martedì 20 settembre 2011

Cassa Sovvenzioni: la storia infinita!

Ricevo e pubblico 
Alcuni lavoratori ci hanno segnalato che continuano a pervenire gli avvisi di pagamento relativi alla riliquidazione dell’imposta concernente i redditi soggetti a tassazione separata percepiti nell’anno 2007 dagli iscritti alla ex Cassa Sovvenzioni; tali comunicazioni, elaborate come le precedenti in data 16 giugno 2011, erano già state programmate per l’invio all’utenza prima dell’estate e pervenute effettivamente solo a settembre per ragioni di tempistica di spedizione degli Uffici preposti dell’Agenzia. 
E’ evidente che queste ultime comunicazioni hanno contribuito ulteriormente a generare incertezza e confusione, in ragione dei termini perentori di 30 giorni per ottemperare e in assenza di comunicazioni ufficiali chiarificatrici da parte dell’Agenzia delle Entrate che tanti colleghi interessati ci hanno richiesto di sollecitare. Per poter far luce su questa intricata vicenda ci viene incontro una circolare (richiedere a notiziedalmef@gmail.com), datata 2 agosto 2001, proprio dell’Agenzia, Direzione Regionale del Lazio, Settore Servizi Consulenza - Ufficio Gestione Tributi - indirizzata alle Direzioni Provinciali e alle Direzioni Territoriali, agli Uffici Territoriali e alla Direzione Generale del Lazio, ove sono esplicitate in modo inequivocabile le responsabilità dei gestori della Cassa nella redazione del Mod. 770s/2008. 
Le somme liquidate agli iscritti sono state, infatti, denunciate erroneamente come “indennità connesse alla cessazione del rapporto di lavoro” ed è stata omessa, altresì, l’indicazione del periodo per il quale è maturato il diritto alla corresponsione delle somme erogate, elemento indispensabile per poter calcolare l’ esatta aliquota IRPEF da applicare alle stesse. Tutto ciò ha ingenerato le problematiche che tutti conosciamo. 
Nella suddetta comunicazione si richiama, peraltro, una nota prot. 2011/107420 del 25/07/2011 della Direzione Centrale Servizi ai Contribuenti in cui si danno delle rilevanti precisazioni: 
  • sono definite le modalità concordate con la Cassa Sovvenzioni di interscambio dei dati al fine di riesaminare le posizioni dei singoli iscritti ; 
  • si stabilisce che, in attesa dei ricalcoli, sono sospesi i termini e gli effetti delle comunicazioni già inviate; 
  • le nuove comunicazioni, fatte salve le posizioni già definite , verranno inviate normalmente per posta. 
In pratica, si indica esplicitamente di evitare di recarsi presso gli Uffici territoriali dell’Agenzia delle Entrate per chiedere chiarimenti e di attendere semplicemente l’arrivo degli avvisi con i conteggi ricalcolati alla luce delle nuove indicazioni della Cassa Sovvenzioni. Terremo come sempre informati i lavoratori sugli eventuali ulteriori sviluppi della vicenda.

USB P.I. - Coordinamento Nazionale Ministero dell'Economia e delle Finanze 
Via XX Settembre n. 97 - 00187 - ROMA - piano terra, scala A, stanza n. 716
tel. 0647616129/6130 - fax 06233208972/0647614356/4369 web: tesoro.usb.it – mail: mef@usb.it

