lunedì 12 agosto 2013

Interrogazione del M5S sull'opportunità di Milanese alla SSEF

L'articolo di Stefano Sansonetti (La Notizia del 2 agosto scorso) che denunciava il ritorno di Marco Milanese (condannato a Roma a 8 mesi (pena sospesa) per finanziamento illecito a un singolo parlamentare e rinviato a giudizio a Napoli per associazione a delinquere, corruzione e rivelazione del segreto d'ufficio) alla SSEF, è stato sicuramente letto dal deputato del M5S Andrea Colletti che ha immediatamente presentato un'interrogazione al ministro dell'Economia. 
Il deputato chiede a Fabrizio Saccomanni “se il ministro dell’economia sia a conoscenza dell’entità dei compensi erogati ai docenti della Scuola superiore dell’economia e delle finanze e se sia nelle sue intenzioni adottare un provvedimento per ridurre tali emolumenti che appaiono del tutto incoerenti con la situazione economica generale e le necessità di risanamento del bilancio dello stato”e “se sia coerente con la lotta al malaffare e con l’etica pubblica avere all’interno della Scuola di alta specializzazione appartenente allo stesso ministero una persona condannata in primo grado e imputata per molti e gravi reati connessi alla pubblica amministrazione".

Attendiamo con pazienza una risposta...




mercoledì 7 agosto 2013

Tesoro, il ritorno di Milanese. A 194 mila euro l’anno

Stralcio dell'articolo di Stefano Sansonetti pubblicato su La Notizia

Chi pensava che fosse uscito di scena ha sbagliato di grosso. Nonostante le indagini di diverse procure, un rinvio a giudizio e una condanna a 8 mesi (pena sospesa), Marco Milanese è riuscito a tornare dalle parti del ministero dell’economia. 
Il quale, a quanto sembra, lo ha accolto a braccia aperte, tanto da garantirgli uno stipendio lordo annuo da 194.332 euro. L’ex deputato, già consigliere dell’allora ministro dell’economia Giulio Tremonti, ha ripreso servizio presso la Scuola superiore dell’economia e delle finanze, direttamente controllata dal ministero di via XX Settembre. 
(...)
E chissà se il ministro dell’economia, Fabrizio Saccomanni, e i suoi due uomini di fiducia, ossia il capo della segreteria Francesco Alfonso e il capo di gabinetto Daniele Cabras, sono al corrente della situazione. Anche perché nei mesi scorsi hanno fatto piazza pulita di tutti gli ex collaboratori di Tremonti al Tesoro. 
Adesso, in qualche modo, si ritrovano in casa l’ex consigliere dell’allora numero uno del dicastero. 

Naturalmente all’interno della Scuola superiore dell’economia e delle finanze Milanese sarà in buona compagnia. L’ex consigliere di via XX Settembre, rinviato a giudizio a Napoli con l’accusa di associazione a delinquere, corruzione, rivelazione d’ufficio e condannato dal giudice di Roma a 8 mesi (pena sospesa) per finanziamento illecito a un singolo parlamentare, ritroverà l’ex capo di gabinetto del ministero dell’economia, Vincenzo Fortunato, anche lui da tempo immemorabile professore dell’istituto. Così come ritroverà Marco Pinto, già vicecapo di gabinetto dello stesso ministero. 

(...)
Per Fortunato, tra l’altro, si prospetta un cumulo di stipendi tale da coprire di ridicolo qualsiasi tentativo di mettere tetti agli stipendi dei grand commis di Stato. Basti pensare che non è soltanto docente alla Scuola, ma anche liquidatore della Stretto di Messina e presidente di Invimit, la società del Tesoro che dovrebbe valorizzare il patrimonio immobiliare pubblico. 

Certo è che stipendi come quelli percepiti dai mandarini della Scuola delle finanze non hanno eguali nel mondo accademico. Una recente ricerca sugli emolumenti percepiti nelle quattro più importanti università private americane (Harvard, Mit, Yale, Stanford) dimostra che un professori ordinario percepisce al massimo 178 mila dollari all’anno. Un paragone disarmante. E meno male che tempo qualcuno ha cercato di abolire la Scuola dicendo che era un ente inutile.

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