legislatore". Oggi si è conclusa la sceneggiata che catapulta l'Italia nella repubblica delle Banane: il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, ha firmato il decreto legge correttivo di alcune disposizioni della manovra anti-crisi varata dal governo lo scorso primo luglio.
Il Parlamento approva una legge che il Governo deve immediatamente modificare per alcuni punti palesi incostituzionali.
Interessante l'articolo pubblicato da L'Unità il 1° agosto scorso dove il giornalista Di Giovanni si sofferma sulla contestata norma che riduceva subdolamente i potere della Corte dei Conti.
Giulio Tremonti, sulla prima versione, confessa i motivi dell'emendamento contestato, davanti alle telecamere di Sky Tv: l’azione della Corte dei Conti rischiava di bloccare il Tesoro.
Dal 2002 ad oggi sono stati aperti oltre 700 fascicoli. Per questo il governo sarebbe intervenuto con le norme sulla magistratura contabile inserite nel decreto anticrisi.
Sulla norma relativa alla Corte dei Conti, però, c’è qualcosa che il ministro evita di dire. Cioè il
pesante zampino della politica, che ha mandato in tilt il lavoro degli uffici pubblici.
pesante zampino della politica, che ha mandato in tilt il lavoro degli uffici pubblici.
Nella manovra d’estate dell’anno scorso, infatti, un semplice comma di un paio di righe (articolo 60 comma 14) scarica sui funzionari dei ministeri la responsabilità contabile delle spese che si discostano dagli stanziamenti. Sono loro a rispondere del danno erariale.
Il fatto è che spesso le spese sono rigide, e gli stanziamenti diminuiscono. In qualche amministrazione si hanno difficoltà a pagare bollette elettriche e canoni d’affitto. Per non parlare della benzina per le auto delle forze armate e della polizia.
Gli stanziamenti non ci sono, e se la spesa sfora saranno i dirigenti a pagare. Così, con un codicillo, il governo ha costruito il cappio in cui stanno finendo centinaia di dirigenti.
Oggi sta tentando di allargare la corda, pensando di ridimensionare i poteri della Corte dei Conti. Un vero pasticcio.
Per controllare la spesa si delega ai dipendenti. Poi, quando si rischia la rivolta, si ridimensiona la vigilanza.
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Cosa dire? Non ho più parole.
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