La mobilità con meno lacci agevola un utilizzo flessibile

La norma sulla mobilità dei dipendenti pubblici (articolo 1, comma 29, Dl 138/2011), rimasta invariata nel passaggio del disegno di legge di conversione al Senato, determina di fatto un diverso modo di concepire l'assegnazione delle risorse umane a un luogo o a una sede di lavoro, con riflessi sul piano della flessibilità organizzativa della Pa. 
 In particolare, a fronte dell'assegnazione degli obiettivi da parte del vertice politico, le risorse umane necessarie per realizzarli potranno essere assegnate in maniera indivisa tra più uffici. Poiché l'esiguità delle stesse non può compromettere il regolare svolgimento delle funzioni istituzionali e l'erogazione dei servizi pubblici di spettanza della Pa, solo un loro utilizzo modulato sulla base delle esigenze tecniche, organizzative e produttive ne può consentire un'ottimale gestione. 
I piani di performance e di razionalizzazione potranno nel dettaglio individuare criteri di utilizzo flessibile fra più sedi o luoghi di lavoro in relazione ai bisogni dell'utenza. Il dipendente non può opporsi a un utilizzo su più sedi, in quanto la nuova norma della manovra di Ferragosto prevede che l'esigibilità della prestazione da parte del datore pubblico, quale obbligo che scaturisce dal sinallagma contrattuale, sussiste in luogo di lavoro e sede diversi sulla base di motivate esigenze, tecniche, organizzative e produttive. 
In sostanza, ferma restando l'assegnazione del dipendente a una sede, la nuova disciplina determina due riflessi:
1) sul piano del rapporto di lavoro, l'esigibilità della prestazione anche in sedi diverse da quella di ordinaria assegnazione con conseguente venir meno di istituti quale missione o indennità di trasferimento, configurandosi tale esigibilità quale obbligo nuovo del rapporto di lavoro; 
2) sul piano organizzativo, la possibilità di concepire una dotazione organica di ufficio molto più flessibile in quanto modulabile con ordini di servizio oppure riferita indistintamente al territorio regionale. È importante considerare che la norma sul territorio regionale è già operativa, con obbligo di informativa dei criteri seguiti alle organizzazioni sindacali, mentre l'applicazione sul territorio interregionale richiede una regolamentazione in sede di contrattazione collettiva di comparto, salva l'eccezione per il ministero dell'Interno. In tale sede potrebbe essere opportuno definire i casi di sopravvivenza di istituti come la missione e l'indennità di trasferta per ipotesi che non rientrano nei casi trattati dalla manovra di Ferragosto. 
Tra gli emendamenti alla manovra, già approvati al Senato, spiccano quali ipotesi di applicazione ampia e concreta della nuova norma gli interventi di riorganizzazione che interesseranno gli uffici del ministero della Giustizia e quelli di razionalizzazione di tutte le strutture periferiche dell'amministrazione dello Stato, con la tendenziale concentrazione in un ufficio unitario a livello provinciale, che potrebbe determinare, nel contesto della revisione integrale della spesa pubblica, un'organizzazione del lavoro ancora più flessibile e rispondente alle esigenze della produttività. Non è da trascurare la capacità delle amministrazioni di conciliare al meglio l'interesse pubblico con quello del dipendente a non avere eccessivi disagi. 
Occorrerà, pertanto, che gli spostamenti dei dipendenti tengano conto della loro dimora abituale.

Articolo di M.Bar. pubblicato su www.ilsole24ore.com

lunedì 19 settembre 2011

"SIRIO", ricordate bene questo nome...

Ricevo e pubblico (questa volta condividendo il giudizio sui fondi pensione)

“SIRIO”, ricordate bene questo nome perché è il nome che hanno dato al Fondo di previdenza complementare per tutti i lavoratori pubblici che finora non erano stati coinvolti “nell’affare” dei Fondi pensione. 
Sarà un nome che nei prossimi tempi risuonerà nei luoghi di lavoro quando Cgil, Cisl e Uil, con il solito codazzo di autonomi, si impegneranno per convincere i lavoratori a rinunciare alla loro liquidazione per aderire al Fondo, magnificheranno i risultati che questo potrà dare ai lavoratori al momento della pensione e illustreranno tutti i “benefici” che si ottengono aderendovi. 
Insomma partirà una campagna commerciale come non ne avevamo viste mai perché la resistenza e la diffidenza da vincere è molto forte. I vertici e i delegati di questi sindacati si sperticheranno e profonderanno il massimo dell’impegno nell’elogio e nella bontà di questa forma di previdenza privata e dei profitti che se ne potranno trarre investendo le nostre liquidazioni sul mercato azionario (sic!). 
Ma i lavoratori non dimenticano né possono dimenticare come questi sindacati hanno “accompagnato”, con la concertazione, tutte le riforme pensionistiche dal 1995 ad oggi e quelle che ancora dovranno venire. 
Oggi non possono venirci a raccontare che la rendita pensionistica a causa di queste riforme è di molto inferiore a quella precedente. 

