Articolo di Michele Di Branco pubblicato su Il Messaggero
La riduzione del personale conferma l’efficacia delle politiche di contenimento del turn over introdotte per la generalità dei comparti a partire dal 2008».
Fredda ma efficace, la sintesi della ragioneria del ministero dell’Economia fotografa la situazione: grazie alle strategie messe in campo negli ultimi 4 anni da governi di ogni colore lo Stato ha tagliato 200 mila dipendenti.
Una massiccia operazione fatta di prepensionamenti, esodi, scivoli e di una severa riduzione delle assunzioni. Tanto è vero che a decine di migliaia, pur avendo vinto un concorso, aspettano da anni il proprio ingresso in ruolo.
I numeri del conto annuale 2007-2012 parlano di una delle più incisive cure dimagranti che abbiano mai riguardato i travet. Con conseguenze importanti sui posti di lavoro, sulle retribuzioni. E, ovviamente, sulla spesa.
Via XX Settembre certifica che alla fine del 2012 i lavoratori pubblici erano 3 milioni e 238 mila, con una diminuzione di 198 mila unità rispetto al 2008 quando erano 3 milioni e 436 mila.
Un calo del 5,7% che ha avuto un’accelerazione proprio tra il 2011 e il 2012, fase nella quale si è registrata una diminuzione di 45 mila unità (-1,4%).
La Ragioneria dello Stato sottolinea che la variazione, tra il 2007 e il 2012, sarebbe più marcata (-6,3%) se calcolata a parità di enti, ossia escludendo dal confronto quelli entrati per la prima volta nella rilevazione dal 2011. Il settore che più ha contribuito alla riduzione del personale è la scuola (125 mila unità in meno tra il 2007 e il 2012 con un -10,9% in cinque anni).