Il 20 marzo 2013 l’Amministrazione ha trasmesso alle Organizzazioni Sindacali il nuovo DM di riparto delle risorse di cui all’art. 3, comma 165, legge 350/2003 (in allegato), informando che lo stesso è in via di registrazione da parte della Corte dei Conti.
Questo DM, sostitutivo di quello registrato dalla Corte dei Conti in data 13 novembre 2012, avrebbe dovuto contenere la correzione tecnica delle somme da assegnare ad AAMS e lo stanziamento di ulteriori risorse da destinare al settore Economia del MEF.
Da una veloce ricognizione del testo del provvedimento appare del tutto evidente che, effettivamente, sono stati trasferiti ad AAMS euro 3.236.800 dalle risorse destinate al potenziamento del settore dell’Amministrazione Finanziaria; tutto il resto è rimasto inesorabilmente invariato.
In buona sostanza, quindi, la parte politica e l’Amministrazione hanno messo in moto un diabolico iter procedurale facendo trascorrere inutilmente ulteriori sei mesi. Il ministro Grilli, che pure aveva firmato il precedente decreto, ha oggi deciso di non sottoscrivere il nuovo e ha costruito un farraginoso meccanismo di delega alla firma in favore del sottosegretario Polillo solo ed unicamente per realizzare una mera redistribuzione “interna” delle risorse già disponibili! Sono rimaste, infatti, del tutto inevase le richieste di individuare stanziamenti aggiuntivi per coprire la differenza retributiva del settore ex Tesoro che continuerà, pertanto, a percepire una somma inferiore rispetto al resto dell’amministrazione economico-finanziaria.
L’8 marzo u.s. la USB del MEF e delle Agenzie Fiscali avevano portato la protesta dei lavoratori sotto il palazzo di Via XX Settembre e avevano manifestato al sottosegretario Polillo, in occasione dell’incontro ottenuto nel corso della manifestazione, tutta la loro indignazione e determinazione a proseguire la vertenza.
Ieri, durante un incontro con la RSU sull’orario di lavoro, l’Amministrazione ha candidamente affermato di non avere alcuna notizia in merito alle sorti del DM relativo alla ripartizione delle somme di cui al comma 165.
In data odierna, a distanza di neanche 24 ore, la stessa Amministrazione ci ha trasmesso il provvedimento in questione, firmato e già inviato alla Corte dei Conti per l’iter di registrazione.
Questa breve cronistoria è già di per sé indicativa dell’inqualificabile atteggiamento tenuto in questa brutta vicenda dalla parte politica e dall’Amministrazione che, senza vergogna, hanno continuato a mentire spudoratamente nel tentativo di nascondere il danno arrecato ai lavoratori dal colpevole ritardo nelle procedure e dal mancato reperimento di risorse aggiuntive per il settore ex Tesoro.
C’è da aggiungere che questa vicenda si è via via “colorata” con il susseguirsi di informazioni sindacali fuorvianti e strumentali che hanno sostenuto la firma del DM di riparto addirittura prima dell’8 marzo, giorno dell’iniziativa dell’USB, nel tentativo di depotenziare la possibilità di mobilitazione dei lavoratori del MEF e delle Agenzie Fiscali. D’altronde, quando si è complici della controparte lo si deve essere sino in fondo e con qualsiasi mezzo.
Ancora oggi, uno di questi fumosi comunicati dei sindacati complici continua a rivendicare presunti meriti con una logica da scoop giornalistico e senza alcun rispetto dell’intelligenza dei lavoratori ai quali hanno fatto perdere sei mesi per ottenere esattamente quanto già previsto nel precedente DM registrato in data 13 novembre 2012.
Questa misera vicenda, che peraltro non può essere considerata conclusa perché rimane ancora da stipulare il necessario accordo di definizione dei criteri di ripartizione (assoggettato anch’esso all’iter di certificazione degli organi di controllo), è resa ancora più insopportabile dall’ammissione, da parte della stessa Amministrazione, dell’esistenza di ulteriori ed intollerabili ritardi in ordine al pagamento della quota del 20% del FUA 2011 - fondo di sede ed all’erogazione dei buoni pasto che potrebbero slittare addirittura oltre il mese di aprile 2013.
Questa parte di salario accessorio sta subendo, di anno in anno, un crescente ritardo nei tempi di erogazione che può trovare giustificazione soltanto in una palese inadeguatezza gestionale ed organizzativa di un’Amministrazione ormai totalmente incapace di fornire una qualsiasi forma di garanzia credibile.
Un’Amministrazione senza vergogna.
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