Dove erano questi signori quando la RdB con il sindacalismo conflittuale lanciava nei luoghi di lavoro l’allarme sulle pensioni e scendeva in piazza con presidi, cortei, occupazioni e scioperi della categoria e generali? 
La risposta è fin troppo semplice: erano seduti intorno ai tavoli di concertazione. E oggi dove sono finiti mentre il Parlamento approva una dietro l’altra manovre che hanno come obiettivo le tasche dei lavoratori, con un accanimento particolare per quelli pubblici? 
Li troviamo all’Aran intorno al tavolo di concertazione per spartirsi i posti nel CdA del Fondo Sirio con l’obiettivo di riuscire a rosicchiare anche loro qualcosina dai lavoratori pubblici. 
E’ intollerabile che questi “affaristi” possano essere da qualcuno ancora scambiati per “rappresentanti dei lavoratori”, non è possibile che ancora si possa dar credito a chi adesso vuole rapinarci la liquidazione. 
 E’ necessario far capire loro che i loro “prodotti” non ci interessano e che è ora che cambino mestiere. Strappiamogli in faccia le loro tessere sindacali, organizziamo dei comitati di “accoglienza” in tutti i luoghi di lavoro dove si presenteranno per vendere i loro prodotti. 

I LAVORATORI PUBBLICI HANNO IN QUESTO MOMENTO BEN ALTRE PRIORITA’: DIFENDERE IL LORO SALARIO DALL’ATTACCO DEL GOVERNO E DEI BANCHIERI EUROPEI, DIFENDERE IL LORO POSTO DI LAVORO E I SERVIZI PUBBLICI EROGATI ALLA POPOLAZIONE, LOTTARE PER IL RINNOVO DEL CONTRATTO NAZIONALE BLOCCATO DALLE NORME CRIMINALI APPROVATE NEGLI ULTIMI ANNI DAL PARLAMENTO.

USB P.I. - Coordinamento Nazionale Ministero dell'Economia e delle Finanze
Via XX Settembre n. 97 - 00187 - ROMA -
piano terra, scala A, stanza n. 716 tel. 0647616129/6130 - fax 06233208972/0647614356/4369

venerdì 16 settembre 2011

La mancata certificazione sulle progressioni economiche

Ricevo da "Lavoratori autorganizzati Mef" e pubblico 

Lo scorso 26 luglio 2011, l’amministrazione e tutte le sigle sindacali, nessuna esclusa, hanno siglato l’intesa circa il reimpiego delle somme residue (492.461,14 euro), derivanti dalla mancata copertura delle posizioni economiche messe a concorso in precedenza, ridistribuendo tra tutte le aree nuove posizioni economiche quantificate in 257 posti. A seguito di quell’intesa, le organizzazioni sindacali oltre a prodigarsi nel rivendicare la propria titolarità dell’avvenuta concertazione, hanno speso fiumi di parole sul grande risultato ottenuto. 
Peccato, però, che a quanto ci risulta, l’Ufficio Centrale di Bilancio del MEF, con nota n. 48906 del 19 agosto 2011 abbia comunicato all’Ufficio Relazioni Sindacali del DCPP che “ai fini della prescritta certificazione di cui all’art. 40-bis del D.Lgs 165/01, quest’ufficio osserva che la redistribuzione delle risorse residue tra le aree appare concretizzarsi in uno scorrimento delle graduatorie e ciò si pone in contrasto con la normativa vigente, che prevede l’emanazione di un nuovo bando per la procedura di riqualificazione”. 
 Tradotto in parole semplici, l’intesa del 26 luglio 2011, corredata dalla relazione tecnica e di quella illustrativa, non può essere certificata quindi, ergo sum, i 257 lavoratori che speravano di rientrare nelle graduatorie pubblicate lo scorso 1° agosto 2011, rimarranno delusi, per non usare altre espressioni idiomatiche colorate. 

Le nostre forti perplessità su questi accordi sono note e lo abbiamo scritto a chiare lettere (Sviluppi economici: la quarta intesa); altrettanto non si può dire verso i firmatari dell’intesa che hanno gettato, su questo fatto, una fitta e impenetrabile cortina di silenzio. 
Come mai non è uscita nessuna informativa sindacale su il diniego alla certificazione dell’intesa del 26 luglio 2011? Questa volta, però, non potranno cavarsela con una semplice rielaborazione dei loro schemini e con il ridimensionamento delle percentuali del tasso di copertura dei lavoratori coinvolti; dovranno spiegare ai tanti esclusi e a quelli cui hanno venduto l’illusione di poterci rientrare, anche i motivi del loro silenzio. 

LAVORATORI AUTORGANIZZATI Ministero dell’Economia e delle Finanze
lavoratoriautorganizzatimef@gmail.com

giovedì 15 settembre 2011

Il certificato medico viaggia solo online

Certificati medici verso l'addio alla carta. 
Il 13 settembre entra in vigore il nuovo sistema di comunicazione online delle malattie dei lavoratori dipendenti (spiegato, da ultimo, nella circolare 4 del 18 marzo 2011 della Presidenza del Consiglio dei Ministri). 
 I principali protagonisti del nuovo sistema sono i medici del Servizio sanitario nazionale o convenzionati con quest'ultimo, che saranno obbligati a trasmettere i certificati all'Inps in modalità telematica (con la procedura Sac, che sta per «sistema di accoglienza centrale» del ministero dell'Economia) o, in caso di impossibilità, attraverso il contact center. 
Il medico dovrà sempre comunque consegnare al dipendente una copia cartacea del documento trasmesso all'Inps, nonché comunicargli il numero di protocollo identificativo del documento in caso di impossibilità di invio telematico. 
Dal punto di vista del lavoratore, la nuova procedura fa venir meno l'obbligo di consegna/invio del certificato medico all'Inps (se assicurato per la malattia) e al datore di lavoro, ferma restando la necessità di informare tempestivamente l'azienda dell'assenza, nonché di comunicarle il numero di protocollo identificativo del certificato. 
Sull'importanza di quest'ultimo dato, che rappresenta la garanzia di reperire il documento che viaggia nel web, già si era espressa la Presidenza del Consiglio nella circolare 4/2011, in cui aveva previsto la possibilità per l'azienda di richiederlo al dipendente. Confindustria e Confapi, nell'attesa che i contratti collettivi nazionali adeguino le norme sulla malattia alle nuove regole, hanno sottoscritto quest'estate due accordi interconfederali con Cgil, Cisl e Uil, nei quali è formalizzato l'obbligo del dipendente di comunicare al datore di lavoro il protocollo identificativo del certificato. 
Al dipendente è anche riconosciuta la possibilità di consultare i propri attestati/certificati direttamente sul sito dell'Istituto attraverso il doppio canale web «consultazione attestati di malattia» o «consultazione certificati di malattia» (per quest'ultimo canale dovrà servirsi del proprio Pin). 
Il datore di lavoro potrà ricevere l'attestazione di malattia o direttamente dall'Inps all'indirizzo Pec aziendale di cui dovrà dotarsi (previa richiesta via e-mail all'indirizzo Pec dell'Istituto, come spiega la circolare Inps 119/2010) o accedendo alle funzioni online dell'Inps («consultazione attestato di malattia») o infine tramite un intermediario abilitato in base all'articolo 1 della legge 12/1979. La Presidenza del Consiglio e l'Inps hanno elencato alcune situazioni in cui, in deroga al nuovo sistema, continuano ad applicarsi le vecchie regole (certificato cartaceo da consegnare/inviare per posta da parte del dipendente): certificati emessi da strutture di pronto soccorso; ricoveri ospedalieri; certificati emessi da medici specialisti privati (non convenzionati Ssn); impossibilità da parte del medico pubblico di inviare online la comunicazione. Il nuovo sistema, che mira a consentire il monitoraggio delle assenze dei dipendenti del settore pubblico e privato, trova applicazione per tutti i lavoratori, compresi quelli delle aziende in cui la malattia è interamente retribuita dal datore di lavoro.

Articolo di Barbara Massara pubblicato su www.ilsole24ore.com 

mercoledì 14 settembre 2011

Perché il dipendente pubblico non protesta?


Dai dati pubblicati dalla Funzione Pubblica relativi all’adesione allo sciopero si può ammettere tranquillamente che l’astensione nel Pubblico Impiego è stata veramente poca cosa. Infatti risulta che ad incrociare le braccia sia stato solo il 7% con punte del 27% negli enti pubblici non economici e un 14,61% dei dipendenti ministeriali.
Come mai un’adesione così bassa nonostante l’attuale governo spari bordate ad alzo zero sia sui dirigenti che sui dipendenti pubblici?

martedì 13 settembre 2011

Circolare applicativa sul controllo di regolarità amministrativa e contabile

E' stata pubblicata sul sito del dipartimento della RGS la Circolare del 7 settembre 2011, n. 25

contenente le prime indicazioni circa l’applicazione del decreto legislativo n. 123/2011 che, in attuazione della delega di cui all'art. 49 della legge n. 196/2009, ha riordinato organicamente le norme di controllo di regolarità amministrativa e contabile svolto dal Sistema delle ragionerie e introdotto taluni strumenti di potenziamento con innovazioni di carattere procedurale.